Il volume numero 28 della Fantacollana è Spade tra i Ghiacci, vale a dire Swords & Ice Magic, sesta collezione delle avventure di Fafhrd e del Gray Mouser, del compianto Fritz Leiber.
La copertina è di Michael Whelan.
Alla sua uscita, Spade tra i Ghiacci venne giudicato piuttosto aspramente tanto dai critici quanto dai fan, che lo considerarono il volume più debole della serie.
Eppure la raccolta contiene storie di ottimo livello, ed è innegabile che la capacità di scrittura di Leiber non pare avere cedimenti.
Il problema, probabilmente, è che in Spade tra i Ghiacci diventa evidente come Fafhrd e il Mouser stiano invecchiando – al punto che oramai ben avviati verso la spiaggia più lontana della mezza età, i due finiscono per accasarsi.
Fatto inaudito, per un eroe della sword & sorcery – o meglio, primo passo di un destino peggiore della morte: quando Conan (complice L. Sprague de Camp) si trova una moglie, le sue imprese divengono di unanoiosità inenarrabile; ed i tentativi di Elric di trovare la quiete domestica sono foriri di caos, distruzione, e morte (a cominciare dalla morte dell’amata).
E invece Fafhrd e il Mouser vivono le loro avventure – ed i loro modi si fanno spicci nello spacciare i nemici, e l’intelligenza prende il sopravvento sull’esuberanza fisica – e poi si trovano un posto tranquillo e fuori mano e due brave donne – e non due ragazzine – con le quali passare gli anni che restano.
La semplice idea che la massima aspirazione per un eroe del fantasy sia ritirarsi a vita privata appare sconvolgente – persino Tolkien, autore di alcuni fra i più pantofolai personaggi del genere, ci lascia intendere che no, l’avventura è un’amante che non si dimentica.
Leiber la pensa diversamente, e la scrive, diversamente.
L’avventura è un’amante estremamente divertente, ma si arriva ad un momento in cui si cerca la stabilità.
Questo, probabilmente, insieme a molte immagini ed idee estremamente originali e ormai molto distanti da quelli che stanno diventando (siamo ai primi anni ’80) i codici del genere, causano un certo disagio in lettori ben felici di codificarsi e sedersi, e tornare a leggere le cose uscite “nei bei vecchi tempi” (cinque anni prima?)
Dovranno aspettare molti anni per una nuova serie di avventure dei due eroi di Lankhmar – e anche in quel caso, le scelte di Leiber solleveranno non pochi problemi.
Sciocco dettaglio personale – quando si dice comperare un libro per la copertina: considero quella di Michael Whelan la miglior rappresentazione dei due avventurieri (sì, meglio di quella di Mignola). Spade tra i Ghiacci mi piacque molto, e mi diede un sacco di idee – la prima delle quali, quella secondo la quale se, avessi mai voluto scrivere sword & sorcery – questo era lo standard da rispettare o battere.
Oggi so che è imbattibile – ma cerco di rispettarlo il più possibile.
12 luglio 2013 alle 10:55 AM
Inutile dire che sono d’accordissimo. Sul tema del “cosa si fa ad avventura finita?”, trovo che Heinlein con “La via della gloria” abbia fatto faville.
12 luglio 2013 alle 2:29 PM
Due avventurieri che si sposano e mettono la testa a posto. Un po’ come i giocatori di ruolo che smettono di giocare. Tristezza…
13 luglio 2013 alle 2:16 PM
Non è quello con ‘The Curse of Smalls and Stars’ / ‘La maledizione delle piccole cose e delle stelle’, vero? E’ uno dei più bei titoli di racconto mai scritti e storia fascinosissima, dice uno che del duo di avventurieri fino a poco tempo fa aveva letto solo questi ultimi racconti.
(Non si smette per forza di giocare. e se il gruppo non ha più tempo, altri gruppi e magari altri giochi..!)
13 luglio 2013 alle 8:52 PM
Di tutto il tuo blog, mio parere personalissimo, questi pezzi sulla Fantacollana sono i migliori. Hai una semplicità, passione e competenza nell’esporli che è difficile da riscontrare nella rete.
Mi e ti domando: siccome è evidente che a te molta fantasy odierna (e non) piaccia poco o niente, hai mai pensato di aprire una nuova rubrica (anche a cadenza mensile) che suoni un po’ come: “Gli abissi di Lankhmar – Libri fantasy che detesto”? 🙂 Sarebbe divertente e interessantissima!
13 luglio 2013 alle 9:09 PM
Francamente non ho tempo per i libri che non mi piacciono – grazie ad una miscela arcana di buon gusto e fortuna, ne becco veramente pochi, e quei pochi non meritano il tempo di un post.
C’è tanto di buono, e mi pare preferibile segnalare ciò che trovo valido, vecchio o nuovo che sia.
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