Un anomalo pork chop express…
Stavo surfando su YouTube, nella pausa della digestione, in cerca di una copia del monologo di Bill Hicks sui creazionisti o, meglio ancora, del monologo di George Carlin sulla religione come marketing.
Così, come gesto di solidarietà nei confronti dei signori della UAAR e dei loro autobus che non ci sono più.
Ora, sul monologo di Carlin bisogna starci attenti, perché lì qualcuno si potrebbe offendere sul serio.
Ed anche quello di Bill Hicks…
Che sia un caso se sono morti entrambi?
Anche se morire è poi una cosa piuttosto naturale… qui per fare razza non ne hanno ancora tenuto nessuno.
E si presume che se il buon Dio ha una lista nera, i nomi in cima alla lista non siano quelli di cabarettisti – per quanto brillanti ed irriverenti.
Comunque, cercavo appunto filmati su YouTube, inserendo un po’ di parole chiave nel motore di ricerca.
E così facendo vado a sbattere contro una serie di filmati che rappresentano – a detta di chi li ha caricati in rete – Il Messaggio Finale per Atei, Agnostici e Satanisti.
È il delirio.
Non sto facendo questo per iniziare con voi un dibattito. Discutere con voi non mi interessa perché non dò alcun valore alle vostre opinioni (d’altra parte non ne dò neppure alle mie).
Eh?!
Ma la cosa irritante, ovviamente, è quella classificazioni iniziale.
Atei, Agnostici e Satanisti?!
Cosa c’entrano i satanisti?
Io non frequento satanisti!
Di fatto, a voler essere brevi e scortesi, i satanisti hanno molto di più a che fare con i credenti che con i non credenti, mi pare.
Andrebbero messi nella stessa scatola con i i cristiani, i musulmani e gli adoratori del Dio Ratto, non con atei ed agnostici.
Questo, però, mi permette finalmente di incapsulare in un paio di paragrafi quello che – a mio parere – è uno dei nodi essenziali della faccenda dell’autobus degli atei, del sindaco di Genova e la reazione considerata offensiva da parte di un portavoce del governo.
Il punto è che in Italia i non credenti non sono sotto attacco come lo sono nel mondo anglosassone – nessuno qui esplicitamente propone una uguaglianza Atei=Agnostici=Satanisti.
Importare in Italia iniziative anglosassoni – o anche testi, come il volume di Richard Dawkins The God Delusion – è in fondo suonare le corde sbagliate.
Per questo il messaggio dell’UAAR può sembrare un po’ stonato – è la risposta ad una provocazione di cui nessuno sa nulla.
In un paese in cui si è credente per default come il nostro, i non credenti non sono sotto attacco – sono semplicemente ignorati.
Ed è qui che la reazione di un portavoce del governo si fà particolarmente offensiva – perché dimostra che il governo (e non è una questione di colore) implicitamente privilegia le sensibilità di unaparte della popolazione ignorando quelle di un’altra parte.
Questo è male.
D’altra parte, escludendo evoluzioni impreviste del panorama sociale e culturale del nostro paese, è molto probabile che, quando non saranno più ignorati, i non credenti verranno assimilati ai satanisti.
Ma affronteremo quel problema quando si presenterà.
A questo punto, beccatevi George Carlin…
21 gennaio 2009 alle 1:56 PM
ma come? TU non sei satanista!? 🙂 Male!
21 gennaio 2009 alle 1:56 PM
cioè… bene! Vedi un po’ tu… 😀
21 gennaio 2009 alle 2:06 PM
Ora, a rigor di logica, se proprio uno deve adorare qualcosa o qualcuno – a parte fare come Carlin e adorare il Sole e Joe Pesci…
Se proprio devo adorare qualcuno, dicevo, adoro l’originale – forte, buono e onnipotente.
Mi dà delle garanzie a lungo termine.
