Io li adoro, gli automobilisti del Monferrato.
Non è il fatto che abbiano una predilezione per automobili dalle dimensioni deplorevolmente compensatorie.
Non è il fatto che guidino ai 110 all’ora su stradicciole di campagna.
Non è il fatto che guidino normalmente a cavallo della linea di mezzeria, come tante macchinine Polystil.
Non è il fatto che per loro Distanza di Sicurezza significhi la sicurezza di infilarsi nel bagagliaio dell’auto che li precede qualora il guidatore dovesse decidere di toccare i freni, e perciò ti si piazzino in coda a tre spanne, facendoti i fari perchè vai maledettamente troppo piano per i loro gusti.
Non è il fatto di considerare la precedenza una cosa per i deboli.
Non è il fatto che i loro fari siano sempre e comunque bloccati sulla posizione abbaglianti.
No, di fatto, per suscitare la mia adorazione, basta il modo in cui parcheggiano.
8 marzo 2011 alle 8:41 PM
Ahahah ogni mondo è paese:-)
8 marzo 2011 alle 9:51 PM
non so cosa sia peggio, se una range rover che occupa tre posti o una smart che ne occupa 2 e 1/2…
8 marzo 2011 alle 10:16 PM
o una città come Bari (ci sono nata) dove anche le biciclette vanno contromano…
9 marzo 2011 alle 12:36 AM
Mirabile. Un parcheggio eseguito con abilità chirurgica. la stessa che dovrebbe servire al medico per rimettere a posto il proprietario dopo che è stato fracassato di legnate da tutti quelli che volevano parcheggiare negli altri due posti.
9 marzo 2011 alle 8:47 AM
Cose che capitano dappertutto, anche qui da me. Tempo fa torno a riprendere l’auto (che per fortuna uso pochissimo perché nella mia città, Vercelli, si può andare tranquillamente a piedi da una parte all’altra) e la trovo ristretta tra altre due tanto che non sono riuscito ad aprire lo sportello ed entrare né da una parte né dall’altra; mi restava solo il cofano posteriore. Ho preferito andare a fare un’altro giro per non aspettare che uno dei due c***ni venisse a ‘liberarmi’ e doverlo affrontare.
Temistocle
9 marzo 2011 alle 10:58 AM
Io una volta dal portello posteriore della vecchia Panda ci sono entrato davvero.
Ero in un parcheggio a pagamento ed i due che mi si erano dipinti addosso avevano in bella mostra tagliandi che garantivano che per le prossime cinque ore non si sarebbero mossi.
O prendere il tram e tornare il mattino dopo, o fare il contorsionista attraverso il bagagliaio.
9 marzo 2011 alle 5:29 PM
Vivi a milano poi vediamo