E così pare che un esponente della Lega Nord, certo Matteo Savini, abbia proposto di destinare alcune carrozze della Metropolitana milanese ai soli milanesi.
Già.
Uno arriva in stazione e probabilmente trova dei cancelli separati, che conducono a sezioni separare della banchina – di quà, con le panche di tubolare metallico scassate, i graffiti e i cestini del pattume ricolmi, i non-milanesi pronti a riversarsi in tetri vagoni usciti direttamente da “I Guerrieri della Notte”.
Di là, con le poltrone imbottite e la filodiffusione, i milanesi che si mangiano una fetta di panettone e parlano di lavoro al cellulare mentre aspettano di salire ordinatamente sui loro sontuosi vagoni riservati.
Chissà come faranno a distinguere, fra Milanesi D.O.C. e plebe.
Documenti di viaggio diversi?
Passeggero: “Un biglietto della metro”
Tabaccaio: “Lei è di Milano?”
Un tatuaggio sulla fronte?
Un futuribile chip impiantato sottopelle a tutti i residenti?
Di sicuro, le reazioni sono state piuttosto dure nei confronti della sparata legaiola.
“E’ una proposta che offende la Costituzione e la dignità. Proposte del genere non si fanno perché sono offensive della Costituzione e della dignità delle persone, a prescindere dal colore della pelle”.
Lo ha detto Fini.
Povero Fini.
Dopo tutto quello che ha fatto per farsi sdoganare come progressista, gli tocca lavorare in un circo equestre fra nani e clown.
Comunque, tanto per dimostrare che qui da noi siamo ma molto più avanti, a Torino avevamo già trovato, una manciata di anni or sono, un metodo per aggirare il problema:
Problema risolto.

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8 Maggio 2009 alle 4:36 PM
Grazie, grazie, grazie!
Ma fanno corsi a distanza? Se no, poi, come faccio a trovare la carrozza giusta? E se sbaglio? E se poi mi trovo per sbaglio in quella destinata ai leghisti? Che mi fanno? Ma ci si divide per regioni? Perché così sarebbe più facile sai… Magari tiro fuori un bel fazzolettino nero, da meridionale DOC, ed una valigetta di cartone elegantemente chiusa da apposito spago, in cui riporre il mio portatile.
Così sono riconoscibile e troverò sicuramente qualche gentile signore che – in elegante divisa ed un bel cane al guinzaglio – mi sospinge verso la carrozza a me destinata. Che prospettiva meravigliosa! Mi sembra di sognare ad occhi aperti…
Ditemi che quest’incubo finirà, prima o poi.
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9 Maggio 2009 alle 11:01 AM
Ohmmi, ma dài, Mana, che anche qui a Turìn siamo orgoliosi di noi stessi (e poi, il ‘cituyèn’ Borghezio non è uno dei nostri?)… mica abbiam bisogno di ussir da la pàuta, nui àuti! 😉