[disclaimer – questa recensione è basata su una copia fornita dall’editore]
L’austriaco HansHolzer, studioso di religioni comparate e parapsicologia scomparso nel 2009, è universalmente noto – beh, entro certi circoli – come l’uomo che investigò il caso dell’Orrore di Amityville, forse il più popolare caso di infestazione spiritica (?) del ventesimo secolo.
Esiste forse una persona migliore con la quale passare il periodo di Halloween.
E non intendiamo, naturalmente, tramite seduta spiritica (anche se certamente lui avrebbe apprezzato).
Haunted Places, True Encounters with the World Beyond, recentemente uscito per i tipi della Black Dog & Leventhal, è una collezione di casi spiritici investigati da Holzer nel corso degli anni, e legati nello specifico a luoghi infestati.
La maggior parte dei casi trattati risalgono al periodo tra la fine degli anni ’50 e la prima metà degli anni ’60, in diverse località dell’America e del Vecchio Continente, e con una buona varietà di tipologie di luoghi (abitazioni, vagoni ferroviari, aerei…)
Molti sono stati pubblicati a suo tempo su riviste – e non solo riviste specializzate.
Holzer a suo tempo fu molto popolare, e le riviste mainstream (da Cosmo a Playboy) si contendevano le sue attenzioni.
La voce di Holzer è caratteristica – descrizioni precise, una certo amore per il melodramma, una punta di presunzione (“quando si seppe che il più grande parapsicologo del mondo avrebbe investigato sul caso…”) e non poca ironia.
Sembra quasi di sentire il leggero accento austriaco.
I casi sono più inquietanti che spaventevoli, ma non mancano di generare un lieve brivido – complici le notti piovose di questa settimana.
Il periodo storico – niente internet, niente massiccia copertura televisiva, niente videocamere nei cellulari… ehm, niente cellulari – contribuisce al fascino delle situazioni descritte.
Luci misteriose lungo la ferrovia, sogni premonitori, un fantasma molestatore (questo sì, davvero inquietante) che perseguita una casalinga californiana…
Naturalmente, non vi è nulla di conclusivo.
La posizione di Holzer è chiara fin dall’introduzione, ma non si deraglia mai nel proselitismo o nella predicazione.
Lui ci crede.
È fermamente convinto che tutti i casi analizzati abbiano una spiegazione spiritica.
E chi non condivide questa opinione è, probabilmente, uno sciocco.
Ma nel complesso, nonostante questo taglio tutt’altro che scettico, la lettura intrattiene.
E fornisce una bella panoramica non solo di come operi un investigatore psichico nella realtà, ma anche del genere di casi che si può trovare ad affrontare.
Questo non è Carnacki.
Questo non è Supernatural.
Ma si lascia leggere, e fornisce carburante per future scritture.
2 novembre 2012 alle 8:55 AM
carburante per future scritture…
Stavo pensando anche io alla stessa cosa mentre leggevo la tua recensione.
A proposito…stai ancora lavorando a quel progetto di storie di fantasmi che avevi iniziato l’anno scorso di questi tempi?
2 novembre 2012 alle 10:30 AM
Qui non si butta via niente.
Ciò che scarseggia è il tempo.
2 novembre 2012 alle 11:15 AM
Eh, me lo ricordo eccome, l’orrore di Amytiville. A suo tempo avevo letto un bel po’ di roba in merito. C’era senz’altro da rimanere un po’ spaventati, almeno a livello di suggestioni.
Bello che Holzer non scada mai nella faciloneria.
Odio i “divulgatori” in stile Mistero (la trasmissione TV), che concludono quasi ogni indagine lasciando trapelare una chiara (?) spiegazione soprannaturale.
Che poi io sono uno di quelli possibilisti riguardo a fantasmi etc, ma non devono rifilarmi le storielle da occultista della domenica.
Mi sa che Hauntend Places me lo procuro. Pare perfetto per l’inverno…
2 novembre 2012 alle 12:06 PM
no 4 me
2 novembre 2012 alle 1:38 PM
Ehi Davide, e una storia di fantasmi a quattro o più mani?
2 novembre 2012 alle 2:14 PM
Ricordo alcune sue interviste alla televisione in occasione di programmi dedicati proprio ad Amityville decisamente un altro stile rispetto a quei cialtroni di Mistero.
2 novembre 2012 alle 2:44 PM
@Alessandro.
Sarebbe un’idea fantastica.
Se e quando hai voglia, sai dove trovarmi 🙂
@Nick
Nel bene o nel male, Holzer era un professionista.