Si parlava di formule.
Della formula del romanzo rosa.
Parliamone.
Fondata nel 1908, la Mills & Boon è una casa editrice il cui nomein Gran Bretagna, è sinonimo di “rosa”: da noi dicono “Harmony”, gli inglesi dicono “Mills & Boon”.
Con tutto il contorno.
Mills&Boon pubblicava 50 nuovi titoli al mese – ma con la rivoluzione digitale, ora pubblica 100 ebook al mese.
Il word-count è inflessibilmente 55.000 parole.
Gli autori vengono pagati in royalties da 2000 fino a 30.000 sterline per titolo.
Le trame sono ripetitive e semplicistiche, dicono i critici, ma un sondaggio fra i lettori* ha rivelato che la prevedibilità è il principale fattore di vendita.
I lettori di Mills & Boon comprano preferenzialmente se sanno cosa aspettarsi.
I romanzi della Mills & Boon sono famigerati per il proprio alto contenuto di cliché, per la formula trita, per il lieto fine obbligatorio, per i personaggi femminili passivi e di personaggi maschili misogini e aggressivi.
Quelli a cui piace dicono che… beh, al loro piace.
La critica femminista c’è andata giù pesantissima, paragonando alcuni di questi romanzi a fantasie di stupro – ed in effetti nel 1970 una popolare autrice di M&B affermò che i suoi eroi “devono spaventare ed affascinare. Devono essere il genere di uomini capaci di compiere uno stupro.”
Però belli.
Oggi, pare, tirano molto gli sceicchi, descritti come “cupi, ricchi, arroganti ed autocratici”.
Ma anche i milionari italiani vanno forte.
E c’è una collana solo per le storie coi cowboy.
Se esiste una formula, Mills&Boon la possiede.
E se è vero che la casa editrice ha sempre negato che esistono template precotti o bibbie, una editor fece notare che
“se scartate da ciò che il pubblico si aspetta, il vostro secondo romanzo resterà invenduto.”
A buon intenditor…
E poi, insomma, con 20 collane che suddividono l’offerta in altrettanti sottogeneri, immaginare una formula unica…
Chiaramente un romanzo pubblicato nella collana Blaze (contemporaneo ad alto contenuto sessuale) sarà diverso da uno pubblicato in Kimani (solo personaggi afroamericani), o in Historical, o in Nocturne Cravings (romanzi brevi con un mix di sesso e sovrannaturale) o Modern Heat (rosa per adolescenti).
O no?
Beh, la formula c’è.
C’è chi l’ha ricavata.
Il web pullula di siti che promettono di rivelarla – perché considerando le cifre versate agli autori e la fame di nuovi titoli (1200 romanzi da 55.000 parole l’anno,senza contare le ristampe), scrivere per Mills&Boon è un buon modo per guadagnarsi da vivere.
La forma breve: donna debole che sviene per un maschio alfa dominante che però rivelerà un cuore tenero.
Inizialmente lei lo odia, poi la passione la travolge, poi scopre quanto lui sia meraviglioso.
E sì, se ve lo state domandando, fra la passione e la meraviglia, si accoppiano.
Per il mercato europeo pare che tiri il maschio alfa moro. Per gli americani è ancora vero invece che Blondes Have More Fun.
Vogliamo più dettaglio.
Qui la cosa si complica perché dal 1908 M&B nega che esista un template, si vanta della libertà artistica concessa agli autori, e non manca di segnalare come i nuovi titoli si discostino dai vecchi cliché.
Ma.
Ma, se scartate troppo dalle aspettative, il pubblico non vi compra, ricordate?
E quali sono, allora, le aspettative?
Lei – è giovane, bella anche se “non in modo convenzionale”, e “come tutte le donne ha tante insicurezze”, spesso ha un desiderio di maternità frustrato, sempre ha una vita sessuale inesistente
Lui – ricco, bello, cattivo, ma con un cuore di panna e un dramma nel suo passato che lo ha reso… ok, siamo sbrigativi, lo ha reso stronzo.
