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Non hai mai visto i Goonies?!

14 commenti

Questo post è per Elvezio Sciallis, che in un outing senza precedenti ha pubblicamente ammesso sul proprio blog di non avere mai visto il film The Goonies, diretto da Richard Donner nel 1984.
Una specie di non-previsto piano-bar del fantastico.

Non possiamo sopperire al vuoto esistenziale che la mancata visione al momento giusto di questa pellicola non può non aver provocato nel popolare critico e polemista.
Possiamo però, per il solo gusto di rigirare ilcoltello nella piaga, cercare di spiegare perché la visione di questo film fondamentalmente brutto e fasullo costituisca, comunque, uno dei grandi spartiacque del tempo.

Oltre a The Goonies, sceneggiato da Chris Columbus su un soggetto di Steven Spielberg, Richard Donner merita di essere ricordato per i film The Omen, per il primo Superman del 1978 e per Ladyhawke, uno dei migliori fantasy del secolo scorso.
Ah, sì, e anche per Lethal Weapon.

Il film, dicevo, che fu mio privilegio vedere in prima visione in un cinema all’aperto in una località balneare, è – in retrospettiva – piuttosto brutto.
È irto di pessimi cliché raziali (i cattivi sono la banda Fratelli, il ragazzino orientale è un genio dell’elettronica…), ha una trama con abbastanza buchi da farci passare un galeone, un tripudio di effetti speciali da baraccone che lasciano presagire l’uscita in parallelo di un videogioco (come puntualmente accadde).
È poi un classico esempio di zuccherina trama alla Chris Columbus – per cui i cattivi non sono veramente cattivi – e della progressiva, inesorabile decadenza intellettuale di Steven Spielberg.
Aggiungiamo che è recitato abbastanza male, e il quadro è completo.

Forse l’unica cosa buona è la colonna sonora – firmata da Dave Grusin, con brani di Cyndi Lauper e degli REO Speedwagon.

Ma allora…?

Il punto, naturalmente, è vedere un film come I Goonies fra i 10 ed i 15 anni di età.
Dopo, è già probabilmente troppo tardi.
Ma per un ragazzino, nel 1985, vedere The Goonies significava vedere su schermo tutte le fantasie di quello strano periodo fra l’infanzia e l’adolescenza – avventure, mappe misteriose, enigmi, caverne, mostri, pirati…
Era sciocco e infantile – ma era anche una piccola summa di ciò che stava covando nell’inconscio collettivo dei ragazzi nati fra il 1970 ed il 1975.
Il detrito di infinite serie televisive, fumetti e film – ma anche baracconi di luna park e videogiochi, e le lunghe, inutili chiacchiere fatte sui pulman di ritorno dalle gite scolastiche.
La speranza che esistessero ancora dei misteri nel mondo sempre più regolamentato.
La possibilità di essere dei fighi anche se si era diversi, sovrappeso, troppo gracili…
La possibilità di dire un sacco di parolacce.
Più Cyndi Lauper.

Per noi, nati prima del ’70, c’erano e ci sono altre pellicole-chiave.
Ho coetanei la vita dei quali venne indelebilmente segnata da Vivi e Lascia Morire.
O da Guerre Stellari.
O da Xanadu.
O da Top Gun.
Ma si tratta di fenomeni diversi.

L’unico film – io credo – in grado di incarnare quella miscela di immaginario e illusorio che si affollava in fondo ai cervelli dei nati fra il 1965 ed il 1970 era uscito nel 1984, e nessuno se l’era filato.
Si trattava ovviamente di Le Avventure di Buckaroo Banzai Attraverso l’Ottava Dimensione.

Ma chi se li è persi, naturalmente, non può capire.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

14 thoughts on “Non hai mai visto i Goonies?!

  1. Polemista???
    🙂

    Comunque a me in genere non sono mai piaciute le cose di mappe di tesori pirati, avventure, archeologia, giungle e cose varie. Un tempo non amavo nemmeno il western ma lì poi è passata e ho recuperato tutto, ma se ancora adesso mi vuoi ammazzare di noia mettimi di fronte a cose di giungle e scimitarre e rocambolesche avventure.

    Io lì quella lì Lauper l’ho pure vista dal vivo madò quanto urla sguaiata ma che ha?

