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Giocare via Web?

19 commenti

Giocare via web!
Che grande idea… specie con quel che costa oramai la benzina (difficile andare a Torino una volta la settimana per giocare) e col problema che i giocatori sono distribuiti su un’area geografica sempre più ampia.

Così, mentre in Moonbase su iniziativa del sempre affidabile (non è un’offesa!) Gianluca Santini (leggete il suo blog!) si fa brainstorming per organizzare un play-by-chat, io mi rastrello le sinapsi per mettere insieme un gioco a Eclipse Phase al quale possa partecipare il mio amico IguanaJo (che ha anche lui un bel blog, e che impazzirebbe, a giocare a EP!), e magari qualcosa di opportunamente elisabettiano per la mia amica la Clarina (leggete anche il suo, di blog!)…
Sarebbe divertente.

E così si passa la serata a fare ricerca, si ravanano siti web, vecchie riviste di giochi, gli scaffali della collezione…
E si mette giù una rapida panoramica… sì, questo potrebbe essere il primo di diversi post.
Ma procediamo con calma.
Sì, ok, farò una serie di post.
Ma ora, voglio cominciare con tre giochi atipici e poco conosciuti, che si prestano ad una variante interessante del gioco via web utilizzando mezzi minimi e con tempi di organizzazioni pari quasi a zero.

Le Straordinarie Avventure del Barone di Munchausen

Sì, è uscito anche in italiano.
E sì, è uno spasso da leggere.
L’unico gioco di ruolo nella storia illustrato da Doré, scritto di suo pugno dal Barone di Munchausen in persona (nessun’altro sarebbe stato in grado), questo gioco si spiega in un amen.
Siamo nel Diciottesimo secolo.
Ciascun giocatore si attribuisce un nome ed un titolo altisonante (Abdul Habib, Califfo di Al Rasshan, Capitano Hieronimus Klippenstein del Quinto Dragoni…).
Seduti attorno al tavolo, ci si presenta, e poi, a turno, ci si sfida.
“Ditemi, Capitano Klippenstain, di quella volta che giocaste col Diavolo per la vostra anima…”
“Ammiraglio VonTollbooth, narrateci ancora del vostro incontro col Leviatano al largo dell’Isola di Pasqua, e di come riusciste a sfuggirgli…”
Ovviamente si cerca di inventare il tema più pretestuoso, sbarellato e assurdo possibile, per poi vedere come l’altro si cavi d’impaccio.
A questo punto, la persona interpellata deve sparare la più colossale fandonia possibile, narrando gli eventi descritti.
È posibile interromperlo, e mettere in dubbio le sue parole, in modo da complicare la sua storia.
Poi, si votano le fandonie migliori.

Naturalmente, solo dalla mente poliedrica del Barone poteva nascere un gioco che si adattasse con tanta semplicità a una chat line o a FaceBook… su facebook esiste addirittura il pulsante “Mi Piace”, messo lì da Zuckerberg proprio su suggerimento del Barone (che a suo tempo diede un paio di idee su come gestire un social network, data la sua esperienza nell’aver sviluppato alcuni sistemi operativi, prima di inventare internet).

A Thousand and One Nights

Sottotitolato “A Game of Enticig Stories”, questo gioco indie si basa sull’ambientazione e sulle atmosfere delle Mille e Una Notte per costruire un gioco narrativo non dissimile da quello proposto dal Barone, ma con delle variazioni interessanti.
I giocatori sono membri della corte del Sultano di Baghdad, e ciascuno ha una propria voce ed una propria ambizione.
Al fine di soddisfare la propria ambizione, i cortigiani devono guadagnarsi il favore del sultano, o raccontando storie che facciano aumentare il loro prestigio, o sbugiardando i cialtroni che tentano di subornare la fiducia del Protettore dei Veri Credenti…
Il meccanismo di interferenze e partecipazone è più complesso in Thousand and One Nights di quanto non sia in Munchausen, e richiede infatti la presenza di un master e narratore, ma i risultati possono anche qui essere molto divertenti.

Anche in questo caso, una chat line è l’ideale per un gioco di questo genere, anche sed sarebbe necessario codificare e regolare in qualche modo i livelli di interferenza fra giocatori.
Ma una volta studiata una meccanica di interazione su chat, ambientazione e meccaniche sono tali da garantire una più che discreta riuscita.

