Da qui a dieci anni…
L’idea me l’ha data ieri la Clarina, che sta nel braccio femminile del Blocco C della blogsfera.
Si parlava di futuro, di immaginarci in futuro, di pensare a noi stessi fra dieci anni.
E la tentazione è troppo forte.
No, ok, lo so, post di questo genere sono destinati a infestare il nostro futuro, quando nel 2022 qualche furbastro verrà a sbatterceli in faccia.
Lo diceva il poeta…
All my lazy teenage boasts
are now high precision ghosts
and they’re coming down the track
to haunt me.
Ma non è poi così male.
Ci possiamo lasciare aperte delle opzioni.
Il futuro è poi quello, no?
Opzioni, opportunità.
E mi ricordo di quella bella trilogia di Kim Stanley Robinson, della quale in Italia pubblicarono solo due volumi (…), in cui si descrivevano tre futuri possibili di tre Californie alternative… stessi personaggi, diversi eventi, diversi risultati.
Da qui a dieci anni…
Facciamoci una top five!
Nessun valido piano per il futuro può essere fatto
da chi non ha la capacità di vivere ora.
Alan Watts.
Opzione uno – cul-de-sac
Livello di probabilità – medio
Livello di gradimento – molto basso
2022, e la combinazione di scelte sbagliate personali e generali, crisi economica, mercato del lavoro delirante e maledetta sfiga mi hanno fatto perdere tutto.
La casa.
I libri.
Il computer.
Il cigolante conto in banca.
Vivo da qualche parte in un vecchio furgone, usando i servizi degli autogrill per lavarmi e tenertmi in ordine.
Lavoro, prevalentemente in nero, facendo traduzioni, dando lezioni, facendo siti web, svolgendo diversi lavori manuali.
Alla fine il master in rilevamento ambientale è servito meno dell’esperienza a riparare biciclette.
Periodicamente partecipo ad un qualche corso di riqualificazione professionale nel quale mi si insegna a montare ventilatori o a inserire dati in Excell 2020 – tutti corsi senza sbocco, ma pagati (e c’è anche il servizio mensa).
I pochi soldi raggranellati in questo modo servono a pagarmi il cibo, il carburante e una sera la settimana in un internet café, dal quale gestire ciò che resta della mia vita online.
Ricavo qualche altro spicciolo dalle donazioni sul mio blog (rigorosamente in inglese) Life on the Road – what does not kill us leaves us crippled and bleeding.
Ho un discreto successo internazionale.
In Italia mi trollano – se avessi voglia di lavorare, un lavoro lo troveresti!
Opzione due – stay rude, stay real
Livello di probabilità – medio/alto
Livello di gradimento – medio
2022, e una laurea, tre master, un dottorato, un proficiency e tre lingue straniere mi hanno condannano al precariato a vita.
Nessuno sbocco in ambito accademico o professionale, nessuna ipotesi di collaborazione a lungo termine.
Troppo vecchio, già nel 2012.
Troppo qualificato.
Ma ho una casetta (ipotecata), un conto in banca sempre a una tacca dal rosso, un orto e una connessione internet.
Tengo corsi, come facevo prima del dottorato, pubblico articoli, faccio consulenze… sono, in altre parole, molto più flessibile di quanto il mercato del lavoro richieda.
Freelance a vita.
Faccio un sacco di chilometri, normalmente in treno, perché in auto non mi salverei dalle spese.
Ho dovuto imparare a rendere produttivi anche i tempi morti delle ferrovie.
La mia vita non è spiacevole… continuo a pubblicare agili volumetti, e a cazzeggiare in MoonBase alla sera.
Zero speranza di pensione, zero possibilità di farsi una famiglia, e a fine corsa, un funerale a spese del comune.
Opzione tre – go west, old man
Livello di probabilità – medio
Livello di gradimento – alto
2022, e da nove anni lavoro in un paese straniero, probabilmente nell’area BRIC.
Un impiego flessibile, con un piede nel mondo accademico e un piede nel settore privato.
Lo stipendio è buono, il lavoro divertente e non monotono.
