Luce Boulnois è una ricercatrice francese che può fare sfoggio dell’invidiabile titolo di Specialista di Storia della Via della Seta e Scambi Transhimalayani.
Mica robetta.
Il volume La Via della Seta, Dei, Guerrieri, Mercanti, della Boulnois, è probabilmente il miglior testo in italiano che si riesca a reperire sull’argomento – una lunga e intricata scorribanda storico-geografica dall’Europa settentrionale alla Cina.
Bello, scorrevole, documentatissimo.
Il volume è pubblicato da Tascabili Bompiani.
Stampato su carta da pizza, pesa circa duecento grammi e costa tredici euro.
E vale ogni dannato centesimo – nonostante la veste grafica non proprio accattivante
La mia copia ne ha viste delle belle, e come tutti i tascabili Bompiani che si rispetti, dopo un paio d’anni di scaffale sembra recuperato dalla biblioteca circolante del Titanic…
Pagine stropicciate, costola ammaccata, copertina piena di ditate e con gli angoli pelosi per il cartone in decadimento, la polvere ormai annidata nei pori della carta grigia delle pagine.
Tali sono il mio entusiasmo e la mia ammirazione per questo testo eccellente, che ho fatto un paio di ricerche in rete per vedere se l’autrice avesse pubblicato qualcos’altro.
E mi sono così facilmente imbattuto in Silk Road, Monks, Warriors & Merchants.
Che così ad occhio parrebbe proprio la traduzione in inglese dello stesso volume tradotto in italiano da Bompiani.
Nel titolo gli Dei hanno rimpiazzato i Monaci, ma a parte questo…
Ma si tratta davvero dello stesso libro?
Beh, non esattamente.
Pubblicato da Odyssey Books & Guides, il volume è stampato su carta patinata, e pesa attorno al mezzo chilo; viaggia attorno ai venticinque dollari, ma conosco agenti che me lo possonoprocurare a circa la metà, quasi lo stesso prezzo del bompianone.
A parte l’assenza di Dei sulla copertina, il libro ha un formato più grande del tascabilone Bompiani, ed è bene che sia così, visto che è arricchito da un centinaio di belle fotografie, del tutto assenti dall’edizione italiana.
Ci sono più mappe.
Il testo è impaginato in maniera meno spartana e la pagina appaga maggiormente l’occhio.
Costa il doppio, l’edizione anglosassone, ma ha appena trenta pagine in più.
No, non è lo stesso libro.
Ohibò.
Se l’edizione italiana è ottima, quella in lingua inglese non ha pari.
E la domanda rimane: sarà Bompiani, ad aver tagliato l’intero apparato iconografico(follia), o Odyssey ad aver insistito per inserire le fotografie (genialità)?
Certo, basterebbe a questo punto procurarsi una copia dell’edizione originale francese…
4 novembre 2008 alle 6:46 PM
toh, la cosa mi fa pensare a Edward H. Schafer, ‘The Golden Peaches of Samarkand’. Un libro che in Italia non ha mai visto la luce. Prima o poi te ne parlo, e ti dico che razza di motivazioni hanno addotto in Einaudi per non pubblicarlo…
4 novembre 2008 alle 7:00 PM
Chissà…
Io conoscevo un Ernst Schafer, che bazzicava l’area transhimalayana, ma era effettivamente meglio perderlo che trovarlo…
Pingback: Una guida diversa « strategie evolutive