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Il Re sui Tetti

10 commenti

Post leggero, quasi un piano-bar… anche se non esattamente del fatastico.

Si parlava di Vittorio Emanuele Secondo, su un blog qui vicino.
Si parlava di storia alternativa.

Si parlava dell’ipotesi – scontata da molti – secondo la quale Vittorio Emanuele Secondo di savoia non arrivò mai al trono, essendo rimasto ucciso in un incendio nel quale morì anche la sua nutrice.
La leggenda vorrebbe allora uno scambio notturno – orchestrato dal solito Generale Govone, burattino e burattinaio occulto della corte sabauda – con il neonato figlio di un popolano, un macellaio toscano, certo Tanaca.

Che detto così, suona quasi giapponese.
Tanaka-san.

Ma la cosa che ha causato una certa sorpresa, forse perché è un fattoide che riguarda quasi esclusivamente i torinesi, è l’appellativo col quale spesso viene etichettato Vittorio Emanuele Secondo.

El re en sji cup

O se preferite

Cul ca marcia ‘n sji cup

Quello che cammina sui tetti – il re sui tetti.

Lo strano appellativo non dipende da qualche verniana apparecchiatura messa a sua disposizione (ancora e sempre da Govone, prezzemolo cospirativo, che fu sostenitore della superiorità aerea nella prima metà dell’800), ma per via di un monumento.

Il monumento si trova – molto opportunamente – in Largo Vittorio Emanuele Secondo, all’incrocio fra Corso Vittorio Emanuele Secondo e corso Galileo Ferraris.

Il monumento venne progettato dall’architetto Costa, e ci vollero diciassette anni per erigerlo.
Quattro colonne alte ventisei metri che reggonolo statuone di bronzo da nove metri di Vittorio Emanuele – scelto fra molti modelli diversi, sottoposti ad un comitato prima ed alla popolazione dopo.
Non per nulla ci misero vent’anni o quasi a finire…

Non che il municipio gradisse granché quel monumento.

E quando il monumento fu finito, tutti, m proprio tutti, si resero conto che il povero sovrano di bronzo era talmente in alto, lassù sulel sue colonne, che da lontano pareva stesse passeggiando sui tetti del centro.

Detto, fatto.

Ma a pensarci bene, forse El re’n sji cup è comunque meglio di Sciaboletta.

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Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

10 thoughts on “Il Re sui Tetti

  1. Ah! Confermo: questa non la sapevo proprio. E mi è piaciuto leggerla. Perché l’amore per la Storia si nutre anche dell’amore per questi dettagli che nessuno – ma proprio nessuno – si prodiga a diffondere nelle scuole. Saranno inutili e ininfluenti, ma forse si potrebbe iniziare dal dettaglio per alimentare la passione verso una materia fin troppo vituperata.

    Comunque la faccenda della “sostituzione” è affascinante. Più o meno come quella del sosia del defunto Pippo Franco. Beh, quasi.

    E su Sciaboletta potrei scriverci un libro. E’ che non ho ancora capito se lo descriverei come un incompreso o come un totale incompetente.

  2. Qui a Torino, poco lontano dal Museo Egizio, c’è una pizzeria.
    Hanno tre quadri appesi all’ingresso.
    Vittorio Emanuele Secondo, la Regina Margherita e Sciaboletta.
    Poiché i tre quadri sono sistematialla stessa altezza, V.E II e Margherita sono ritratti dalla vita in su.
    Di Sciaboletta si vede solo la sommità della testa, col taglio a spazzola.
    A febbraio mi sono trovato a dover spiegare quei tre quadri ad un’amica giapponese.
    E mano a mano che parlavamo, Sciaboletta, da personaggio semplicemente ridicolo, è emerso come una creatura profondamente frustrata, incattivita e incompetente.
    “Se fosse stato di venti centimetri più alto,” mi ha detto la mia amica, “vi sareste risparmiati una guerra ed una dittatura.”
    Bisogna capirla – è una scrittrice di fantascienza…

  3. affascinante, questa…
    molto.
    intendo il re sui tetti, non sciaboletta eh.

  4. Ahimé, il mondo è pieno di sciabolette… 😉

  5. Ho un piccolo aneddoto “fantascientifico” sul monumento di Vitt. Em. Stavo accompagnando Norman Spinrad (ospite di TorinoComics 2001) all’aereoporto . Quando Norman ha notato il monumento, che però all’epoca era completamente ricoperto da teli per manutenzione, e gli ho spiegato che era la “statua” del primo re d’Italia è rimasto fortemente scandalizzato perché pensava che tutto il monumento (circa 10 m) fosse occupato dall’effige del re…un po’ come quelle enormi statue di Lenin in stile sovietico!

  6. In effetti, l’intero monumento sono 36 metri e rotti…
    Tra l’altro c’è la faccenda che, dopo il restauro, la statua potrebbe essere stata piazzata nella posizione sbagliata (c’è tutta una complessa analisi su quale dovrebbe esdsere la direzione nella quale è rivolto lo sguardo del sovrano di bronzo…)

    Povero Spinrad… ma nel 2001 ce n’erano parecchi, di monumenti impacchettati a Torino…

  7. Della sostituzione ne avevo sentito parlare parecchio, ed in effetti è curioso che da un re alto due metri e passa, chiaro di carnagione e dai lineamenti aristocratici come Carlo Alberto sia venuto fuori quel piccoletto rubizzo dal volto socratico (per dirla con De Crescenzo, “co’ na faccia ‘e cane bulldog”). Senza voler mancare di rispetto alla figura di Vitt. Em. II, ovviamente… ma non ci sono santi, bello non era.

  8. … Ma compensava provandoci con molto più impegno… 😉
    Deve aver sparso discendenti illegittimi su e giù per la penisola.

    In effetti, la fisiognomica porta a riflettere su questa storia dello scambio.
    Così come il fatto che, stando alle cronache ufficiali, l’incendio famoso uccise la nutrice ma lasciò illeso il neonato…

  9. Uno dei quali discendenti illegittimi è qui in persona.

    Vuole la leggenda tramandata da parte di nonna che Il “Padre Della Patria” sia il mio bisavolo, papà del mitico Murisi (Maurizio), abbandonato in una chiesa presso una palazzina di caccia, che misteriosamente studiò in orfanotrofio, divenne impiegato di successo nelle regie amministrazioni del neonato Stato Italiano e capostipite di una dinastia di carabinieri reali e di suonatori di fiati.
    Il defunto barbaRicu unì le due cose, dirigendo la banda col pennacchio in testa sotto ai tetti su cui camminava l’avo, alla Cernaia…

    Bisognerebbe indagare sui trascorsi del buon Vittorio col flicorno.

  10. Bentrovato, Locomotiva!
    Cominciavo a darti per disperso.
    Spero tutto vadaper il meglio.

    Ed ora scopro che potresti ambire al titolo di Fitzroy – se invece di Vittorio Emanuele l’antenato fosse stato Enrico Ottavo (un altro che per spargere il proprio materiale genetico…)

    E a questo proposito, sul flicorno e Vittorio Eanuele Secondo, evitiamo facili battute 😀

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