Mi occupo di energie rinnovabili, grazie ad un dottorato del quale nel mio paese non sapevano cosa farsene, ma continuo a lavorare anche in micropaleontologia.
La casa al paese fa comodo a mio fratello, io ho un appartamento pagato dai miei datori di lavoro.
Investo i quattrini extra in un piccolo ristorante in cui spenniamo i turisti italiani.
Ho una buona vita sociale, passo un sacco di tempo nell’area dieselpunk di Second Life e sto per pubblicare il mio secondo romanzo, e ho il vantaggio di vivere in un luogo esotico,per cui svegliandomi la mattina, anche nelle brutte giornate, vedo qualcosa di nuovo e diverso.
“Ma tu non hai nostalgia di casa?”, mi chiedono.
Ed io rispondo che casa mia è non è stata distrutta dalla Morte Nera, come Alderaan.
L’Italia è ancora là, e sta bene dove sta.
Opzione quattro – local hero
Livello di probabilità – medio
Livello di gradimento – alto
2022, e l’idea di interessarsi alle iniziative locali si è dimostrata vincente.
Pensa localmente, agisci globalmente.
L’avvio è stato lento, ma poi le cose hanno preso il giro.
Allo stato attuale, non ho una qualifica professionale definita, ma partecpo attivamente a sviluppare un certo numero di iniziative che stanno trascinando questo settore dell’Astigianistan fuori dalla depressione di inizio secolo.
Corsi, formazione, organizzazione di eventi, startup, esperimenti sociali, consulenze professionali.
Modelli ambientali, strategic foresight, ecological resilience, transition-town sono le parole d’ordine.
Insieme con l’orto e l’allevamento di conigli, sbarco il lunario e mi rendo utile.
È flessibilità, ed è flessibilità sana.
Godo di un certo rispetto presso la popolazione, e continuo a pubblicare i miei racconti ed i miei agili volumetti.
Ho finalmente una connessione ad alta velocità.
Life is good.
Opzione cinque – bodhisattva
Livello di probabilità – piuttosto basso
Livello di gradimento – medio/alto
2022, ed ormai da quasi otto anni ho trasformato casa mia in un centro culturale per le filosofie orientali, mettendo a frutto la mia biblioteca e trent’anni di attività extracurricolari.
Vivo dei prodotti del mio orto, e di ciò che ricevo in cambio di seminari, corsi e altre attività diverse.
Non maneggio denaro se non per pagare le bollette, ed anche così, si tratta di autorizzare un bonifico.
Ospito due vlte all’anno un giapponese incartapecorito con l’agilità fisica e mentale di un dodicenne, che richiama decine di persone alle quali rifila sonore mazzate durante le sessioni di zazen.
Quello, ed i miei weekend per manager basati sul modello di Stephen Russell, che hanno un notevole successo, tengono il lupo lontano dalla porta.
Tengo anche un corso alla locale scuola per geometri – nonostante il parroco sia ostile.
Sono consigliere comunale.
… e tutto questo è molto divertente (sì, ok…) ma ovviamente non tiene conto degli imprevisti – un incidente (possibile) una vincita alla lotteria (impossibile) – e dell’interazione personale con altri.
Potrei molto dumasianamente sposare una ricca vedova – ma forse non inciderebbe tanto sulla mia vita quanto andò ad incidere su quella di Porthos.
Perché se è vero che guardando alla massa possiamo riconoscere i trend, ed è più facile tracciare il comportamento di un gas che non di una singola molecola ce lo diceva ieri Ray Kurzweil), beh, per gli esseri umani è anche vero il contrario.
Ciascuno di noi può tracciare una propria rotta – o cinque! – ma non può prevedere le deviazioni imposte dal campo gravitazionale degli altri.
Ma in fondo, è divertente così, giusto?
Come?
La tradizione, dite?
La sesta entry nella mia Top Five?
Certo che c’è…
When she looks at me and laughs
I remind her of the fact
I’m the king of rock’n’roll
Completely
Opzione sei – the king of rock’n’roll
Livello di probabilità – molto basso
Livello di gradimento – volete scherzare??
2022 e stando ai critici sul web il quarto volume della mia trilogia fantasy è carta da macero, ma francamente me ne infischio.
