La notizia è fresca dal New York Times.
In un documento circolato nei giorni passati, il Ministero per la Radio, il Cinema e la Televisione del governo cinese ha stigmatizzato le produzioni che trattano di viaggi nel tempo, definendo tali spettacoli come
privi di pensieri positivi e di significato
E non solo.
Stando al documento in questione, le storie che trattano di viaggi nel tempo
inventano miti con leggerezza, hanno trame mostruose e strane, usano tattiche assurde, ed arrivano a promuovere il feudalesimo, la superstizione, il fatalismo e la reincarnazione.
Già, promuovono la reincarnazione.
Nel senso che voi vi guardate qualche episodio di Doctor Who, per dire, e poi fatalisticamente, decidete di reincarnarvi.
O di volervi reincarnare.
O qualcosa del genere.
Le linee guida del governo cinese – che di fatto proibiscono, anche se non esplicitamente, di trattare i viaggi nel tempo come tema in film e telefilm – sono state divulgate senza una motivazione esplicita.
A detta dei corrispondenti del New York Times, il bersaglio principale delle direttive è probabilmente il più recente successo della Hunan Television, un network regionale che, con la serie “Palazzo”, ha negli ultimi tempi superato in share le reti di stato.
“Palazzo” (Gong) tratta la storia (“malsana”, a detta del governo cinese) di una giovane donna che, attratta da un antico dipinto, si trova proiettata nella Cina della dinastia Qing, dove finisce coinvolta in un triangolo sentimentale a corte.
Malsano all’estremo – anche se a vederlo su youtube (dove la serie è disponibile, in cinese sottotitolato in cinese) non pare poi così orrendo, se vi piacciono i fantasy sentimentali…
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18 aprile 2011 alle 3:44 PM
Interessante e molto curiosa questa visione del viaggio nel tempo come portatore di idee dissidenti. Evidentemente il viaggio nel tempo possiede un elemento intrinsecamente “rivoluzionario”, ovvero pensare che in qualche modo l’azione di un individuo possa essere tale da cambiare lo status quo, che invece dev’essere visto come inviolabile e inalterabile.
18 aprile 2011 alle 3:49 PM
Io credo che – questioni di share a parte – il problema principale per il governo cinese sia l’idealizzazione di un passato imperiale (per di più durante la dominazione manciù).
Mostrare l’Impero come un bel posto pieno di fiori e gente felice vestita di seta, in cui sbocciava la passione, contrastandolo con un presente alienante ed arido…
No buono.
18 aprile 2011 alle 7:04 PM
Non c’è anche per noi italiani “un bel posto pieno di fiori e gente felice vestita di seta, in cui sbocciava la passione, contrastandolo con un presente alienante ed arido…” come dici tu?
Temistocle
18 aprile 2011 alle 7:43 PM
Avevo già sentita questa “splendida” notizia.C’è da dire che le scuse che i censori tirano sempre fuori per giustificarsi fanno proprio pena.
19 aprile 2011 alle 1:42 PM
credo che la serie ne beneficierà in popolarità, ho visto un episodio e mezzo in cinese, sembra carino, peccato che di cinese capisco solo “grazie” e “ciao”
19 aprile 2011 alle 8:32 PM
assomiglia tanto a una di quelle “sciocchezze” che posto io certe volte. Ma qui è vero:-(