Si discuteva di editoria e pubblicazioni, ieri, con alcuni amici.
Autoproduzione, case editrici.
C’è stato un certo baccano, nelle settimane passate, per alcune affermazioni discutibili apparse qua e là.
Se non pubblichi con una major sei uno sfigato, cose del genere.
Credo dovremo abituarci.
Contemporaneamente, si parlava anche di persone che credono di scrivere storie umoristiche, e invece non ci riescono.
Come diceva quel tale, morire è facile, è la comicità, che è difficile.
Comunque, fra una cosa e l’altra, a me è venuta voglia di riprendere in mano una vecchia storia, pubblicata a suo tempo su LN, darle una ripulita, e poi offrirla ai surfisti.
Così, tanto per movimentare un po’ le acque.
una storia scritta per ridere, che spero faccia lo stesso effetto a chi la legge che ha fatto a me che l’ho scritta.
Si tratta di un racconto breve, di una ventina di pagine.
Lo potete scaricare in formato pdf direttamente da qui.
Oppure potete scaricare il formato epub da UbuntuOne.
Il feedback, come sempre, è gradito.
Il racconto è gratuito, ma non saremo certo noi ad offenderci se qualcuno deciderà di usare il tasto per le donazioni, o la wishlist.
Ma è assolutamente facoltativo, badate!
E buona lettura!
30 novembre 2012 alle 7:13 AM
questa storia mi lascia con un sacco di amarezza, in pratica descrive quello che ho sempre cercato di evitare quando facevo l’editore! 😦
30 novembre 2012 alle 7:34 AM
Letto, apprezzato. Posso dirti che mi vi è venuta voglia di cancellare ogni post dedicato a scrittura ed editoria?
Non che abbia scoperto segreti inenarrabili, ma averne conferma in 25 pagine fitte fitte fa un certo male.
Ps: occhio che sull’ipad l’epub salta…
30 novembre 2012 alle 9:22 AM
Letto, adorato e spammato agli amici. Ma oggi nel mondo non funziona forse tutto così, non solo nell’editoria?
30 novembre 2012 alle 10:02 AM
Non so se c’entri con questo post, ma devo dire che nel mio piccolo ho sempre desiderato scrivere storie che intrecciassero dramma e ironia, introspezione e comicità. Mi sembrava la strada che volevo percorrere. Ci ho anche provato.
30 novembre 2012 alle 11:37 AM
Chapeu! Una storia amara, che dovrebbe far riflettere chi ha strane convinzioni e castelli per aria. Anche se io sono il primo che cerca di non dissuadere la gente ad averne.
30 novembre 2012 alle 12:31 PM
Come ti ho scritto anche altrove, adesso ci vuole il seguito: il lupo che si autopubblica in eBook…Sennò l’orso ci rimane troppo male. 🙂
30 novembre 2012 alle 12:51 PM
Sul momento non me lo ricordavo, poi ho letto le prime righe e il racconto mi è ritornato in mente. Un panorama perfetto dell’editoria contemporanea, un’idea che mi passò in mente anche alla prima lettura. E sono molto, molto contento di averlo pubblicato per primo ; )
30 novembre 2012 alle 1:08 PM
Grazie a tutti.
Davvero.
Ho visto passare l’orso con un portatile, che smoccolava per il fatto che Sigil non sia più disponibile per Ubuntu.
Credo stia pensando di darsi all’autopubblicazione…
30 novembre 2012 alle 2:24 PM
Cazzo quant’è bello ‘sto racconto! Grazie Dave! Ci sono un sì e un sé senza accento. La cosa che succede al lupo è quel che succede sempre e dovunque nell’editoria italiana – e secondo me pure in quella anglosassone. Poi, alcune delle cose che succedono al lupo, accadono anche nella piccola e media editoria italiana.
30 novembre 2012 alle 4:07 PM
Letto e apprezzato, una storia amara, come dice Marco. In effetti, ci starebbe bene un secondo racconto per esplorare il mondo della autopubblicazione.
E a tal proposito, Davide, dì all’orso che Sigil si può ancora mettere su Ubuntu. 😉
Ciao,
Gianluca
30 novembre 2012 alle 4:23 PM
Racconto delizioso! Certamente tagliente, ma adoro la satira che mi fa ridere così tanto!
Domanda: a pagina 10 del pdf quando dici “sono l’ultima cosa che è riuscito a pubblicare” intendevi proprio l’ultima oppure l’unica cosa?
30 novembre 2012 alle 4:53 PM
Aaah, che rabbia, che rabbia…
1 dicembre 2012 alle 11:50 AM
“Ora, trattandosi palesemente di una storia fantastica – il
protagonista è un orso, giusto? – allora sarà diretto ad un
pubblico di ragazzi.”
😀
Bellissimo. E tristemente vero. Molto tristemente…
[Penultima riga di pag. 7: “…da uno cantautore…”.]
18 settembre 2013 alle 5:48 PM
Al Nuovo Eragon m’è partita una sana risata.
Grazie. Per la risata, per la storia e per il blog.
Saluti
Limbes
18 settembre 2013 alle 5:54 PM
Grazie a te per avermi letto!