Stamani l’amico postino mi ha consegnato un pacchetto che aspettavo con crescente anticipazione da un mese, da quando cioé il webcast di Kurt Wiegel mi aveva rivelato l’esistenza di un pezzo fondamentale per la mia collezione.
Pagata la sovrattassa di sette euro (perché? Mah…), ho quindi disimballato il pacco e messo finalmente le mani su una copia in condizioni eccellenti del geniale Hollow Earth Expeditions (anche noto come HEX), gioco di ruolo della Exhile Games che promette lunghe ore di godimento per me ed i miei giocatori.
Oltre ad essere un oggetto sontuosissimo, un grande e massiccio hardback riccamente illustrato, ben scritto, con una bibliografia che da sola servirà a dannare il mio bilancio per settimane, mesi…
Cosa rende HEX così entusiasmante?
Beh, facciamo una rapida lista:
- Uomini talpa (e relativo Tempio)
- Agartha
- Dinosauri
- Thulegesellschaft
- Rovine Atlantidee
- Pirati
- Cannibali
- Vril
- Principesse indigene in bikini di dinosauro
Insomma, una miscela di ciò che da anni rende popolare la narrativa avventurosa degli anni ’20-’40 e che per una certa generazione (la mia) è rientrato prepotentemente nel panorama immaginario con Indiana Jones.
E come hanno osservato in molti, la possibilità di prendere a calci i Nazisti in una ambientazione esotica è di solito sufficiente a giustificare il biglietto d’ingresso.
HEX mi riporta al Pellucidar di Burroughs, allo Zanthodon di Lin Carter e persino al brutto Viaggio al Centro della Terra con James Mason e Pat Boone.
Non è steampunk ma è pulp – quello vero, non quello di Tarantino.
Ed io, fin dai tempi di Lands of Mystery (forse la miglior monografia sulla cura e l’allevamento dei mondi perduti mai pubblicata – ed era il 1985), sono stato più che parziale a questo genere di narrativa, a queste atmosfere, a questi luoghi.
Come credo i miei frequenti riferimenti a questo genere narrativo su queste pagine abbiano reso abbastanza evidente.
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