Voglio dire, ok fare il tifo per i perdenti, ma adorare il diavolo, è proprio da sfigati…
21 gennaio 2009 alle 2:18 PM
boh, qualcuno aveva opinioni diverse al riguardo :-)… sai, cose come “sacrifica al genio dell’Imperatore” ecc. Bisogna d’altra parte vedere un po’ che cosa s’intende per “Satana”: per san Paolo era, sic et simpliciter (o quasi), l’Impero Romano — rimando alla lettura (à propos: l’hai letto?) di un libro che qui non menziono per non far pubblicità a un editore che non se la merita… 😉
21 gennaio 2009 alle 2:22 PM
Lo centellino, ma ormai son quasi alla fine…
Poi pensavo di farci un bel post.
Negli ultimi tempi, per motivi che esplicherò un dì de visu, mi sono dedicato al Taoismo…
21 gennaio 2009 alle 2:27 PM
Il problema fondamentale è se credere o meno in qualcosa o qualcuno. I satanisti credono in un megaangelo rinnegato, un gradino sotto dio. Tanto varrebbe credere nel titolare, credo. Se si vuol credere, ovviamente. Altrimenti si rimane agnostici e buona notte.
21 gennaio 2009 alle 2:30 PM
@MaxCiti: beh, sai, allora perché non raccontarglielo anche a tanti ‘revolucionarios’ a oltranza, che è meglio mettersi, in fondo in fondo, dalla parte del Padre capitalismo, piuttosto che sceglier altre vie spinosissime e irte d’insidie? 😉
21 gennaio 2009 alle 2:32 PM
Esatto.
Se proprio voglio scommettere, punto sul favorito.
21 gennaio 2009 alle 2:42 PM
Troppi messaggi tutti insieme…
@celio:
Di fatto, sia Comunismo che Capitalismo sono religioni; hanno i loro testi sacri, i loro profeti, i loro precetti e le loro liste di pratiche consentite e pratiche proibite.
Entrambe hanno, se vogliamo, un loro tao, una via da seguire.
Entrambe promettono un paradiso (in terra) in cui i fedeli godranno del concretizzarsi dei precetti astratti che stanno seguendo.
Il futuro rimpiazza l’aldilà.
Ed è interessante notare che entrambe sono fondate su ipotesi che non hanno dimostrazione sperimentale (o che sono proprio semplicemente sbagliate, poiché basate su una matematica erronea).
Ergo…
21 gennaio 2009 alle 4:37 PM
Sono affascinata da questo argomentare… 🙂
Vorrei dire tante cose e, in realtà, ne dirò pochissime perché i piani che si incrociano sono paralleli e, in quanto tali, non si incroceranno mai.
Io credo. E solo a scriverlo fa paura. Non c’è spiegazione. Non c’è congettura scientifica che tenga.
A differenza del comunismo – che può aver avuto degli indubitabili punti di coerenza con il mio pensare – per ciò che riguarda Dio, a un certo punto, mi sono arresa.
Come Pascal (e scusate l’indegno paragone), mi sono consumata nel dilemma ma non è servito a niente. Talvolta la fede la senti come un dono, qualche volta la senti come fardello. Per me funziona così. Ciò che so, è che ci sono preti che dicono e fanno cose che non c’entrano niente con questo pensare comune e bigotto che spacciamo per cristianesimo. Allora mi sento meno sola. Ripeto. Vorrei dire tante cose ma non so da dove cominciare…
21 gennaio 2009 alle 4:41 PM
PS comunque sono d’accordo con Davide: se sei satanista, credi (indirettamente) all’esistenza di Dio. Dunque non sei ateo. Altrimenti che satanista sei?
21 gennaio 2009 alle 5:03 PM
Be’ son d’accordo anch’io, MG; rettifichiamo, allora: il minimo denominatore comune tra atei e satanisti non è, evidentemente, la fede, ma la semplice opposizione all’idea di Dio. In questo senso, sì, direi che possono essere tranquillamente associati (fanno tutti lo stesso gioco, tirano tutti l’acqua allo stesso mulino, ‘religiosamente’ parlando… ).
21 gennaio 2009 alle 5:15 PM
Ah, l’orrido papista!
