Non leggo più molti fumetti.
Una volta passavo almeno una volta la settimana in fumetteria.
Ma anche così, non è che mi piacesse granché.
Prima, molto prima, leggevo le riviste.
Heavy Metal (che in Francia si chiamava Metal Hurlant, e a volte leggevo anche quello), l’Eternauta, Frigidaire, Corto Maltese, 2000AD, talvolta Linus.
È lì che ho conosciuto disegnatori e narratori per immagini straordinari.
Segrelles.
Jimenez.
Corben.
E poi, quando capitava, qualche volumone della scuola franco-belga – Blake & Mortimer, i deliri psicogeografici di Peeters & Schuiten.
Diavolo, da ragazzino leggevo anche Yoko Tsuno – l’unico romanzo della serie è stato la mia prima lettura in lingua francese.
Non è esterofilia – è piuttosto un maggiore, o comunque diverso rispetto per il fumetto.
E credo sia stato Davide Toffolo (ma potrei sbagliare) a dire che i francesi il fumetto lo leggono in poltrona, noi lo leggiamo al gabinetto.
Ecco, ho finalmente fra le mani un fumetto italiano da leggere in poltrona.
Una cosa che non sfigurerebbe affatto su Heavy Metal, o su l’Eternauta.
Graficamente meraviglioso.
Narrativamente coraggioso.
E soprattutto, finalmente, un vero fumetto di fantascienza.
Si intitola Sturm und Drang – Tempi che Cambiano (sì, c’è un doppiosenso, lo scoprirete poi) ed è opera di Fulvio Gatti (sceneggiatura) e di Patrizio Evangelisti (disegni).
Il volume cartonato in perfetto stile franco-belga è stampato da Pavesio Editore, nome noto agli appassionati di narrativa sequenziale, eccellente esempio di come passione e business possano convivere nel rispetto dell’intelligenza del lettore.
La trama?
In un futuro quantomai prossimo, lo sviluppo e la diffusione del biotech hanno portato ad cambiamento di paradigma.
La Tech(n)org del soave Ebert Danglais è la Microsoft/Apple della biotecnologia – dagli impianti corticali per la connessione al web alle cabine di teletrasporto, la Tech(n)org ha un dito in ogni torta che venga cucinata.
Ed anche in alcune torte molto sinistre.
Nei maneggi dell’azienda restano implicati Eric Sturm, travet del futuro desideroso solo di compiacere l’azienda (e magari rimorchiare), e Carmen Simoniade, rampante ed egocentrica giornalista web.
L’esperienza li cambierà entrambi.
Radicalmente.
Affari, politica, denaro, deliri di onnipotenza, tradimenti, esperimenti in vivo, public-relations, l’oscuro mix di potere economico e potere politico…
Impossibile scendere nel dettaglio senza rivelare carrettate di spoiler.ù
Perché nelle 48 pagine del fumetto succedono un sacco di cose, in un sacco di posti diversi.
Gatti è uno sceneggiatore media-savvy, e la sua storia utilizza tutti i media a disposizione per definire il mondo in cui si gioca l’azione – assistiamo a brani di spettacoli televisivi ambiguamente familiari, leggiamo stralci di articoli e videate di siti web…
La matita di Evangelisti è perfetta nel seguire e complementare l’inventiva dello sceneggiatore – il disegno è impeccabile, e l’artista si concede qua e là una serie di giochi e amiccamenti mediatici che strappano lo sghignazzo mentre l’azione continua a dipanarsi a ritmo frenetico.
Insomma, una gran bella lettura, ed una gioia per gli occhi.
Difetti?
Uno solo, che non è, di fatto, un difetto – ciò che abbiamo fra le mani è la punta dell’iceberg, il primo episodio di una serie che si promette lunga e divertente.
C’è solo da augurarsi che questo volume venda a carrettate, in modo che Gatti e Evangelisti vengano incatenati ad una scrivania e ad un tavolo da disegno rispettivamente, per sfornare in tempi strettissimi altri prodotti di questo livello.
15 febbraio 2012 alle 8:16 AM
La Pavesio é uno dei pochi editori nostrani che ancora pubblica fumetti italiani di qualità. Certo, non gode di eccessiva pubblicità, ma riesce a fare cose egregie.
15 febbraio 2012 alle 8:54 AM
Iniziativa che sto tenendo d’occhio, l’unico problema è sempre quello delle finanze. La Pavesio sta dimostrando sul campo che il concetto di qualità non riguarda solo le produzioni straniere, malgrado una distribuzione non esattamente adeguata. Segnato.
15 febbraio 2012 alle 10:05 AM
L’avevo adocchiato, ma il prezzo mi è sempre sembrato esorbitante. 18 euro per poco più di 50 pagine è un azzardo, per quanto il prodotto possa essere eccellente. 🙂
15 febbraio 2012 alle 10:54 AM
@Sommobuta
È vero, il prezzo è decisamente salato.
Io credo resti un buon investimento, anche se ovviamente preferirei un biglietto d’ingresso più abbordabile (d’altra parte, è parecchio che non compro volumi franco-belgi, e non ho idea del prezzo medio).
15 febbraio 2012 alle 11:25 AM
Sulle novel “made in France” pubblicate da noi, a livello di prezzi stiamo là. Anzi, ci sono volumi decisamente più cari. Come prezzo di partenza, comunque, è difficile trovare qualcosa sotto i 15 euro. Ma le pagine in media sono almeno un centinaio. 🙂
15 febbraio 2012 alle 12:42 PM
Interessante iniziativa da tenere d’occhio.
15 febbraio 2012 alle 2:26 PM
Ma dai? L’ho visto in giro più di una volta, qui a Milano. Senza questa tua recensione non l’avrei mai nemmeno considerato, visto che la copertina non mi fa impazzire.
Ora invece devo prenderlo.
Mana, il mio pusher di fiducia.
15 febbraio 2012 alle 2:43 PM
Ma no, povera copertina… in fondo rende bene l’idea dell’eroe intrappolato nella rete dei media… e ci sono un sacco di dettagli nascosti…
15 febbraio 2012 alle 5:11 PM
La devo guardare meglio… ammetto di non aver tirato su il volumetto dallo scaffale. Guarda, se posso rimedio anche già domani.
Ma quanto costa? Si può dire?
15 febbraio 2012 alle 5:49 PM
18 dolorosi euro.
15 febbraio 2012 alle 7:32 PM
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
15 febbraio 2012 alle 10:15 PM
Comprerò.
Anche solo perchè consigliato da chi ha letto Yoko Tsuno.
Tutto? non ne conosco molti
E anche per aver messo Segrelles in prima posizione.