L’altro – la palla al piede di lei. Fidanzato stupido, marito distratto e/o impotente, o se lei è fortunata, uomo meraviglioso, ma morto.
L’altra – “non è la donna adatta a lui”; fate voi.
I vecchi – figure paterne/materne o surrogati delle medesime; di solito uno favorisce l’idillio, l’altro lo contrasta.
Un paio di amici scemi – per avere qualcuno con cui lei possa parlare. A volte basta un gatto.
Aggiungiamo thrilling locations (Monte Carlo ecc), e una serie di contrasti**: città vs campagna, carriera vs aspirazioni, e così via.
E poi si martellano 55.000 parole, e le si spedisce a Mills&Boon.
Ora, qual’è la sostanziale differenza fraquesta formula e quelle che abbiamo visto ieri?
Vi lascio un indizio – almeno uno dei due personaggi non cambia (lui è bastardo ma anche tenerone, fin da subito, bisogna solo convincerlo a rivelare il suo lato soft con un po’ di sesso orale), l’altro cambia per farsi accettare (di solito con qualcosa di stupido tipo un make-over o una tintura per capelli, e un paio di tacchi).
Non c’è evoluzione, il processo di sintonizzazione è unilaterale e traumatico e “inevitabile” – o ci si adatta alle regole, o non si ottiene la felicità.
Lo Status Quo viene solo apparentemente messo in discussione, e solo per venire riaffermato in termini (ma non condizioni) più user friendly: tutto resta com’era – ma ora lei è bionda, e il sesso è fenomenale.
Uno studio uscito alcuni anni or sono correlava il volume di vendite di Mills&Boon per aree, all’incidenza di matrimoni falliti, casi di violenza domestica e in generale di “fallimenti sentimentali”.
Pare che leggere questa roba incoraggi alcune persone a fare delle scelte personali molto sbagliate.
Come ad esempio fidanzarsi con un potenziale stupratore.
Ma cosa c’entra, tutto questo, col Premio Bancarella?
Ne parliamo al prossimo giro, magari.
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* Parleremo di lettori e non di lettrici perché non siamo idioti.
Questa storia che le donne leggono rosa e gli uomini fantascienza comincia a essere patetica, non trovate?
** Io ho la mentalità del giocatore, e questo lo vedo troppo bene come gioco in scatola: mazzi di carte per definire i tratti dei personaggi e i contrasti, poi si gioca la storia con delle carte evento – “incontro inaspettato”, “notte di sesso rovente”, “l’ex torna alla carica”… lo scopo è fare abbastanza punti (le carte evento assegnano o sottraggono punti) per arrivare al matrimonio.
Si potrebbe fare.
Contattatemi privatamente.
14 agosto 2013 alle 7:12 AM
“Ignobilmente” mi ero perso la prima parte del discorso così sono andato a leggermi anche quella.
Ai tempi delle superiori, quando divoravo anche un libro alla settimana, per noia ho letto anche un paio di romanzi rosa di mia madre con ambientazione medievale (adesso invece piazzo in agenda anche il tempo per la lettura) e devo dire che in effetti la struttura fondamentale è a fotocopia. Dopo i primi due ho deciso che per farmi leggere un terzo romanzo rosa dovrebbero esserci imperi che crollano, fiumi di sangue e stregonerie indicibili… ma non sarebbe più un romanzo rosa.
A distanza di molti anni è stato comunque interessante ripensare a quelle vecchie letture alla luce delle tue considerazioni. Non avevo mai riflettuto su questa idea relativa al modo di gestire i conflitti fra due persone e ancora di più con se stessi.
A breve riprovo a giocare Darksun e leggendo mi è venuta l’idea provare a giocare qualcosa di un po’ più “sperimentale” del solito. Trattandosi di un ambiente che crea molto facilmente “confitti” voglio vedere se riesco a inserire qualche idea espressa in questi due post “rosa” per mettere un po’ spezie nell’evoluzione dei personaggi, visto che qua qualche giocatore ultimamente arrivano anche richieste verso la “romance”.
In particolare provare a sviluppare il conflitto con se stessi nel dover cambiare e la scelta fra adattarsi/scontrarsi.