Dissento su tutta la linea.
Per l’ateo, Dio non esiste, il Diavolo non esiste, Shuub-wankalot non esiste.
Per il satanista, il Diavolo è certamente una entità reale, e Dio è l’avversario (che poi sia rappresentatocome assente, dormiente o quant’altro, sono i diversi sapori, come dal gelataio).
L’ateo e il satanista vivono in due universi radicalmente differenti.
Che poi l’Inquisitore ponga entrambi sulla stessa graticola, è una mancanza di sottigliezza classificativa – o una forma di ben meditato opportunismo politico – da parte dell’Inquisitore.
21 gennaio 2009 alle 5:26 PM
La religione è “una condizione ontologica di dipendenza che affiora alla consapevolezza”, mentre la fede è “l’adesione a una parola detta da Dio nella storia”. La differenza è evidente, ed è il motivo per cui, come dice Davide, il Comunismo può essere considerato una religione (anzi lo è a tutti gli effetti). Non so se può essere un contributo utile, ma ho sempre trovato con difficoltà qualcuno in grado di differenziare religione e fede (che non sono sinonimi, ovvio).
21 gennaio 2009 alle 5:36 PM
@Enzo B: uh, son belle definizioni, soprattutto se si ha un ‘background’ giudeo-islamo-cristiano, ma… e se, anche così, fossero interscambiabili? Proviamo. Ecco: La fede è “una condizione ontologica di dipendenza che affiora alla consapevolezza”: sì, giusto, ci sta, mi pare; la religione è “l’adesione a una parola detta da Dio nella storia”: anzi, funziona anche meglio di prima. Dunque? Mi sa che non è mai tanto facile manipolare idee così semplici/complesse.
21 gennaio 2009 alle 5:36 PM
Ottimo colpo, Enzo.
La questione Fede/Religione è interessante e meriterebbe un discorso a parte – quanti aderiscono ad una religione senza avere fede?
Quanti confondono le due quando fa loro comodo?
Argomenti interessanti.
Ragazzi… questo dibattito comincia a scaldarsi!
Io sono solo uno che studia gli animali morti e deride i creazionisti….
21 gennaio 2009 alle 5:48 PM
“Ah, l’orrido papista!”
@Davide: tutto – o quasi – di me si può dire, fuor ch’io sia papista: non lo sono, ma cerco talora
di indossare rocchetta e piviale, e mi provo a ragionar come loro… faccio la parte – come dire? – dell’advocatus diaboli…
21 gennaio 2009 alle 5:59 PM
… e così il cerchio si chiude.
22 gennaio 2009 alle 12:02 AM
Le definizioni, ovviamente, non sono interscambiabili, perché indicano due entità ben distinte; poi se non ci si intende sulle basi del linguaggio, mi sembra un po’ sterile discutere oltre.
Buonanotte.
22 gennaio 2009 alle 9:39 AM
1) ‘La religione è “una condizione ontologica di dipendenza che affiora alla consapevolezza”’: boh. Con buona pace di Davide, che ha mostrato di apprezzare la sintesi: aria fritta (‘linguisticamente’ parlando, per carità! Nelle intenzioni dello scrivente no di certo, non ci piove. Ma… il linguaggio è – deve essere – un codice condiviso). Il buddhismo, il jainismo, l’animismo, il cargo-cult sono dunque ‘condizioni ontologiche’?
2) ‘la fede è “l’adesione a una parola detta da Dio nella storia”’: ci risiamo. dunque chi è buddhista, jainista, animista ecc. implicitamente non ha una fede (e non ha neanche un dio). Così sia, se vi piace. Però è – mi scuso, ma lo dico – un binomio di sciocchezze.
22 gennaio 2009 alle 10:35 AM
L’animismo è una religione.
Riesci a intravedere un barlume di luce?
Mi sembra che il problema sia che incolli alla sola fede l’esistenza di dio.
Comunque le definizioni sono valide, fidati. Poi puoi dirmi che un triangolo ha quattro lati. Felice tu.
