C’è certamente qualcosa nell’aria.
E mentre la discussione prosegue (speriamo) senza vittime, Slate pubblica un articolo sull’architettura delle biblioteche del ventunesimo secolo.
What sort of public library does the “digital world” of Google, Wikipedia, and Kindle require?
Alcuni degli esempi fotografati sono notevolissimi.
Al momento la mia prefernza va alla biblioteca pubblica di Seattle (la slide numero 6).
Il futuro promette bene.
Anche s ec’è chi, come Richard Watson, che ha creato una timeline delle estinzioni, e prevede la scomparsa delle biblioteche entro il 2019.
L’elenco di Dowson dà da pensare.
Di prossima scomparsa…
2009: Riparare gli oggetti
2014: Perdersi
2016: Andare in pensione
2019: Le biblioteche
2020: Il Copyright
2022: I Blog, l’Ortografia, le Maldive
2030: Le chiavi
2033: Le monetine
2036: I veicoli a benzina
2037: I Ghiacciai
2038: Il silenzio e la tranquillità
2049: I giornali in forma fisica e Google
Oltre il 2050: La bruttezza, le Nazioni Unite e la MOrte
Ahimé, questo è il frutto di una mentalità che vede il futuro come sequenza di eventi ineluttabili sulla base del cammino percorso fin qui.
Ho parecchi libri che giocano allo stesso gioco – e perdono tutti (dove sono le stazioni orbitali, Gerard?!)
Beata ingenuità.
Dick Watson, poverino, non considera ad esempio che in Italia, la pensione è già scomparsa da un paio d’anni. Restano solo alcuni pensionati relitti.
Idem per l’ortografia.
Si scorda che le Nazioni Unite non se le è mai filate nessuno.
E che se i motori a benzina scomparissero prima, magari ci salveremmo le Maldive e un po’ di ghiacciai.
Quanto alla morte… beh, il Break-even Point di Clarke è nel 2010.