Con la prima tiratura di cinquantamila copie esaurita dopo una settimana e il film basato sul primo volume in uscita in Blue ray per tirare la volata al sequel, l’ultima mia preoccupazione sono i vecchi blogger col vaso da notte in testa.
A quelli ci pensa il mio ufficio legale.
Ma il successo, la ricchezza, la musa ispiratrice ultracool stile Castle e uno scaffale di premi internazionali lungo come una tavola da surf non mi hanno cambiato.
Amo ancora cucinare.
E ho un orto.
Scrivo anche fantascienza, di quella tosta, che piace a me, per una small press.
Niente Hugo, quest’anno… ma ci saranno altre occasioni.
E certe cose che mi piacciono davvero continuo ad autopubblicarle gratis, sotto pseudonimo.
I critici sul web dicono sia carta da macero anche quella.
Ma ci sono cose che non cambiano mai, vero?
2 marzo 2012 alle 8:26 AM
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
2 marzo 2012 alle 8:55 AM
MI sa che questo è un altro di quei post che ne scatenerà a profusione…io sto seriamente pensando di imitarti.
2 marzo 2012 alle 9:24 AM
L’unica cosa certa del futuro è che arriverà. L’unica cosa certa della vita è che il futuro non sarà quello che ci aspettiamo. So, rock’n’roll! 🙂
2 marzo 2012 alle 9:49 AM
La sesta possibilità è ovviamente quella più divertente 😀
Se riesco a ritagliarmi mezz’oretta voglio provare a vedere se ho abbastanza fantasia per riuscire a immaginare cinque futuri possibili 🙂
2 marzo 2012 alle 9:54 AM
sai per certo che io ti vedo bene nell’opzione 5, anzi penso proprio che tu ci sia già dentro fino al collo, diciamo anche un po’ più giù della tesa del panama. E non provare a toglierti il cappello!
2 marzo 2012 alle 9:59 AM
Rock’n’roll tutta la vita 😀 ma anche alcune delle altre possibilità non sono male. Insomma, c’è tanto ottimismo o almeno voglia di ridere in faccia a chi non vede che nero in fondo al tunnel.
2 marzo 2012 alle 10:20 AM
Ok, epico. Col tuo permesso (ma anche senza) proverò a guardare il mio futuro, come dicevo ieri, giusto? ^^
Adoro l’opzione 4, potessi, ci metterei un’ipoteca, ma forse basta solo una firma. 😀
2 marzo 2012 alle 10:35 AM
Eh, mi sa mi sa che te lo copio pure io questo post!
Le varie frecciatine ai troll e ai criticoni sono veramente esilaranti, anche se la frase finale mette un pochino di malinconia… 😛
Ciao,
Gianluca
2 marzo 2012 alle 10:44 AM
Sto superando il “cul-de-sac”, mi sono (abbondantemente) fumato il “stay rude, stay real”, e sono in pieno “go west, old man”… Per il momento mi limito a ragionare sui prossimi 10 minuti, più che i prossimi 10 anni! 🙂
Alex (aka Alan)
2 marzo 2012 alle 10:51 AM
Rock’n’Roll tutta la vita!!! \m/
Anche local hero suona davvero giusto, più country-western, però.
BTW io credo che tu sia più un tipo da pop sofisticato, il che credo mi porti dritto dritto all’opzione “go west, old man”.
2 marzo 2012 alle 11:05 AM
Grazie a tutti.
Tanto per essere pedante, vorrei sottolineare che non si tratta di fantasia in libertà, ma di opzioni più o meno realistiche (ok, a parte quella della bonazza stile Castle e del premio Hugo), sulla base delle carte che ho in mano al momento.
Uno e due sono due facce della stessa medaglia (e due è la mia attuale exit strategy dalla uno), mentre tre e quattro sono opzioni desiderate e ricercate, e quindi appena più probabili.
Cinque e sei… beh, mai dire mai.
Come dice Angelo, l’unica cosa che sappiamo è che verrà…
Oh, e dimenticavo… copiate pure 😀
2 marzo 2012 alle 12:26 PM
Opzione tre e la cinque non sono affatto male, ma l’ultima le batte tutte :D.