Qui davvero chiudo.
22 gennaio 2009 alle 10:38 AM
Mah, io credo voi abbiate letto troppi libri scritti da tedeschi in secoli ormai andati.
Comunque, da rude meccanico ho consultato un dizionario.
“Ontologico” significa: “Che si riferisce all’essere in generale, alle sue strutture immutabili, oggettive e reali.”
In questo senso essere buddhisti o aspettare che arrivino le navi cariche di doni, a me paiono oggettive condizioni dell’essere.
Ma potrei sbagliare.
Io studio gli animali morti.
E questo dibattito assomiglia sempre di più ad un animale morto.
E un po’ frollo.
Lascerò perciò che le forze naturali in atto procedano a fossilizzarlo.
22 gennaio 2009 alle 10:47 AM
“Oh, ho visto la luce!!!” Sì, grazie, grazie (e adesso comincerò a capitombolare come un blues brother un po’ bolso). D’accordo comunque, chiudiamo. E, come dice quel tale, tornio ciascuno alle sue faccende, chi alla storia delle religioni (o delle fedi religiose?), chi ai fossili, chi alla cibalgina…
22 gennaio 2009 alle 10:56 AM
… psst, però sarebbe buona creanza, giusto per non imporre altrui una ‘fede cieca’ nelle parole del prossimo, declinare una informazioncina: si potrebbe sapere chi ha formulato le due brillanti definizioni di cui sopra? Son cose da manuale di filosofia? O sono semplicemente frutto di — comunque rispettabilissime — sincresi personali?
22 gennaio 2009 alle 11:04 AM
… lo chiedo così per dire, perché puzzano di hegelismo lontano un miglio…
22 gennaio 2009 alle 2:45 PM
Veramente anch’io sarei interessata a conoscere la fonte delle definizioni per approfondire un po’ la questione… Grazie 🙂
22 gennaio 2009 alle 7:45 PM
Perché l’ateo dovrebbe opporsi all’idea di Dio? O almeno tanto per non generalizzare eccessivamente, questa atea qui specifica che sono io. Io non mi oppongo affatto all’idea di Dio. Semplicemente non è una mia idea, e quando mi sveglio in piena notte, per tenere lontani buio e solitudine, mi racconto altre storie. Ma essendo per il massimo della libertà individuale, nel rispetto della legge e dell’interesse collettivo, non mi offende né mi preoccupa che altri pensino ai loro svariati o unici dei. Invece, se uno dice di essere cristiano o musulmano o parsi o qualsiasi altra cosa, nessuno cerca di convincerlo con cavilli che non è quel che è o pensa di essere, come succede ai senza dio. Mah. C’è qualcosa che non capisco, e per fortuna non mi intessa nemmeno tanto.
22 gennaio 2009 alle 11:14 PM
Bene. Perfetto. Ma dunque, mi domando e dico: perché cercare di convincere del contrario chi un qualche deuzzo ce l’ha (o crede di averlo)? Che i ‘muslimuna’ (o “credenti”, fuori d’ogni latitudinarismo culturale) facciano proselitismo è un fatto ch’è un po’ nel loro codice genetico. Ma perché anche gli atei dovrebbero cercare di evangelizzare il prossimo loro dando buone notizie del péntolo come quella che qualcuno avrebbe tentato di spacciare sulle quattroruote di un bus di linea Genova-Nervi? Che cos’è tutta questa fregola, questa hybris dell’assomigliarsi a tutti i costi a qualcun altro? Poh. Forse soltanto goliardìa d’altri tempi… In definitiva: che ciascuno si tenga il suo dio o il suo nulla, ma che nessuno venga a dire che questo è un metodo per combattere l’invadenza della Chiesa in politica e nella società: baggianate. Qui siamo semplicemente a Peppone e don Camillo redivivi.
25 gennaio 2009 alle 8:39 AM
@Maria Grazia: ahimé, mia cara!, mi sa che rimarremo con i nostri interrogativi! Monsieur Homais ha deciso di lasciarci alla nostra ignoranza…