    Però ho anche visto dal vivo Samantha Fox e pure in posizione molto buona che lei era su una passerella elevata e cantava e si muoveva e io ero sotto e guardavo…

  2. Caro Davide, inizierò ad odiare i tuoi post, soprattutto quando questi, mio malgrado, mi riportano ad un’epoca che non tornerà più. Un viaggio nostalgico e malinconico nei miei ricordi, attraverso le sensazioni che hanno forgiato il mio immaginario. Tra noi due esiste una sostanziale differenza di età, tuttavia mi ritrovo perfettamente in ciò che scrivi. Non dico che mi manchi quel periodo della mia vita, questo no, sarebbe innaturale, ma talvolta provo nostalgia per quella fase dell’esistenza nella quale i sogni fantastici, che coltivo tutt’ora, sembrano alla portata del reale. Un risveglio amaro, quello di oggi. Sarà perché sento di essere in mezzo ad un guado, sarà perché la mia ragazza mi ha mollato dopo quasi cinque anni, o forse perché semplicemente odio l’ora legale…

  3. He, i Goonies fanno parte di quel gruppo di esperienze mitiche che ho perso al momento opportuno (altro esempio, assai più eclatante: i Blues Brothers). Certo che il tuo post e la risposta di Elvezio mi riportano a un tempo in cui il bipolarismo era già maturo: Madonna o Cindy? Samantha o Sabrina? Duran o Spandau?

  4. Ho letto il titolo sui feed RSS e ho pensato a Spike Milligan, Peter Sellers e a The Goon Show.

    Poi ho capito.
    Io, ‘sto coso, devo averlo perso nel periodo giusto: l’ho rivisto troppo tardi, ormai cinico ed indurito.
    Ho solo un vago ricordo di due concetti collegati.
    Gli attori bambini andrebbero strozzati da piccoli” e
    Ma perché dicono che il peggior film di Spielberg per ‘1941, Allarme a Hollywood‘? E ‘sto coso?“.

    Scopro ora che è solo una sua idea.
    Anche Jar Jar Binks è una idea di Speilberg.
    Stiamoappostostiamo.

    E, si, ci sono film che segnano le infanzie: il mio è capitato al cinemino parrocchiale, spettacoli estivi pomeridiani per bambini, 1983 – avevo dodici anni.
    Tra i classici Disney, c’era un film nuovo, coi dei robot e dei simpatici orsacchiotti sulla locandina.
    Poi è apparso un bikini dorato e la mia psiche ha subito danni permanenti.
    Che sono apparsi dal subconscio anni ed anni dopo, ma…

  5. Ricordo i Goonies (insieme a “Explorers”) quasi con tenerezza, anche per me hanno rappresentato una pietra miliare dell’adolescenza. Credo di essere stato uno dei pochi ad averlo visto dopo aver letto il libro per ragazzi (non se era un tie-in) ma ricordo che alcuni buchi di sceneggiatura nel libro erano spiegati, come l’incontro con la piovra gigante.
    Che c’era Cyndi Lauper neanche me ne sono accordo neanche quando l’ho risvisto in età matura!

  6. I Goonies sapevano di plastica (come molti altri film negli 80s) ma era bello e piacevole se non si avevano pretese, invece -Le Avventure di Buckaroo Banzai Attraverso l’Ottava Dimensione- non aveva e non ha niente di memorabile, anzi era talmente scarso da non essere neanche un bel B-movie ma solo un brutto piatto film. Infinitamente meglio -Dopo la caduta di New York- e simili prima o -Grosso guaio a Chinatown- dopo.

  7. I Goonies l’ho rivisto a Natale e mi sono divertito un sacco! 🙂

  8. @elvezio
    Sì, dai, polemista… altri userebbero espressioni diverse, ma io sono un fine intellettuale 😛

    @Quiller
    Io ero fuori dacerti giri, come raccontato in post precedenti. Cyndi Lauper l’ho scoperta dopo, con “A Night to Remember”. Però è vero, c’era una netta e insanabile frattura fra diverse tribù.

    @eugenio
    Nel film vero eproprio la Lauper compare per circa dodici secondi netti – se te la sei persa non c’è da preoccuparsi.

