Oggi, William Dalrymple ha un sontuoso sito internet, con i dettagli dei suoi volumi, la sua biografia, il calendario delle sue prossime conferenze.
Un serio accademico, Dalrymple, specializzato nella storia del vicino e e medio Oriente e dell’India.
Un autore raffinato, ben documentato, con parecchi premi all’attivo.
Ma a ventidue anni, sconosciuto ricercatore universitario, dalrymple si imbarcò in una avventura che, narata nel suo proimo libro, rimane ancora oggi, a mio parere, la sua cosa migliore.
L’idea è semplice – nel 1987, per la prima volta in cinque secoli la Via dela Seta è completamente aperta e ragionevolmente pacifica, e ciò permetterebbe a persone disposte a tutto di ripercorrere i passi di Marco Polo.
Dalrymple e la sua fidanzata sono pronti a tutto.
Finché lei non lo molla ad una settimana dalla partenza.
Salvo poi tornare in seguito – ora fidanzata con un altro – quando William ha già trovato una nuova compagna d’avventure in una inflessibile viaggiatrice anglo-indiana.
Tra imbarazzi, incidenti di percorso e reminiscenze del Milione, In Xanadu non è il miglior libro al mondo sulla Via della Seta – ma ci va maledettamente vicino.
Un enensimo esempio di cosa si può fare durante un anno-buco, quando si è giovani e si ha coraggio.