Nel momento in cui ondate successive di ninja nazisti vengono paracadutati sul sud dell’Inghilterra, l’unica speranza per gli Alleati è Ack-Ack Macaque, asso dell’aviazione ed eroe della resistenza all’avanzata delle armate di Hitler.
E scimmia.
L’ultima speranza della civiltà è una scimmia guercia, irascibile, col grilletto facile, e preda di un crescente senso di alienazione.
Ed i suoi problemi stanno per farsi molto più complicati.
La Solaris è una casa editrice inglese che, al suo esordio qualche anno addietro, si piccava di offrire il catalogo più nuovo e divertente nel panorama della fantascienza e del fantasy britannico.
A giudicare dal romanzo appena uscito di Gareth L. Powel, la Solaris sta mantenendo fede alla propria linea editoriale.
Chi si dovesse avvicinare ad Ack-Ack Macaque aspettandosi un pulp un po’ caciarone e scemotto, un dieselpunk sopra le righe, è probabilmente destinato a restare se non deluso, per lo meno spiazzato.
Nonostante il titolo, il protagonista e la copertina (fantastica), Ack-Ack Macaque non è una farsaccia o uno sberleffo postmoderno.
Piuttosto…
È hard science fiction, con interessanti spunti e riflessioni sulle intelligenze artificiali.
È uno post-cyberpunk con complotti corporativi, spionaggio industriale, omicidi.
È un neo-noir perfettamente eseguito.
È un’ucronia ambientata in un universo in cui, negli anni ’50, Gran Bretagna e Francia si sono unificate per affrontare la crisi crescente.
È un ritratto di un mondo in lotta con crisi energetica e cambiamento climatico.
È una storia di ribellione giovanile.
E sì, è anche una storia di scimmie antropomorfe armate massicciamente, che combattono i paracadutisti ninja nazisti.
Il fatto che Powell (classe 1970) riesca a giostrare questa miscela di temi, modalità e sottogeneri è una testimonianza della sua capacità come autore.
Qua e là ci sono delle sbavature, ma si tratta di faccende ampiamente perdonabili.
Superato il primo istante di smarrimento – quando ci rendiamo conto che no, non è un semplice dieselpunk – si rimane intrappolati dalla quantità di storie apparentemente disgiunte che si inseguono sulla pagina, rivelando progressivamente sinistre connessioni.
Un buon romanzo quindi.
Come nota a pié pagina, aggiungiamo che Ack-Ack Macaque, il romanzo, è basato su un racconto di Powell, dallo stesso titolo, apparso sulla rivista inglese Interzone nel 2007.
Per chi lo desiderasse, ne esiste una versione audio, letta dall’autore, prodotta da transmissionfrombeyond.com, ed ascoltabile qui.
1 marzo 2013 alle 9:18 AM
Un altro segnale della vitalità che la fantascienza può dimostrare al di fuori dei confini italiani.
1 marzo 2013 alle 11:24 AM
Bello! mi interesserebbe molto… c’è in italiano o anche questo è solo in inglese?
1 marzo 2013 alle 11:26 AM
Solo in inglese.
Non ho idea se e come e quando lo tradurranno.
1 marzo 2013 alle 11:40 AM
Mettiamola così, se un editore italiano traduce questo romanzo è la volta buona che faccio un pellegrinaggio.
1 marzo 2013 alle 1:02 PM
Me lo consigli Davide?
Sembra intrigante anche se di ucronie oggi ce ne sono troppe.
Devo controllare che ci sia in ebook
1 marzo 2013 alle 1:07 PM
A me è piaciuto.
E credo ci sia in ebook.
Sul consigliarlo, così a freddo – io direi di sì, anche perché l’elemento ucronico è gestito in maniera abbastanza tranquilla.
1 marzo 2013 alle 2:17 PM
Se qualche editore italiano pubblicherà questo libro, io mi comprerò tutti i cd di Gigi D’Alessio.
Giuro.
1 marzo 2013 alle 3:19 PM
molto interessante. @antonello: confermo che c’è in ebook, ma a quel che sono riuscito a vedere come al solito costa meno (o quasi) il cartaceo usato tramite amazon uk dell’ebook. la trovo una cosa tristissima.
1 marzo 2013 alle 6:46 PM
Lo aggiungo alla lista “romanzi storici/documentari” insieme a Danger 5!
1 marzo 2013 alle 7:49 PM
Ok, mi hai convinto. Dopo Albert of Adelaide, che è stato una piacevole sorpresa, vedrò di trovare anche Ack Ack! 🙂
Ora però dovrei chiederti se conosci anche qualche titolo pari ai suddetti che ha per protagonista un criceto, magari un criceto con dei problemi di personalità, non un criceto bellino e buonino tipo hamtaro (di cui conosco l’esistenza, ma no, non ho mai visto nemmeno una puntata nè so se vi sia anche una serie scritta).
Questo perchè io e i miei migliori amici abbiamo degli “animaletti guida”… una ha un ornitorinco; un altro una scimmia. Se non trovo un libro con un criceto, il mio criceto guida diventerà piuttosto irritabile, e ciò non è bene.
Sembra una pazzia, vagamente lo è, ma ho acquistato Albert of Adelaide, l’ho letto, mi è piaciuto, e appena ci sarà l’occasione lo regalerò alla persona “con l’ornitorinco”.
Rimango in attesa, con le dita incrociate…
1 marzo 2013 alle 7:57 PM
Farò delle indagini.
Conosco un gioco di ruolo, Warhamster… ma è una faccenda complicata…
1 marzo 2013 alle 8:03 PM
Non era uno solo scherzo di John Kovalic su Dork Tower? Esiste veramente?
1 marzo 2013 alle 8:26 PM
Ne era stata fatta una tiratura limitata per una qualche convention, di sicuro.
1 marzo 2013 alle 8:32 PM
Cito Igor: “DEVE ESSERE MIO”
12 dicembre 2013 alle 4:37 PM
torno a volte su post vecchi per un grazie a fine lettura, ma qui bisogna che anticipi, anche se sono a metà: lo sto facendo fuori a ritmi rapidissimi
meno male è disponibile in preordine un secondo capitolo
dopo albert of adelaide è il miglior consiglio rubato qui tra le letture di quest’anno, e (a parte existence di brin che è fuori gara, e comunque ci sono i delfini) di nuovo ci sono in ballo bestie strane . il che mi fa sperare di trovare altri suggerimenti letterari con animali antropomorfi su queste pagine, dopo un ornitorinco, un macaco e dei topi con spada e mantello.
(hai niente da spacciare con dei procioni?)
intanto grazie, mi sto buttando via