De Profundis

È certo il più noto dei giochi di cui stiamo parlando.
Gioco polacco, ispirato all’opera di H.P. Lovecraft, De Profundis si propone come gioco nato per il play-by-mail.
I giocatori interpretano personaggi all’interno di un universo lovecraftiano, che si scambiano lettere cercando di risolvere un qualche tipo di mistero.
Il mistero in se non è prefissato, ma deve emergere come risultato del lavoro collettivo di scrittura.
facciamo un esempio pratico.
Quattro giocatori, che si presentano come un collezionista di antichità, un bibliotecario, un docente di antropologia e un poliziotto in pensione (un bel gruppo per Call of Cthulhnu, insomma).
Il giocatore che interpreta il collezionista invia una lettera al docente di antropologia, descrivendogli uno strano oggetto acquistato ad un’asta, e chiedendo lumi. L’antropologo risponde, e intanto manda una seconda lettera al bibliotecario, per raccogliere ulteriori informazioni.
In questo modo, i giocatori interagiscono sempre a coppie.
Quando qualcuno svaligerà l’appartamento del collezionista, sottraendo l’artefatto, verrà tirato in ballo anche l’ex detective, che potrà aiutare facendo indagini di suo, o sfruttando contatti con la polizia.
E così via, mentre il mistero si infittisce e l’orrore ela paranoia crescono opportunamente.

Per quanto noi ai vecchi tempi lo si giocasse via email (la scelta più ovvia) De Profundis si adatta benissimo ad un gioco via blog.
Il primo giocatore posta la prima lettera, indicando il destinatario – che è l’unico a poter rispondere… e così via.
I commenti restano aperti per le discussioni out-of-character (ammesso che si decida di permetterle), e la storia emerge dai progressivi scambi.
Il mezzo elettronico permette di linkare testi esterni, aggiungere immagini e quant’altro.
Il risultato è un dossier narrativo/epistolare.
Roba tosta.

Bene.
Fin qui, per qualcosa di facile, veloce, divertente, e che sfrutta tre bellissimi giochini (nessuno supera le 40 pagine).
Prossimamente (per i prossimi giovedì?), una riflessione generale sui sistemi di gioco da usare in rete, e un paio di esempi di adattamento (che potrebbero diventare in futuro proposte di gioco, se qualcuno è interessato).

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

19 thoughts on “Giocare via Web?

  1. Mai giocato via web.
    In compenso ho fatto anni di play-by-notes. Non so se si chiama così; in pratica erano i tempi delle superiori e noi ci divertivamo a imbastire queste sessioni con tanto di “regole della casa”, scrivendo le varie azioni su foglietti che ci passavamo sotto banco.
    Erano sessioni a due: un master un giocatore. Però se ne svolgevano tre contemporaneamente (su avventure diverse, ovvio).
    Cosa mi hai fatto tornare in mente!

    Questa volta mi sa che mi tiro fuori dal progetto perché sono in un periodo non troppo positivo e al contempo bello pieno di impegni. Non credo che riuscire a star dietro a qualcosa di organizzato e seriale…

  2. E io che pensavo fossi tipo da dungeon crawl :).
    Anche io, anni fa, giocai una luuunghissima avventura via mail con un amico e devo dire che fu molto bella. In anni recenti (un paio di anni fa) masterizzai alcune sessioni sempre via email per un giocatore che per esigenze di lavoro poteva essereci solo 2 volte al mese. Cio` diede origini a delle sidequests di Hellfrost molto carine.
    Da quello che ho notato, il gioco di questo tipo rende bene (e si muove!) se i giocatori sono molto pochi (1-2 + Master) e se nelle avventure tiri, lanci e combattimenti sono “sfumati”. Altrimenti si diventa vecchi…

  3. Io son sempre qua, anche se l’impegno per un gioco quali quelli qui sopra (bellissimo quello del Barone!!!) mi pare decisamente superiore alle mie forze.
    Però ci proverei lo stesso, che l’idea è troppo intrigante per lasciarla cadere.

