E così Due Minuti a Mezzanotte è finito*.
Le statistiche dell’impresa che ha coinvolto 34 autori ed ha lasciato Admiral City con un urgente bisogno di qualche ristrutturazione, le trovate nell’articolo conclusivo di Alex Girola, il world-maker che ha promosso l’iniziativa, e che offre una serie di considerazioni sullo svolgimento.
Dopo un inizio piuttosto confuso, dove ciascun partecipante inseriva elementi nuovi, è subentrata una lodevole autoregolamentazione. I vari autori hanno iniziato a chiudere le parentesi aperte dai colleghi, e a sviluppare il materiale (personaggi, luoghi, scenari) già in gioco. Il risultato, alla lunga, è stato ottimo. Alla fine aveva ragione chi insisteva nel dire di credere nei meccanismi della Round Robin, che di solito tendono da soli ad aggiustare i passaggi “zoppi”.
Io sono dichiaratamente uno di quelli che credono nei mecanismi della Round Robin.
E sono anche uno di quelli che hanno inserito elementi nuovi.
Il mio coinvolgimento è finito alla svelta – ho scritto uno dei primi capitoli, ho cercato di aprire un po’ di strade che altri potessero battere e mettere giù un personaggio che fosse un po’ diverso dalla media.
Creare Rebel Yell è stato un sistema per sfuggire alle regole, e inserire in una storia di supereroi il mio genere di personaggio – un vendicatore pulp stile anni ’30.
Reb ha dei poteri poco definiti (ne abbiamo discusso per ore, con gli altri autori della RR), una filosofia spiccia, uno stile laconico.
È vecchio, stropicciato, e ha poca pazienza con i ragazzi in calzamaglia.
E ancora meno con Mitt Romney.
Uno degli elementi più istruttivi – a mio parere – di un progetto come 2MM sta nell’obbligare gli autori partecipanti a creare personaggi open source.
Noi li creiamo, li buttiamo sul tavolo, e poi chiunque può usarli.
È un pensiero spaventoso.
Non credete a quelli che dicono bah, non è vero.
Nei nostri personaggi c’è un pezzetto di noi, e darli in mano ad estranei – amici, magari, persone che stimiamo e rispettiamo, ma estranei al rapporto che ci lega al personaggio – è una fonte di infiniti crucci.
E la cosa che ci fa paura non è che il nostro personaggio introdotto al capitolo sette possa venire accoppato al capitolo nove.
Ciò che ci agghiaccia è che qualcuno lo prenda, e lo stravolga.
Io non posso che dirmi soddisfatto.
Reb è piaciuto, ha una sua piccola fan-base, e tornerà in altre storie.
È anche stato ripreso da altri autori, e qui i crucci di cui sopra prendono forma.
Perché se per sua natura eb appare sulla pagina tratteggiato in maniera veloce, con un carboncino più che con una matita, per parafrasare una critica molto lusinghiera pubblicata là fuori, è anche vero che io di Reb conosco un sacco di cose che sulla pagina non ci sono.
Ricordate quelle ore di discussione a cui accennavo?
Perché, e qui metto giù una delle mie ferme convinzioni autorali** – che siano tremila parole o trecentomila, in ciò che scriviamo dobbiamo mettere dei personaggi con una vita, una storia, dei caratteri definiti.
Si tratta di costruire un delicato equilibrio tra ciò che l’autore conosce, ciò che l’autore non conosce, e ciò che il lettore potrà ricavare.
Questo equilibrio, questo processo di costruzione del personaggio, significa che nel momento in cui butto Reb sul tavolo, io lo conosco come nessun’altro.
E nessun’altro potrebbe, quindi, scrivere Reb.
Ma questa è una Round Robin.
E se il rischio è che qualcuno prenda il nostro personaggio e lo snaturi completamente, esiste anche la possibilità che qualcuno lo prenda e lo capisca abbastanza a fondo da rivelarne aspetti che noi stessi, come autori, non conoscevamo.
