Sia ben chiaro che la colpa è della mia amica laClarina, che un paio di giorni addietro ha dedicato un bel post su come in fondo sia stato Charles Dickens a inventare il Natale come noi lo conosciamo – e lo festeggiamo.
Leggetevelo, che vale la pena.
Anche perché, in un certo senso, questo post è complementare o propedeutico a quello.
O qualcosa del genere.
I festeggiamenti natalizi prima che carletto Dickens ci mettesse i fantasmi, l’oca al forno e tutto il resto, infatti, gli inglesi li chiamavano “revels”.
che deriverebbe poi da un termine francese che vuol dire “rivolta”.
Subodorate anche voi qualcosa che vale la pena esplorare?
Un angolo cialtronesco della storia?
Beh, ci avete preso.
Seguitemi… e badate dove mettete i piedi, che il pavimento sarà sdrucciolevole.
Ai vecchi tempi si tiravano a sorte, in terra d’Inghilterra, i ruoli per personaggi improbabili come the Lord of Misrule (il Signore del Malgoverno), the Abbot of Unreason* (L’Abate della Stoltezza), the King of the Bean (il Re della fava… sì, in quel senso), the Pope of Fools (il Papa degli Idioti)…
Si trattava dei signori che presiedevano (o attraversavano barcollando) i “Christmas Revels”, che finivano col coincidere con la Feast of Fools – una festa a metà strada fra i Saturnalia e i culti dionisiaci delle calende, strettamente imparentata col nostro Carnevale.
Cominciava il primo di gennaio, anniversario della circoncisione di Gesù Cristo.
E veniva celebrata dai bassi livelli del clero.
Aha, avete capito bene – questi dodici giorni di gozzoviglie, sesso sfrenato, gioco d’azzardo, travestitismo, canti sconci e generale perturbazione dell’ordine erano una festa religiosa.
Chierichetti vestiti da vescovi che sbevazzavano e si abbandonavano a tutta una serie di pratiche men che religiose – non ultima l’esecuzione in coro di canti osceni, in chiesa.
La componente aleatoria era molto importante – dopotutto, una chiesa che predica l’Ordine non può che abdicare al Caso quando si concede un breve periodo di vacanza.
Ed è curioso, mi dico, che tanti giochi d’azzardo – dai tarocchi alla roulette – siano stati alla fine inventati, perfezionati o divulgati da membri del clero.
E Jay Griffiths – in un saggio che è uno dei pilastri sui quali si fonda questo post – fa notare come nelle carte il Matto, o il Giullare, sia la carta che infrange le regole, le capovolge e le sbeffeggia.
E così arriviamo a Bill Shakes, ovviamente, che ne La Dodicesima Notte ci mette – tanto per cambiare – un giullare, Feste, che tuttavia entra in scena con piffero e tamburo… un autentico sciamano, con quelli che sono i suoi ferri del mestiere per lo meno dal neolitico.
Che fosse per questo che i vertici della Chiesa non apprezzavano granché la Festa dei Folli?
Certo, come osserva laClarina, Cromwell prima e i Vittoriani poi, diedero a certe iniziative una bella ridimensionata… ma prima ancora, era stata la regina Mary – nota ai suoi fan come La Sanguinaria – a proibire certi eccessi pagani in terra d’Inghilterra, o per lo meno a Londra.
Lei, e prima ancora, nel tredicesimo secolo, il vescovo Robert Grosseteste (e pensate ai giochi di parole, durante i festeggiamenti, a suo carico**).
Immagino che gli elisabettiani se ne infischiassero bellamente – e non per nulla Toby Belch gabba Malvolio** che gli vorrebbe negare torta e birra.
E non posso fare a meno di domandarmi come andassero le cose alla corte di Carlo Secondo – che era uno che se c’era da gozzovigliare…
Cosa ci rimane?
Gli scombinati che barcollanoper le strade ubriachi a Natale e Capodanno, probabilmente la tombola, magari una partita a carte aspettando la mezzanotte.
E il vischio, antico simbolo di fertilità… altro che un bacio, sotto al vischio, ai tempi andati.
E il veglione di Capodanno, col trenino a ritmo di qualcosa di inappropriatamente latinoamericano.
Charles Dickens, coi suoi fantasmi, i suoi bimbi malati e i suoi buoni sentimenti ha pavimentato le gozzoviglie e la licenziosità sciamanica dei chierici inglesi (e non solo inglesi), e poi la Coca Cola Company ha dato al tutto una bella mano di vernice rossa.
I revellers sono diventati prima carrolers e poi travellers (per andare a gavazzare lontano da casa).
E poi si lamentano degli abeti e del consumismo…
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*Questo è il mio preferito, anche perché ha un vago sentore lovecraftiano.
** Malvolio, il puritano ne La Dodicesima Notte, venne apparentemente ispirato a Shakespeare da un tale che si chiamava Thomas Posthumous Hoby.
Non posso fare a meno di pronunciarne il nome senza scoppiare in sciocche risatelle maligne.
20 dicembre 2012 alle 11:38 AM
Bello, decisamente bell’articolo! Nella nostra attuale cultura non mi sovviene nessuna festa che sia veramente del sovvertimento sociale come i saturnalia e affini… L’unico esempio che mi viene in mente è il carnevale di Colonia in cui il giovedì si serve birra gratis ed in cui si festeggia e ci si ubriaca negli uffici…
20 dicembre 2012 alle 11:45 AM
A sentire il buon Samuel Pepys, il Natale Restoration era una faccenda di teatro, cene abbondanti, gioco d’azzardo, balli a corte e l’occasionale funzione religiosa. La ripresa del Natale dopo due decenni di gloom puritano aveva un deciso significato politico (mi par di ricordare un fiorire di ballate natalizie che confrontavano il gaio Natale carolino con il non-Natale cromwelliano). Però in qualche modo il rinato entusiasmo non durò a lungo, e l’idea Stewart di misrule e la reazione spontanea dopo le restrizioni puritane fecero molto per limare lo spirito religioso della festa – o quel che ne restava.
21 dicembre 2012 alle 8:54 AM
Che bello quando su questo blog scopro qualcosa di cui non sapevo assolutamente nulla: i revels non li conoscevo proprio! Ora vado dalla Clarina a leggere di Dickens… grazie!
21 dicembre 2012 alle 9:30 AM
E’ maledettamente vero: l’idea che ho dell’inghilterasi è formata leggendo Dickens nell’adolescenza. Niente di ciò che ho letto dopo è riuscito a schiodarla. Ben venga questo post a rinfrescare la memoria
27 dicembre 2012 alle 5:11 PM
Bellissimo articolo! E io che pensavo che il Natale fosse un’invenzione della Coca Cola!
…ma c’è anche la faccenda dei compleanni dei VIP. Perché i super-super-VIP compiono gli anni proprio a Natale? E come mai la notte più corta dell’anno è quella della Vigilia, e non quella del solstizio d’inverno (il 21)? E quali programmi danno alla TV delle divinità, il 25 marzo (9 mesi prima di Natale)?
No, tranquillo, non sono un evangelista di Voyager. Anzi.
Ma a mio modo cerco anch’io strategie per evolvere. ;.)
http://afterfindus.com/2011/12/25/buon-natale/