2 marzo 2012 alle 12:36 PM
Ti copierò, perché questo post è bellerrimo 🙂
E riflette tutto sommato anche la tua positività. La mia Top 5 sarà più cupa.
Vorrei fare una richiesta speciale ad Angelo Benuzzi: ti andrebbe di fare una Top 5 di questo tipo, ma sull’Italia? Ossia come pensi che sarà fra dieci anni?
2 marzo 2012 alle 2:37 PM
Questo post mi piace un mondo.
Non avendo un blog approfitto della tua ospitalità ed ecco la mia top five personale.
1) Niente cambia, la mia azienda mi tiene fino al prevedibile break down da stress quando al grido di “Questa è Spartaaaa” chiudo in faccia il telefono ad un cliente
2) Perdo il lavoro da un giorno all’altro, non ne trovo un altro nonostante l’assidua ricerca e mi ritrovo ad affittare stanze di casa per sopravvivere, prendendo calmanti per tollerare la presenza di estranei in casa.
3) Mi rompo definitivamente del mondo dell’informatica e apro una scuola di yoga e danza orientale in cantina
4) Mi rompo definitavamente del mondo dell’informatica e apro un allevamento di gatti di razze rare da 5000 euro a gatto, con il valore aggiunto di poter giocare con i gatti
5) Faccio qualcosa di straordinario tipo trovare un supermercato aperto durante una nevicata a Roma e poi per gli anni a seguire faccio il Life Coach facendomi pagare profumatamente dalle aziende per fare corsi ai dipendenti su come conciliare famiglia e lavoro, alle donne su come avere successo nel lavoro a dispetto del proprio difetto di nascita, essere donne.
2 marzo 2012 alle 2:43 PM
Io tra 10 anni mi vedo, in ordine di probabilita` decrescente:
1)A fare piu` o meno lo stesso lavoro e la stessa vita che faccio ora.
2)Piu` grigio (ma ancora con molti capelli)
3)Con (speriamo) un sacco di cose con il mio nome sopra su RPGnow.
4)Chissa`, magari con un figlio o due (ma non di piu`, oh!).
5)Piu` magro (avro` corso almeno 2-3 maratone all’anno)
6)Piu` veloce (logica conseguenza del punto 2 sopra)
7)Nominato (ma non vinto agli) Ennies/Origins Award.
PS Davide, fai in modo di conservare quest pagina, cosi` tra dieci anni torniamo e confrontiamo con la realta` :).
2 marzo 2012 alle 3:57 PM
Gesù Dio che spettacolo di post, domenica lo faccio anch’io
2 marzo 2012 alle 6:11 PM
Butti lì tre puntini di sospensione, e guarda che cosa capita! 🙂
Bellissimo post (i gradi di probabilità sono uno spettacolo) – ma non, non, non, non, non mi tenterai a seguirti per questa via. Non.
E ne riparliamo fra dieci anni, eh?
2 marzo 2012 alle 6:20 PM
@McNab
Questo è un colpo basso, vile marrano. 🙂
Ci avevo già pensato, sono diventato così trasparente?
2 marzo 2012 alle 6:41 PM
Davide, come sempre torno dal lavoro e vengo qui da te a rinfrancare lo spirito.
La sesta possibilità è ovviamente fottutamente rock n’roll, man, ed è la strada giusta per te.
MA! Prima di arrivare lì credo le ipotesi più sagge siano di andare all’estero, dove le tue capacità verrebbero davvero messe a frutto, apprezzate, premiate, UTILIZZATE, oppure la LOCAL HERO.
Credo che siano ottime pensate.
Puoi farlo. E magari ci scappa anche un pizzico di centro culturale per filosofie orientali.
Alla peggio (ipotesi 1) ti posso alloggiare in un box auto che ho in affitto! ^__^ Non rimani senza un pasto caldo, tranquillo!
2 marzo 2012 alle 8:01 PM
@Lady
Grazie per l’offerta.
Spero di non doverne mai approfittare 😀
@Angelo
Ottima notizia – sarà divertente.
