Giornata anomala, fra letto e computer con una febriciattola che mi stanca ma non mi ammazza.
Giornata a base di té bollente, aspirine e un buon libro.
E mi rendo conto all’improvviso che invecchiando – gli anni avanzano inesorabili – mi piacciono sempre di più i racconti e sempre meno mi attirano i romanzi (con tutti i debiti se e ma, naturalmente).
Così, per la mia giornata a letto con l’influenza, sfilo dalla cassa in cui sistemo i libri in lista di lettura Dark Mondays, una raccolta di storie di Kage Baker pubblicata poco prima della sua morte da Night Shade Books.
Acquistato usato, e conservato per il momento giusto.
Questo è il momento giusto.
Ho già dichiarato più volte la mia passione per la Baker, autrice colta e leggera, ironica e tagliente, che nella vita fu insegnante di inglese elisabettiano e che quindi è indispensabile leggere in originale.
Innamorata del mare, del teatro, della pirateria, dell’anacronismo.
Non ho ancora trovato un suo romanzo o un suo racconto che mi abbia deluso.
Dark Mondays abbandona per un momento il ciclo della Compagnia, che comprende il grosso della produzione della Baker, e si sposta verso altri lidi.
Il mare restituisce un uomo alla donna che amava, ma c’è un rovescio della medaglia.
Un ragazzino inventa la festività fittizia del Giorno della Scimmia.
Una giovane donna sfugge a tre aspiranti vampiri e si imbatte in un focosissimo amante.
I clienti del ristorante alla moda “Riccioli di Calamari” scivolano in un dopo-cena lovecraftiano.
Una mostra di automi si rivela teatro di una vendetta covata per decenni.
Un tipo entra in un faro.
L’Europa del 1505 prende un cammino diverso.
E per finire, Henry Morgan saccheggia la città di Panama, ma la faccenda prende una piega insolita.
Sette racconti brevi e una novella di cento pagine, un gran bel programma.
È vero, la raccolta includeva una nona storia, ma solo nell’edizione a tiratura limitata.
Dopo la scomparsa di Kage Baker, i volumi a tiratura limitata della Night Shade sono al di là delle mie possibilità.
In Italia, Urania ha pubblicato molto del materiale dell’autrice americana – ma limitandosi quasi esclusivamente alle storie della Compagnia, da quel che mi risulta.
Ed io continuo a sostenere, con tutto il rispetto per i traduttori, che Kage Baker vada letta in originale.
29 novembre 2011 alle 8:27 AM
Della Baker anche io ho letto solo la Compagnia (piace perfino a mia moglie, il che e` tutto dire), in italiano. Cerchero` di procurarmi la versione originale prima o poi.
Poveretta, morta cosi` giovane…
29 novembre 2011 alle 8:38 AM
Non conosco la scrittrice di cui sopra e neanche l’inglese, se è per questo. Ma mi piace il nuovo look del blog. Insolito ma accattivante. Ti odio per tutto quello che sai fare e fai!
29 novembre 2011 alle 9:07 AM
Da l’idea di essere veramente notevole, se sarò buono e non ti stresserò troppo per la tua raccolta me lo presti?
29 novembre 2011 alle 9:52 AM
La Baker avrebbe meritato che fossero tradotti in italiano non solo i volumi della Compagnia, ma anche tutto il resto.
Però non viviamo in un mondo perfetto…sopratutto a livello editoriale.
29 novembre 2011 alle 12:47 PM
@Enzo
OK, la prima volta che ci vediamo te lo passo.
29 novembre 2011 alle 1:06 PM
@ Davide: grazie, e guarisci presto