  4. Gran bell’articolo!! Il Barone di Munchausen mi ha folgorato, e presto lo proporrò al mio attuale gruppo di gioco “reale”. Capisci bene che quando si ha a disposizione un gruppo fatto tutto da teatranti di vario genere (attori, alievi attori, registi ecc) è tutta vita! 😀

    Invece il De Profundis…. L’idea di giocarlo tra blog è fichissima! °_° Bisognerebbe sfruttarla… Io mi rendo disponibile, per chiunque lo volesse! 😀

  5. Grandiosa idea!
    Anche se, come Iguana Jo, credo possa essere un impegno superiore alle mie forze, accolgo con grande entusiasmo l’idea e mi rendo immediatamente disponibile a eventuali proposte di gioco e /o discussioni sul tema 🙂

  6. Una nota sulla questione tempi.
    In realtà i tre giochi proposti qui sopra si mettono su in un pomeriggio (tempo di scrivere un condensato delle regole e passarlo ai giocatori) e si giocano con tempi estremamente gestibili.
    Una partita via chat a Munchausen può durare un’ora (ipotizzo quattro/cinque giocatori).
    Una… beh, partita è il termine sbagliato… una campagna, diciamo a De Profundis via blog può durare mesi, ma richiede poi di leggere una manciata di post alla settimana, e di postare una-due volte alla settimana (o anche meno).
    Di giochi realmente impegnativi parliamo nei prossimi post.
    Ma anche in quelli, quello che deve lavorare come un dannato resta il master.

  7. Sarà un effetto della crisi (economica o di mezza età che sia) ma è da un po’ di tempo che cerco di combattere l’abbrutimento sociale ripercorrendo le strade dell’immaginario e vista la dispora dei miei ex giocatori (chi a Tokyo, chi a Copenhagen, chi a Ostia con la famiglia) ho cercato sul Web sperimentando varie soluzioni.
    Abbandonata qualsiasi velleità di frequentare un MMORPG, ho tentato strade alternative dal virtual tabletop al play-by-forum (jooke.org), dai MUD ai play-by-chat (yourole.net) con risultati altalenanti.
    Sicuramente il gioco a distanza merita un approfondimento, mi aggrego con i miei 2 cent, se c’è spazio.

  8. Molto semplice e simile a munchausen è Kazekami Kyoko Kills Kublai Khan. Buono da giocare in chat, perfetto da giocare a letto.

  9. Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  10. Ok, ieri su MoonBase sono cascato dal pero con il gioco del Barone, ma dopo che hai detto che esiste in italiano mi sono ricordato di averne già sentito parlare tanto tempo fa (quando bazzicavo ancora i siti web sui GdR), mi pare sia edito, qui da noi, dalla Rose&Poison, se non erro… E mi ispira una cifra, anche perché io adoro il Barone! 🙂
    Molto e interessante, e sulla stessa falsariga anche gli altri, e su De Profundis mi ero già espresso ieri. 🙂

    Sono tutti giochi abbastanza vicini, come concept, al gioco di carte Sì Oscuro Signore, anche lì si costruisce una storia tutti insieme.

    Attendo gli altri post a tema, quindi. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

    PS: Grazie del link e dell’affidabile. 😀

  11. Ci dica, Sir Davide, di come si inoltro’ nella caverne Wazzur, alla ricerca del Cristallo di Luce in compagnia del fido Skunk, e di come dopo molte peripezie emerse dal vulcano Gochumacani in un aerostato fabbricato con pelli di gerbil.

  12. Anch’io ho pensato subito a SOS!
    Mi sembra molti interessante Baron Munchausen, molto in linea con il personaggio, e non posso fare a meno di ricordarne la versione cinematografica: «E mi dica, signor Barone, di come iniziò e pose fine alla guerra con il Sultano e di come poi sfuggì alla morte.»

  13. Oh, count me in, count me in! *.* Meraviglia delle meraviglie…

    E non sono sicura, ma credo che qualcosa di simile sia Songe: http://www.songe.fr/index2.htm (con la sua espansione Commedia). Ambientazione cappa&spada. In Francese. Mi par di capire che sia fondamentalmente narrativo, ma non so quanto sia adatto ad essere giocato via web.

  14. Non conoscevo Songe, farò indagini… le mie uscite sul gioco francofono sono limitate a pochi giochi di alto profilo.
    Comunque, il brainstorming prosegue, seguiranno altri post.
    E ti considereremo della partita.
    Potrebbe sempre venirne fuori qualcosa di divertente.

  15. Oh, beh, mi presento e mi propongo per De Profundis.

    Pro: buona conoscenza delle opere di HPL ed amici (CAS, REH, e così via), tempistiche perfette per me (da quanto capisco si tratta d’immaginare e scrivere una lettera a settimana).

    Contro: saranno vent’anni che non gioco a un GDR, non capisco nulla di blog, computer e così via (ma so connettermi a internet, almeno quello)

  16. Ricodo il Barone con immenso piacere, quando insieme espugnammo la fortezza di Kabril, armati solo di un pugnale in due.
    Però De profundis…

  17. Eh, De Profundis richiede tempo e dedizione, ma paga…

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