Ripeto un ritornello che compare di frequente su queste pagine – e riguarda la mia meraviglia alla capacità dell’editoria anglosassone (forte di un mercato vastissimo) di accomodare le cose più strane ed eccentriche.
Se è vero che dei best-seller da spiaggia vengono tirate milioni di copie su carta da pizza per prezzi popolari, è anche vero che c’è spazio per opere molto molto insolite, con standard qualitativi altissimi, destinate ad una fascia di pubblico che forse qui da noi non esiste più.
Non c’è proposta eccentrica, insomma, che apparentemente non riesca a trovare una casa.
Del tipo – un esperto di museologia, Jeff Hoke, già responsabile di alcune delle esposizioni più famose al mondo, decide di pubblicare una dettagliata guida ad un museo che non esiste.
Un museo progettato con cura, che sulla base di una progressione alchemica e sotto l’egida, molto opportunamente, delle Muse, recuperi gli elementi del meraviglioso che il nostro sistema educativo tende ad eliminare.
In una atmosfera familiare ed amichevole, il Museo della Meraviglia Perduta tenterà di rispondere a quelle preoccupazioni che sono importanti allepersone curiose di ogni età. Attraverso istruttivi oggetti esposti, illuminate discussioni ed attività accattivanti scopriremo un modo dimenticato di guardare al mondo che un tempo induceva meraviglia in molti, ed ora produce solamente confusione in pochi.
Il risultato è un volume graficamente splendido, popolato di strani “pezzi” – quattro o cinque ipotesi sulla creazione dell’universo, i principi della medicina umorale e la frenologia, la teoria fluxionica della birra gelata, memetica e hardwiring genetico, una collezione di metodi per avere delle visioni (incluso il pugnale di Newton), la fenomenologia dei significati, la mappa della tenerezza, la ruota cognitiva tibetana e infinite altre meraviglie.
Tutti reperti amorevolmente illustrati, e sette dei più spettacolari offerti in kit di montaggio affinché il visitatore del museo possa costruire i propri… a cominciare da un modello in scala dell’universo.
E poi fumetti (le avventure del pupazzo Gnomon), test, esperimenti e attività diverse.
The Museum of Lost Wonder uscì negli stati uniti nel 2006, un altro di quei libri che mi portano ad invidiare i ragazzini che ebbero la possibilità di scoprirli in giovane età.
Questo è sense of wonder, distillato e imbottigliato.
Per i curiosi, esiste anche un sito internet – che propone ulteriori meraviglie ( e vende altre costose, deliziose stravaganze).

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