Un paio di anni or sono, tornando a Torino da Bolzano dopo le Giornate di Paleontologia, il collega al quale stavo dando un passaggio mi chiese
“Ma tu le tue analisi statistiche le fai per passione o per denaro?”
Mi toccò fargli presente che la passione di rado mi riempie la pancia.
la sua, si sarebbe scoperto da lì a pochiminuti, non era una richiesta disinteressata – gli sarebbe piaciuto che io analizzassi dei dati suoi.
Gratis.
Ora, se io fossi stato davvero mosso dalla passione, avrei ovviamente accettato di lavorare senza compenso.
La mia risposta dimostrò quindi tutta la mia bieca natura di mercenario.
In Zen in the Martial Arts, Joe Hyams racconta di come Bruce Lee gestisse molto sbrigativamente i perditempo.
Persone che chiamavano di continuo per fissare appuntamenti ai quali regolarmente non si presentavano venivano rimosse dalla vita del grande maestro, che semplicemente attaccava loro il telefono in faccia.Davanti alla perplessità di Hyams, Bruce Lee rispose semplicemente che il tempo è l’unica cosa che ci può venire rubata e che nessuno mai potrà restituirci.
Perché tollerare simili persone, dunque?
Un po’ una versione stringata ma efficacie del GettingThings Done di David Allen, con in più l’attegiamento monolitico del più famoso artista marziale della storia del cinema.
L’anno passato contattai Walter jon Williams, l’autore americano con più nominations a premi e riconoscimenti letterari, chiedendogli se sarebbe stato disposto a donare un racconto per Alia.
Molti altri autori, come noto, ci avevano già regalato la loro opera, e non mancai di citarli nella mia mail.
Io non regalo nulla, mi dice WJW. La scrittura è il mio lavoro, il mio tempo. Ha un valore. Quindi il racconto non te lo posso dare gratis. Mandami una bottiglia di vino, e siamo pari.
La storia dell’invio di tre bottiglie di vino in Nuovo Messico fa ormai parte delle leggende che accompagnano Alia, e non starò ad approfondire.
La richiesta di Williams tuttavia è un modo per dare valore al proprio lavoro, e al tempo, attraverso uno scambio alla pari.
La mentalità corrente tende a voler interpretare la realtà attribuendo un valore monetario ad ogni elemento del paesaggio.
Per questo molti diffidano del software gratuito e open source– perché se valesse qualcosa, pensano, allora lo si pagherebbe. Se lo regalano deve essere perché non vale nulla.
Allo stesso modo, onesti consigli gratuiti vengono ignorati – o l’aiuto incondizionato dato per scontato, un atto dovuto che tuttavia non vale nulla – e si privilegiano consulenti a pagamento, spesso cialtroni della più bell’acqua.
Sarebbe bello che tutto questo cambiasse.
Diamo un valore al tempo – nostro ed altrui.
Ma non necessariamente un valore monetario.