    @Coriolano
    A ciascuno il suo – ricordo benissimo gli appassionati di fantascienza incacchiati come furetti perché Buckaroo Banzai offendeva la loro sensibilità.
    Io continuo a trovarlo straordinario – non tanto per ciò che è, quanto per ciò che implica, e per il suo recupero ed aggiornamento dei motivi e dei cliché dei vecchi serial pulp agli anni ’80… proprio ieri sera l’ho descritto come i’ultimo episodio della terza stagione di un serial che non vedrai mai.
    E poi, è vero, ho letto i romanzi, occhieggiato i fumetti…
    A modo mio sono un Blue Blazer 😀

    Grosso guaio a Chinatown mi piace moltissimo, per quanto non sia il meglio di Carpenter e negli ultimi anni, dopo essere stato esposto al cinema di Hong Kong a cui si ispira, lo trovi irrimediabilmente lento.

  9. I Goonies hanno rappresentato per me le stesse cose che hanno rappresentato per te (e per migliaia di altri ex-ragazzini).
    Col senno di poi può risultare un film stupido e zuccheroso, ma allora era una sorta di “manifesto dell’adolescenza”.
    Io sono cresciuto tra l’esplorazione delle classiche case abbandonate di paese, i librogame, i soldatini, i boschetti di robinie in cui ci si sfidava a cerbottane e altri giochi del genere.
    I Goonies riassumevano tutto ciò, e gli “eroi” erano – per una volta – dei ragazzini e non dei fighi alla Top Gun o alla Rambo.
    Davvero imperdibile.

  10. [Buckaroo Banzai] Io continuo a trovarlo straordinario – non tanto per ciò che è, quanto per ciò che implica, e per il suo recupero ed aggiornamento dei motivi e dei cliché dei vecchi serial pulp agli anni ‘80… proprio ieri sera l’ho descritto come i’ultimo episodio della terza stagione di un serial che non vedrai mai.
    ———————
    Sinceramente quando lo vidi non mi lasciò nessuna emozione particolare, ma lo archiviai come altri film del periodo quasi come un -Howard… e il destino del mondo- qualsiasi… così se possibile mi verrebbe da chiedere cosa abbia mai avuto di tanto importante, e poi di quale serie sarebbe in qualche modo l’ultimo capitolo?

  11. Della serie “Le Avventure di Buckaroo Banzai” – che semplicemnete non è mai stata realizzata – ma il film è sceneggiato come se lo fosse stata, e come se gli spettatori ne fossero perfettamente al corrente.
    Prima dei titoli di coda del film, in effetti, compare anche un annuncio dell’episodio successivo (BB contro la Lega del Crimine), che nessuno, credo, ebbe mai intenzione di girare.
    Per cui magari non è proprio l’ultimo episodio… la settimana prossima, ci viene promesso, avrà inizio una nuova avventura.

    È questa l’idea che io trovo divertente – e che mi divertì fin dalla prima visione: quella di lasciare tutta la backstory in ellissi. Il film è l’ultimo episodio di una serie che viene data per scontata, ma non è mai stata realizzata. Ogni personaggio, ogni situazione, ha una sua storia che si suppone mitica, ma che semplicemente non ci hanno mai raccontato,
    Il romanzo di Earl Max Rauch gioca con la stessa dinamica – buttando lì riferimenti ad eventi che il lettore assiduo della serie (inesistente) dovrebbe conoscere. Idem per i fumetti.

    E poi c’è il gioco ricorsivo per cui i fan dei fumetti di Buckaroo Banzai sono incorporati nel film, ed in effetti vengono in aiuto del loro eroe nel momento di crisi.

    Tutto questo, oltre ad essere (dichiaratamente, da parte di Rauch) un tributo alla narrativa seriale ed ai serial radiofonici e cinematografici degli anni ’40 (con i loro archi narrativi in successione, e gli spettatori armati di codici per decodificare i messaggi segreti), è un buon esperimento nel creare un intero universo fittizio senza esplicitarlo.
    Non è completamente riuscito, ma dimostra del coraggio.

    Poi, come dicevo, a ciascuno il suo.

  12. Richiesta al pianista: dopo il bell’articolo sui migliori film di spionaggio, potresti scrivere qualcosa sui migliori film fantasy in stile Ladyhawke (un Rutger Hauer e un John Wood in stato di grazia).

  13. Molto volentieri.
    Magari stanotte…

  14. Pingback: Il film del Natale Passato « strategie evolutive

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