Come per dare una boccata d’aria agli appassionati di fantasy stanchi di infiniti elfi indistinti, la Tor Books annuncia per l’estate l’uscita del secondo omnibus dedicato alla Black Company di Glen Cook.
Intitolato molto appropriatamente The Books of the South, il volume contiene Shadow Games, Dreams of Steel e lo stand alone The Silver Spike.
Finito il lavoro al nord (descritto nei tre romanzi di The Chronicles of the Black Company, anche noti come The Books of the North), ciò che resta della Compagnia torna a sud sulle tracce delle proprie origini.
Prosa trasparente e diretta, azione ellittica, personaggi memorabili e temi per i quali un adulto non deve vergognarsi.
Per il 2009 si ipotizza l’uscita del terzo omnibus, The Books of the Glittering Stone, in cui finalmente la compagnia chiuderà i conti con amici, nemici e con la propria storia profonda.
L’edizione in omnibus, oltre a ridare ai romanzi la loro struttura cronologica originaria, stampa finalmente la serie completa con una veste grafica uniforme e piacevole (le vecchie copertine erano abbastanza orribili).
Ci auguriamo intanto che Cook trovi il tempo e la voglia di scrivere gli ultimi due romanzi del ciclo, gli annunciati e mai completati A Pitiless Rain e Port of Shadows.
Frattanto, Night Shade Books ha pubblicato – con lo stesso formato usato da Tor – A Creuel Wind, un omnibus che raccoglie i primi tre romanzi della serie The Dread Empire, primo ciclo ideata da Cook, un altro fantasy militare ricco di intrighi, una struttura sociale e politica credibile, ed un uso sapiente del tempo profondo.
Proprio al Dread Empire è recentemente tornato l’autore, lasciando per un po’ Kathovar e la Compagnia.
Il volume Night Shade è vagamente più costoso dei volumi Tor (che hanno una tiratura molto più elevata), ma garantisce un elevato livello di intrattenimento.
Finora Cook rimane ignorato dall’editoria italiana.
E forse è meglio così.
Spesso criticato dagli appassionati di fantasy per il linguaggio scarno e lontano dagli afflati lirici (un po’ fasulli) dell’High Fantasy post-tolkienoide e pseudoceltica – in effetti tutto ciò che i suoi estimatori considerano un punto di forza – Cook ha avuto finora una sola uscita in Italia: La Torre di Tenebra, edizione Sonzogno (1990) del romanzo The Tower of Fear(1989), un’opera minore dell’opus di Cook.
Pare lo si trovi abbastanza facilmente sulle bancarelle.
6 febbraio 2008 alle 11:19 AM
Se usa un linguaggio scarno ed evita le masturbazioni stilistico-poetiche pseudotolkeniane del fantasy che più detesto, allora devo leggerlo.
Sulla fiducia ho ordinato “La Torre di Tenebra” su eBay.it a 8,99 (spedizione inclusa).
Per chi è interessato ce ne è ancora una copia a 6 euro + 4,5 di spedizione presso un altro venditore (che però non accetta paypal).
Per i libri in inglese di Cook deciderò dopo aver letto quello in italiano e, nel caso, li ordinerò assieme a “The Last Wish” di Sapkowski che uscirà per il mercato USA a maggio (ma è già preordinabile).
http://www.amazon.com/Last-Wish-Andrzej-Sapkowski/dp/0316029181
6 febbraio 2008 alle 12:39 PM
Non conosco Sapkowski.
Fantasy polacco.
Potrebbe essere interessante.
Sul linguaggio di Cook, ti becchi l’incipit di The Black Company, che è assolutamente tipico, e ti fai un’idea…
“There were prodigies and portents enough, One-Eye says. We must blame ourselves for misinterpreting them. One-Eye’s handicap in no way impairs his marvelous indsight.”
Semplice. Ironico.
Frasi brevi, aggettivi solo quando serve.
Il livello di informazione è altissimo,
Cook è in gamba.
La Torre di Tenebra dovrebbe anche inserire elementi arabeggianti (che si trovano anche nella serie Dread Empire).
Fammi poi sapere cosa te ne pare.
6 febbraio 2008 alle 5:48 PM
Carraronan: “Se usa un linguaggio scarno ed evita le masturbazioni […]”. Beh, evidentemente, siamo al “due pesi e due misure”:
http://forum.ducatodelporno.org/
😀
6 febbraio 2008 alle 6:07 PM
Io sono contro le masturbazioni stilistiche soltanto. 😀
Come Signore di Sfinterburg, Duca del Porno e Granduca dello Sfinterburgo per Grazia di Dio sono naturalmente favorevole alla masturbazione che, in quanto piacere del corpo e della mente che ridona la pace dei sensi scacciando il demonio tentatore, è una “preghiera manuale” rivolta all’Unico Dio dell’Unica Chiesa Romana Cattolica e Apostolica (ma presto farò uno scisma per la questione della “quattrità” -padre, figlio, spirito santo e Quattro- e mi autoproclamerò capo della nuova Chiesa del Ducato).
🙂
6 febbraio 2008 alle 6:11 PM
Ecco, ti suggerisco una denominazione un poco più lovecraftianamente ortodossa: “Ordine Esoterico di Shub-Wankalot”…
😀
6 febbraio 2008 alle 6:52 PM
E dire che era cominciato come un post serio….
6 febbraio 2008 alle 8:27 PM
A volte capita…