Il problema del condurre una doppia vita è che inevitabilmente prima o poi succede che la vita numero uno interferisca con la vita numero due, o viceversa.
Ora, Bruce Wayne e Peter Parker di solito queste cose se le giostrano abbastanza bene, ma la vita reale è un’altra cosa.
Ecco quindi che, mentre gli stimoli a scrivere e le buone idee abbondano, mi ritrovo con uno dei miei corsi universitari cancellato per scarsità di partecipanti – una diretta conseguenza dei tagli del governo ai fondi universitari?
Risultato – avrei un paio di bei racconti da scrivere, ma devo invece inventarmi qualcosa che, messo sul mercato nella seconda metà dell’anno, compensi le mie perdite dovute alla cancellazione del corso.
Si tratta di identificare un argomento sul quale poter offrire una formazione agile e approfondita, identificare un target al quale offrire tale formazione, e magari anche un posto dove organizzare e tenere le lezioni.
Le idee non mancano (fortunatamente), ma si tratta di un sacco di lavoro.
È il bello di lavorare come freelancer – una fluttuazione nei budget altrui, e noi ci ritroviamo scoperti.
Alla lunga, mi dicono, ci si abitua.
Ma io ne farei anche a meno.
29 aprile 2008 alle 6:17 PM
Serve un possente consulente finanziario già ex illustratore? ^^)
29 aprile 2008 alle 7:17 PM
Come sarebbe a dire ex-illustratore?!
29 aprile 2008 alle 8:13 PM
Appunto!!
30 aprile 2008 alle 2:50 AM
Appunto Amico mio: “ex” è la patrticella necessaria adesso.
Non “lo” sono più, non so se lo sarò di nuovo nè quando se mai, ma ora quel Dalmazio non esiste più.
Spero siate, qualora lo vogliate, ugualmente amici anche di questo nuovo Dalmazio, differente ma non diverso ^^)
30 aprile 2008 alle 6:08 AM
L’amicizia non si discute. Ma, magari ingenuamente, ti chiedo: «Perché ex-illustratore?».
Non che la cosa mi stupirebbe, il disegnatore che preparava per noi le copertine dei primi ALIA e di FM causa mancanza di lavoro adesso fa il promotore di pneumatici, ma continuo a sperare che la tua sia una celia.
30 aprile 2008 alle 8:27 AM
Una persona che rispetto profondamente disse a suo tempo:
“due cose non si devono criticare alla leggera: le scelte di un uomo in campo di donne, e le sue scelte in campo lavorativo” (in inglese suona meno legnosa, scusate).
Quindi, amico mio, affrescatore di cappele pontificie o ammaestratore di furetti ballerini, non sarà questo a influenzare i nostri rapporti.
E tuttavia, “ex-illustratore” è un po’ io credo come “ex-mammifero” o “ex-dio del tuono”.
Puoi anche metterlo sui biglietti da visita, ma il DNA è DNA…
Siamo ciò che siamo, che ci piaccia o meno.
30 aprile 2008 alle 9:49 AM
La vostra solidarietà mi conforta, Davide ha ragione il mio “nuovo lavoro” non muta chi o cosa io sia, è mutato ciò che adesso appongo dopo il mio nome e cognome, tuttavia, in tutta franchezza Max, non è una cella come potrebbe pensarsi a prima vista, forse perchè appunto io non ho nel DNA ( o nel mio “spirito” come preferite ^^) )questo e dunque anche qui “vinco” perchè essendo “atipico” mi muovo in un modo differente dai miei “colleghi”… insomma sono sempre fuori luogo e tempo, come è giusto che sia ^^D)
30 aprile 2008 alle 11:04 AM
Il lavoro svolto non muta l’amicizia.
Ma il mondo e’ certo un luogo molto meno colorato senza l’arte di messer Dal…
30 aprile 2008 alle 11:15 AM
Io mi permetto di augurarmi che sia una situazione temporanea.
Né mi sorprende l’atipicità della tua situazione – un pittore, consulente finanziario? Come se non si sapesse che l’ultima cosa da fare al mondo è affidare i propri danari ad un artista!
30 aprile 2008 alle 1:16 PM
problema che capita anche a me:
di giorno insegnante per la Dante Alighieri
di notte scribacchino per giornali e riviste varie
e son costretto a dividere bene le due cose ( talvolta scrivere sotto pseudonimo) perche` talvolta il lavoro notturno e` incompatibile (contro) il lavoro diurno (che e` falsamente simbolo di rispettabilita`)
mah
30 aprile 2008 alle 1:37 PM
Quella dello pseudonimo è una faccenda che abbiamo discusso in passato.
Io non lo uso, ma perché di fondo mi diverte vedere i miei ex colleghi dell’Università di Torino imbarazzati dal fatto che io oltre ad insegnare e fare ricerca, scriva fantascienza.
Però guai a citare una tale attività in curriculum.
Un po’ come non si cita il gioco di ruolo perché sennò pensano che sei un satanista, non si cita la scrittura di fantascienza sennò pensano che tu creda ai dischi volanti (o alle fate se scrivi fantasy, o che tu sia un maniaco violento se scrivi horror).
C’è una grande immaturità di fondo.