Ho appena scoperto, per puro caso, un altro pezzo di software che promette di rendere le mie giornate molto più piene di qui in avanti.
Si chiama Processing, è freeware e crossplatform, e viene descritto così dai suoi sviluppatori
Processing is an open source programming language and environment for people who want to program images, animation, and interactions. It is used by students, artists, designers, researchers, and hobbyists for learning, prototyping, and production. It is created to teach fundamentals of computer programming within a visual context and to serve as a software sketchbook and professional production tool. Processing is developed by artists and designers as an alternative to proprietary software tools in the same domain.
Un linguaggio per sviluppare rappresentazioni grafiche interattive di dati.
Per ottenere rappresentazioni come questa:
http://it.youtube.com/watch?v=OHUWTerggjE
WOW!
Il classico genere di cosa che ci si aspetterebbe dal Medialab del MIT.
Il classico genere di cosa che potrebbe far fare un salto di qualità alla mia attività di ricerca e di insegnamento.
Il classico genere di cosa che richiede sei mesi e duecento euro di manuali….
[brutta cosa, abituarsi alla manualistica gratuita di SmallTalk….]
17 febbraio 2008 alle 8:45 AM
Però quello che esce fuori è veramente notevole!!!! Non ho capito però se ti farai tentare o meno… Devo essere sincera: l’idea di buttarmi nel suo studio mi attira. Potrebbe essere uno strumento utile per eventuali ricostruzioni in ambito archeologico. Se decidi, fammelo sapere: compriamo i libri a metà 😉
17 febbraio 2008 alle 12:34 PM
Il software l’ho scaricato, e ho provato a farlo girare su Ubuntu.
Gira.
La documentazione è poverissima, ma in compenso tutto sembrerebbe ruotare attorno ad una specie di linguaggio di scripting – come l’HTML per fare le pagine internet, insomma.
Molto più facile di un “vero” linguaggio di programmazione.
Le potenzialità sono in effetti enormi – è soprattutto l’aspetto dinamico che piace, ed è certamente lì che sta andando a parare la ricerca.
E poiché dormire è un vizio che voglio perdere comunque, mi sono ordinato una copia di Visualizing data, di Fry (su Amazon.fr si riescono a risparmiare una decina di euro sul prezzo di copertina), e un giro ce lo faccio.
Se non altro per poter consigliare o sconsigliare questo strumento al prossimo corso.
O magari, per mettere in piedi un paio di corsi specifici sull’argomento.
18 febbraio 2008 alle 10:38 AM
A farmi perdere il vizio del sonno a me basta l’ultimo dei miei pargoli 😉 Allora, fallo “girare” un po’ e dacci un’opinione. Se ne val la pena, mi iscrivo al tuo corso 🙂
18 febbraio 2008 alle 12:23 PM
Io alla faccenda del corso ci sto pensando seriamente.
In fondo, cosa ci sarebbe di più desiderabile che uno strumento potente, gratuito e flessibile per la visualizzazione dei dati, indipendentemente dalla natura dei dati (quindi buono per tutti)?
Se poi fosse anche facile da imparare….
E, tutto considerato, perché non un corso on-line?
Tempo un mesetto e vedremo cosa ne viene fuori (deve ancora arrivarmi il manuale, devo ancora leggerlo…)
Però, idee tante.