È per questo che chiudo questo lungo post scritto di getto con un ringraziamento a due degli autori che, senza voler togliere nulla agli altri, hanno preso Reb e lo hanno fatto crescere, rispettandone i caratteri basilari – Alessandro Girola (che lo ha coinvolto in un colossale team-up), ed Angelo benuzzi, che in uno stralcio di forse 300 parole ha condensato il personaggio in maniera impeccabile.
E come si diceva altrove, è stato bello.
Dovremo rifarlo.
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* se non sapete di cosa io stia parlando, potete aggiornarvi qui.
** che pallone gonfiato.
16 dicembre 2012 alle 5:49 AM
Mi sono sparato immediatamente i primi tre capitoli. Promette bene:-)
16 dicembre 2012 alle 7:40 AM
… E lo rifaremo.
Sulla Round Robin che si autogestisce non ho problemi ad ammetterlo ad alta voce: avevi ragione tu, avevo torto io.
Per quando ogni tanto l’intervento del Master, l’incitazione a non sbragare troppo, si rende necessario. Ma il resto viene da sé.
Il team-up magari lo rifacciamo, pure quello 😉
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16 dicembre 2012 alle 9:13 AM
Rebel è un altro che vorrei incontrare ancora…. aspetto il seguito!
16 dicembre 2012 alle 9:20 AM
Quando ho scritto il mio capitolo, il 13esimo avevo avuto un’idea su Reb ma, sono onesta, non me la sono sentita.
Avevo anche letto il tuo Rebel Yell- Ptatriots e Rebel Yell mi piaceva parecchio.
Talmente tanto che alla fine mi ha messo un po’ in soggezione.
Si sentiva gia nel tuo capitolo il rapporto speciale di cui parli ed è probabilmente il mio personaggio preferito di 2MM e non volevo guastare il tutto.
Perciò non avendo idee valide con cui farlo camminare ho preferito lasciarlo agli altri.
Ma questo rimane un po’ un mio cruccio…
E sono d’accordo con te. Angelo ha fatto davvero un ottimo lavoro con Reb. 🙂
Io aspetto il suo ritorno, sia in 2MM Nativity ma anche in un’avventura tutta sua. 🙂
16 dicembre 2012 alle 10:09 AM
Ciao, Reb è piaciuto anche a me; e, seppur, fugacemente, l’ho inserito nella “scena cancellata”. Trovo che Yell, Stakanov, Eddie e Ammit siano stati i veri protagonisti della RR, mettendo in ombra i mostri sacri annunciati Libby e American Dream, sul quale, a parer mio, è stato commesso un grosso pasticcio… 🙂
Ciao ciao
16 dicembre 2012 alle 10:58 AM
Sia nel corso della Round Robin che durante la stesura degli spin off mi è capitato di vedere il mio personaggio usato da altri che usare personaggi altrui. In entrambi i casi devo dire che mi è andata bene. Stakanov ha tirato fuori, per esempio con Ferruccio Gianola, quegli aspetti delicati di sé che io avevo a mala pena accennato nello scritto, ma che erano ben delineati solo nella mia testa. In ogni modo è un’esperienza eccitante e terrificante, come dici tu, ma che penso sia stata per me il motore che ha tenuto tutto in corsa fino alla fine.
Chapeau comunque per Reb, è uno tosto, che a tratti mi ha ricordato la Faina, uno dei tuoi personaggi che mi son piaciuti di più.
16 dicembre 2012 alle 11:32 AM
Mi era sfuggito questo progetto. Detto in termini “professionali” e “analitici”, sembra una figata pazzesca.
16 dicembre 2012 alle 12:45 PM
Adoro i termini professionali ed analitici 🙂
16 dicembre 2012 alle 4:08 PM
Ci siano divertiti e dico semplicemente che ora Yell “deve” tornare. 🙂
17 dicembre 2012 alle 9:31 PM
Finito in nottata, Complimenti a tutti i partecipanti