strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Tre tacche sul calcio della pistola

6 commenti

Oggi un post che è- – anche – un post del piano bar del fantastico, ma che è soprattutto un post autopromozionale.
È talmente autopromozionale che credo ci metterò persino i link ad Amazon.
Sarà incredibile.
Il punto è che mi è stato fatto notare che

If you don’t respect yourself
Ain’t nobody gonna give a good cahoot, na na na na

Beh, ok, non esattamente con quelle parole – io non frequento Joe Cocker*.

Poco più che cinque anni or sono venni contattato da un gentiluono di nome Benjamin Szumskyj, all’attenzione del quale erano state portate alcune cose che avevo scritto su Fritz Leiber – che come chi frequenta questo blog probabilmente ricorderà, è il mio autore preferito.
Ben mi chiese se sarei stato interessato a contribuire ad una nuova pubblicazione sull’opera di Leiber.
E solo un idiota non avrebbe accettato.

515U643UKSL._Il risultato di quella collaborazione fu Thank God They Are on Our Side (I think): The Cat as Alien in Fritz Leiber’s Fiction, il mio contributo a Fritz Leiber, Critical Essays.
Un saggio, sul mio autore preferito, pubblicato da un prestigioso editore americano (la McFarland), in un volume che include articoli di S.T. Joshi, Robert Waugh e Justin Leiber.
Il mio articolo, in particolare… beh, se devo spiegarvi di cosa parla, allora marca veramente male, non credete?
Fu davvero un’esperienza ottima – lavorare con un eccellente editor è sempre un’ottima esperienza.
E fu anche la mia seconda vendita come autore, la certificazione, se volete, come autore professionista – c’era gente là fuori disposta a pagare denaro reale per il mio lavoro.
Fu grande.

9780786432752Al punto che decidemmo di rifarlo.
Brian ottenne ottene il via libera da McFarland, e pensò di contattare i suoi vecchi complici.
E così pochi mesi dopo, pubblicai This is the Blind Leading the Blind: Noir, Horror and Reality in Thomas Harris’ Red Dragon, nel volume Dissecting Hannibal Lecter: Essays on the Novels of Thomas Harris, un’altra poderosa raccolta di saggi sull’opera di Harris, ancora con Szumskyj editor e McFarland editore, ancora con S.T. Joshi e Robert Waugh fra i contributors.
Anche qui, non è il caso che vi spieghi di cosa parla il mio articolo, credo.

Però, riguardavo Manhunter, un paio di notti or sono, e che diamine – è vero che il mio pezzo riguarda il libro, non l’adattamento cinematografico di Michael Mann, però devo dire che ci ho decisamente preso, nella mia analisi.
O se preferite, ho scoperto che Michael Mann la pensa come me.

american_exorcist_coverE così ne facemmo un terzo.
It Ain’t Over Until the Fat Lady Sings: William Peter Blatty’s Elswhere and the Haunted House Formula fu il mio contributo ad American Exorcist: Critical Essays on William Peter Blatty, una raccolta di saggi sull’opera letteraria di William Peter Blatty – un autore i lavori del quale sono forse stati messi in ombra dal successo cinematografico de L’Esorcista.
Al punto che molti appassionati di orrore che ne idolatrano il lavoro – a distanza, come sempre – si scordano che Blatty esordì come autore comico.
O che rimane, anche su lavori “leggeri” come Elswhere, un autore con una cultura sterminata sul genere.
Fu molto divertente.

Tutti e tre i volumi sono ancora disponibili – quelli su Blatty e su Harris anche in formato ebook.
Mi portano una minima percentuale di royalties ogni anno – che di solito è a tal punto esigua che la giro in beneficenza.

E sì, prima che qualcuno lo faccia rimarcare – sì, i miei articoli hanno dei titoli chilometrici.
Fatevene una ragione.

Mi dispiacque molto, lo ammetto, dover rinunciare per motivi complicati, a partecipare al quarto volume della serie, Man Who Collected Psychos: Critical Essays on Robert Bloch
.
Sarebbe stato bello, perché lavorare con chi ci rispetta è sempre bello.
Ma non si può sempre fare tutto.

Ciò che si è fatto, tuttavia resta – complice il processo del print on demand.

Il fatto che io non ne parli di frequente, che non piazzi settimanalmente un post autopromozionale, che non martelli i miei contatti di mail per vendere due copie in più, non significa che io non sia maledettamente orgoglioso di questi libri, e di tutto quanto io abbia fatto.
O che, con buona pace di Joe Cocker*, io non rispetti me stesso, e il mio lavoro.

Però è vero – di quando in quando un pro memoria può servire.
Anche a me.

Ah, sì, dimenticavo.
I link qui sopra sono link commerciali alle pagine di Amazon.it
Cliccando su di essi, Jeff Bezos vi ruberà l’anima e la rivenderà in formato Kindle.
E poi, volendo, potrete acquistare i libri.

————————————————————————————–

* O Bruce Willis.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

6 thoughts on “Tre tacche sul calcio della pistola

  1. Amen. Ben fatto

  2. Dirlo o ricordarlo ogni tanto non fa male, perché magari al tempo altre persone come me non ti conoscevano. Comunque, chapeau!

  3. Innanzitutto complimenti vivissimi. Avrei una domanda di natura “tecnica”. Ho letto che sei esimio micropaleontologo e traduttore, nonché amante di letteratura di vario genere, mi e ti domando: in forza di quale “titolo” si diventa esperti di Leiber tanto da venir inserito in un libro che presenta pezzi critici/saggi sul medesimo? Basta la passione? Suppongo che se io fossi appassionato paleontologo un mio pezzo sull’argomento avrebbe valenza 0 (non essendo io in possesso del titolo di studio adeguato)
    Grazie per la risposta.

  4. 😀
    Si chiamano “paleontofili” le persone che, in ambito paleontologico, svolgono ricerca senza avere un titolo accademico – collezionisti e appassionati, che spesso danno un contributo interessante allo sviluppo delle conoscenze.

    Per pubblicare su Leiber, o su chiunque altro, il sistema è il medesimo – il tuo titolo te lo costruisci con la qualità di ciò che fai.
    Nel resto dell’universo funziona così: nessun editore rifiuterà mai la pubblicazione di un testo valido sulla base del fatto che chi lo presenta non ha il bollino di qualità.
    Certo, devi essere in gamba.
    Ma se sei in gamba, non ci sono problemi.

    Siamo solo noi che siamo ossessionati da certificati, attestati, patentini, titoli e papiri – salvo poi lasciare spazio a parenti, amici e leccaculi assortiti.

  5. Nella letteratura scientifica (e immagino nella letteratura “accademica” in generale) gli articoli non vengono valutati in base al titolo di studio dell’autore, ma in base ai contenuti. Sono l’editor della rivista e i referee dell’articolo ad assumersi la responsabilità di pubblicare o meno quello che viene proposto.

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