La foto che vedete qui a sinistra è una cartolina osé risalente agli inizi del secolo scorso.
Con una piccola aggiunta estempporanea per salvaguardare la decenza.
Che è poi il tema di questo post.
Posto questa cartolina della dea Iside nella libera interpretazione di un fotografo belle epoque, qui non tanto per titillare le fantasie dei miei lettori, quanto perché questa immagine è stata al centro di una interessante serie di indagini, ieri sera.
Al momento alcuni beta reader hanno fra le mani la prima revisione di quella che credo sarà la mia prossima storia author-published.
E mentre i beta reader leggono, annotando inconsistenze, segnalando cadute di ritmo e in generale sopportando il peggio affinché i lettori finali possano godere del meglio, io mi sono trovato a discutere con l’amico Giordano Effrodini, grafico e copertinista di lusso rinchiuso qui nel Blocco C, di come potrebbe essere la copertina per quel futuro ebook.
Abbiamo cercato elementi, discusso temi, e la foto qui di fianco è venuta alla luce, complice un sito di stock images, in tutto il suo splendore risqué e retrò– ed è esattamente ciò che desideravamo.
Peccato che l’immagine in questione ci causi due sostanziali problemi – il primo, è con Facebook, ed il secondo, assolutamente identico, è con Amazon.
Sì, si tratta dei seni esposti.
Che non sono accettabili – se volessimo usare la signorina per la nostra copertina, dovremmo piazzare tatticamente il titolo, o il nome dell’autore, in modo da nascondere certi dettagli.
Altrimenti, niente pubblicazione via KDP, e se anche KDP fosse misericordioso, di sicuro niente pubblicità al volume su Facebook.
La morte del mio ebook.
Triste.
Ma fortunatamente facile da evitare – si pensa ad una differente copertina.
E in fondo è comprensibile – Amazon deve rispettare le regolamentazioni di TUTTI i paesi nei quali rende disponibile la propria mercanzia, e questo significa doversi conformare a standard che a noi possono sembrare men che illuminati.
Ci sono posti in cui un seno nudo, in una foto dei tempi dei nostri nonni, è considerata pornografia.
Senza contare le differenti sensibilità dei diversi utenti.
E naturalmente Amazon non vuole incappare né in una protesta da parte di qualche indignato utente, né finire nei filtri dei vari Net Nanny e altri software di protezioni delle categorie di surfisti più deboli.
È quindi più discrezione che censura – cerchiamo insomma di non offendere nessuno.
Non è il caso insomma di scandalizzarsi – sarebbe curioso scandalizzarsi perché qualcuno potrebbe scandalizzarsi, e per evitare che si scandalizzi… ouch!
Eppure a me questa foto piace molto*, ed è un peccato non poterla usare sul mio prossimo libro, perché è praticamente perfetta**.
È anche per questo che ho deciso di postarla qui.
Modificata, in maniera che non mi causi problemi con WordPress.
———————————————————————————–
* No, non solo perché Iside è in topless. Ha una sua classe.
* *Sì, questo è generare interesse “a secco” per il prossimo progetto – un mopdo insomma per usare la copertina che non posso usare proprio per ciò che intendevo usarla: destare interesse da parte dei potenziali lettori. Diabolico, eh?
Related articles
- Isis the Lighthouse Goddess (isiopolis.com)
- An Attack of Prudishness? (warpaintmag.wordpress.com)
- Facebook removes ABC’s ‘cheeky’ image (mumbrella.com.au)
13 settembre 2013 alle 8:27 AM
Ah! Il costante braccio di ferro tra la libertà d’espressione artistica e le convenzioni… Un sistema simpatico per creare hype, comunque. Strano che anche Wrodpress ti crei problemi. Fin’ora non ne ho avuti, premettendo che in uno dei miei post c’era come immagine l’immagine di una ignuda fanciulla impegnata a farsi un bagno di sangue…
13 settembre 2013 alle 9:55 AM
Siamo nelle mani dei bigotti e delle loro regole, anche se capisco le restrizioni generali, perché alle volte affidarsi al buon senso dei singoli sconosciuti è un salto nel buio. Forse però ho avuto un’idea semplice, casta e risolutiva per aggirare il problema, oggi ne parliamo.