@Clarina
Io?
Tentare una signora?
Potrebbe essere divertente… 🙂 (ahimé, manca la faccina “rakish smile”)
Ma qui nessuno obbliga nessuno a far nulla.
Non sottovalutare tuttavia il potere dei tre puntini
2 marzo 2012 alle 10:09 PM
Dove si firma per il rock’n’roll? 😀
Dichiaro spudoratamente che domani ti copierò altrettanto spudoratamente.
2 marzo 2012 alle 10:34 PM
Nessuna firma.
Come diceva la nostra comune amica Lola Montez, “Coraggio, e mischia le carte!”
2 marzo 2012 alle 11:20 PM
Post davvero divertente! 🙂
Ovviamente tifo per l’opzione 6! 😀 E devo dire che ti ammiro anche solo per essere stato così “sfrontato” da immaginarla.
Quando penso al futuro non riesco ad andare così a briglia sciolta…e invece mi farebbe un gran bene!
E’ che le opzioni precedenti (quelle fatte con i piedi per terra) mi buttano giù e non riesco a immaginare più nulla. SOB!
Bel post davvero!E bello anche il fatto che molti ne faranno uno simile sui loro blog. Se ho tempo sbircerò anche le opzioni degli altri…
Sarà certamente molto divertente!
Cily
3 marzo 2012 alle 12:37 AM
La 1 e la 2 sono tristi, angosciose ma tristemente angosciamente probabili anche per il sottoscritto.
La 4 rientra nella categoria “a tutto peyote”, mentre la 5 in quella “colpo di c.”.
Resta la 3. La 3 è percorribile, è il piano di fuga perfetto, poi si rischia di finire lo stesso alla 1 o alla 2 ma almeno potremo dire di averci provato.
3 marzo 2012 alle 12:39 AM
Ah, mi ero dimenticato la 4 local hero (pensavo alla 4 filosofica). Ma anche il local hero rientra nell’ “a tutto peyote”, su.
3 marzo 2012 alle 11:47 AM
No, non parlavo di obblighi – solo di tentazioni, che sono molto peggio. 🙂
That said, tifo per una combinazione di 5 e 6: un Castle con un centro culturale al posto dell’Old Haunt…
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4 marzo 2012 alle 4:03 PM
Se sogni tanto vale sognare in grande… 🙂
Grazie, bell’articolo.
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9 marzo 2012 alle 4:05 PM
Io devo solo fare un sentito mea culpa per non bazzicare a sufficienza da queste parti.
Queste visioni possibili di un futuro da qui a dieci anni sono stimolanti da leggere e da crearsene per
sé.
E ora sto andando a caccia degli altri che hanno seguito il meme (ho rintracciato Hell, Angelo e Ferruccio, ma immagino ce ne siano parecchi altri).
E mi hai fornito lo spunt per un nuovo, bellissimo post.
Buon vecchio Davide, o, come dicono qui a Roma, sto cazzo de Davide.
9 marzo 2012 alle 4:34 PM
Ci sono… e domani dovrebbe unirsi alla tribù anche Alex Mcnab.
Grazie dell’apprezzamento.
Ora attendo il tuo post – e già mi aspetto meraviglie.
Certo però che voi a Roma avete un modo abbastanza curioso di esprimere il vostro apprezzamento 😀
9 marzo 2012 alle 5:19 PM
La mia andrà in onda domattina.
Con una bonus track – un’esclusiva foto realizzata proprio da Luca Morandi (che probabilmente, al momento, non se la ricorderà nemmeno 😉 )
A rileggerci!
9 marzo 2012 alle 7:56 PM
Una foto fatta da me? Uh, forse ho capito. 😀
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12 marzo 2012 alle 3:52 PM
Beh, se vuoi ridere un po’ alle mie spalle, DA OGGI puoi. 😉
14 marzo 2012 alle 8:40 PM
Prima volta che appaio forse, o la seconda, normalmente spio e me ne scuso (gergalmente lurko ignominosamente u.u”): comunque, anche io alla fine ho segnalato i miei possibili futuri, spinto da un’ondata di preveggenza inesplicabile!
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