14 agosto 2013 alle 9:35 AM
Leggerne un paio per un uomo etero è una missione fondamentale che va compiuta turandosi il naso, come per una signorina farsi un giretto su youporn. Serve a capire certi meccanismi fondamentali del cervello dell’altro sesso. Recentemente ne ho letto uno di ambientazione supereroistica che non era male.
14 agosto 2013 alle 10:30 AM
Ho letto da qualche parte (forse Holly Lisle) che editori come M&B snocciolano ai loro autori richieste ragionierescamente precise, tipo percentuali à la Yalta per la suddivisione dei punti di vista e cose del genere… però niente formule, per carità.
14 agosto 2013 alle 10:39 AM
Sì, sembra confermare la voce dominante.
Non c’è un documento monolitico di riferimento, ma ciascuna collana ha delle “linee guida” molto rigide e calibrate sulle aspettative del pubblico di riferimento.
Al punto che con l’evolvere del pubblico, le collane muoiono o vengono rimpiazzate – e cambia la “non-formula”.
14 agosto 2013 alle 10:35 AM
…cazzarola …la copertina del lui e la lei tra la paglia è per me l’equivalente di youporn. ammetto che andrei dal giornalaio con la visiera calata e gli occhialoni da sole ad indicargli “quello lì” e Famiglia cristiana per mettercelo dentro
14 agosto 2013 alle 10:40 AM
@Posadnika: a quanto pare, parte dell’esplosione di M&B in epoca digitale (almeno nel mondo anglosassone, dove si legge molto in pubblico) si deve al fatto che l’e-reader elimina il fattore copertina-imbarazzante-in-metropolitana…
14 agosto 2013 alle 10:51 AM
A voler mettere il discorso a livello basico qui c’è una possibilità di lavoro, specialmente se si ha l’umiltà di applicare anche in questo settore la lezione di Lester Dent. Data la mole di produzione almeno la possibilità di provarci c’è. Quanto al giorno di carte genera-trame, è semplicemente geniale. 🙂
Aprirei una parentesi sulle illustrazioni, sono veramente un mondo a parte.
14 agosto 2013 alle 10:52 AM
Via via… le sta facendo un massaggio, ok.
Lei soffre chiaramente di cervicale, e lui le sta massaggiando i muscoli del collo.
Usando il proprio… ehm, apparato riproduttivo.
Può capitare, anzi, capita, di trovarsi nudi in un fienile, coi capelli al vento, a massaggiare la cervicale di una rossa in corsetto col proprio… organo sessuale.
Davvero!
14 agosto 2013 alle 10:55 AM
Sì, Angelo (torniamo seri).
È certamente una fonte di reddito per un sacco di gente – uno dei mercati più feroci, ma anche più affamati di novità.
E paga bene, molto bene.
Bisogna leggersi un po’ di volumi, scaricarsi il manuale che si trova gratis sul sito di M & B, e poi provarci.
Uno potrebbe anche finire col vincere il premio Bancarella.
14 agosto 2013 alle 10:58 AM
se lo ha fatto Heinlein… 😉
14 agosto 2013 alle 11:19 AM
Io un pensierino ce lo sto facendo.
Fatevi un giro su Amazon–i manuali si sprecano.
E non sarebbe poi così impegnativo–la formula aiuta, il word-count fisso anche.
E per salvare la faccia–ammesso che uno abbia una faccia da salvare–esistono i nom-de-plume.
Resta il problema della responsabilità di cuisi parlava ieri.
Ma un pensierino ce lo sto facendo.
14 agosto 2013 alle 3:25 PM
E comunque meno male che il sesso orale ci rende tutti dei gran teneroni!
14 agosto 2013 alle 8:03 PM
si, si toccherebbe provarci. Data la giusta formula, scrivere lo “sciroppone” non dovrebbe essere poi difficile. Oppure no. Un po’ di sesso ci vuole, anche spinto, basta ricordarsi che “fa l’amore anche l’anima”. Sconcertante verità rivelataci da Ramazzotti.
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