13 settembre 2013 alle 10:30 AM
Amazon (come Google e qualsiasi altro gruppo) ha deciso di accettare un compromesso al ribasso in nome del profitto, cosa peraltro non nuova ed ipocrita quanto le mille sub-clausole che nessuno legge dei contratti che regolamentano il suo funzionamento. Fai bene a tenerne conto, sia dal punto di vista meramente commerciale che da quello formale.
Il rischio non è solo vendere meno, è che gli algoritmi che governano i grossi operatori sono del tutto “ciechi” rispetto a possibili errori in buona fede e/o alle correzioni di comportamento dei singoli utenti. Ci sono centinaia, se non migliaia, di siti marcati come a rischio anche quando non è vero, profili di utenti identificati come bot o simili in maniera erronea e così via. L’automazione è necessaria, certo. Ma alla fine serve sempre un umano da qualche parte a rimetterla in carreggiata.
13 settembre 2013 alle 10:38 AM
Awh *-* ma è bellissima! Io ho un problema simile (dei disegni destinati anche a paesi orientali), ma possiamo ovviarlo con, appunto, osservazioni ‘tattiche’ che mettono d’accordo l’offerta che facciamo con il rispetto delle regole di quel dato paese che può scaricare da Amazon. La cosa che invece mi colpisce è come invece immagini del genere creano piu’ problemi qui: tipo il serial di Rome che hanno fatto delle scene apposta per l’Italia, ‘mutandando’ i personaggi. O quanti vedo fare dei disegni ‘storici’, magari appunto ‘egiziani’ come questa foto, e cambiano i vestiti perché non accettano che il lino trasparente metta in evidenza tutto (o il vestito femminile di classi agiate teneva i seni scoperti e si appuntava solo in vita), dimenticandosi che si tratta di qualcosa di “altri tempi”, con altre regole. Trovo sempre molto strano quando si va a cercare qualsiasi dettaglio pur di ‘pornografare’ un’immagine quando è solo sensuale o documentaristica, e un sacco di rispetto per la pazienza di chi deve lavorare riuscendo a tener conto di tutte le variabili.
13 settembre 2013 alle 5:18 PM
Ho visto la Iside della fotografia (sembra molto Mata Hari ai tempi dei suoi primi spettacoli a Parigi) e non ha niente a che vedere con l’omonima Dea, velata e coperta e dalle pretese dure (sacerdoti e sacerdotesse erano tenuti alla castità, pena la morte, io ricordo questo particolare ne La Mummia di Van Dick, ma ci sono altri due racconti nell’antologia Storie di Mummie della Newton & Compton altrettanto strazianti).Poi, che dire, secondo Schopenahuer, il Velo di Iside corrisponde al nostro io più profondo, ma anche secondo Schelling. Quanto al rapporto arte-senso del pudore, è vero che c’è ancora buona parte della società che tende a voler nascondere il lato trasgressivo della creatività artistica.
13 settembre 2013 alle 5:24 PM
Considerando che il mio racconto non ha nulla a che vedere né con Iside né con le mummie, i peraltro affascinanti dettagli archeologici hanno per me – e per il mio copertinista – un interesse molto marginale.
13 settembre 2013 alle 5:20 PM
E’ davvero strano! La foto è bellissima e mi chiedo se una illustrazione (disegno) con le medesime caratteristiche potrebbe “passare”. Pensavo alle donnine di Ugo Pratt per Corto Maltese.
Pingback: Risqué & Retrò | PATHOS ANTINOMIA
14 settembre 2013 alle 10:07 AM
il pudore è qualcosa che si è perso già da tempo dietro a finte morali … che vengono disattese ogni giorno da milioni di immagini veramente insulse …ma hai ragione, non offendiamo nessuno. Chissà che qualche giovanotto non ne rimanga turbato … 🙂