Nonostante il titolo, questo non è un post di natura autobiografica.
È successo semplicemente che mi son trovato a guardare, alcuni giorni addietro, il primo episodio restaurato del serial Drums of Fu Manchu, del 1938.
La trama sposta – per comodità – il Signore delle Strane Morti dai bassifondi londinesi alla California, e dietro di lui sposta anche il suo eterno rivale, il britannico Nayland Smith.
Henry Brandon è un Fu Manchu sinistrissimo ed efficace, e William Royle, nei panni di Sir Nayland Smith… diamine, è vecchio e grasso.
O meglio, è un normale cinquantenne stempiato e baffuto, capace di sfuggire ai sicari di Fu Manchu e di affrontare il Pericolo Giallo sul suo stesso terreno, tanto a livello fisico che a livello intellettuale.
A decent chap.
E questo mi ha dato da pensare.
Restando sui pulp, Kent Allard, alias The Shadow, è un reduce della prima guerra mondiale che agisce nella New York del 193x… é quindi più vicino ai quaranta che non ai trenta.
Lo stesso possiamo dire per Richanrd Wentworth, alias The Spider.
Tarzan non è certo un ragazzino – ed anzi, vive le sue avventure migliori negli anni della maturità.
E il John Carter del film (e il film è ottimo, badate) è decisamente troppo giovane.
Conan è forse il personaggio dei pulp classici con l’arco narrativo più articolato – cresce, invecchia, ma le sua avventure non venenro pubblicate (o scritte!) in ordine cronologico, e non poche si svolgono durante la sua maturità.
Philip Marlowe non è un ragazzino.
Sherlock Holmes non è un ragazzino (se è nato nel 1854, ha 33 anni in A Study in Scarlet) né lo è Sexton Blake.
Bulldog Drummond è un ultra-quarantenne annoiato in cerca di avventure – ed è un ennesimo fine old chap.
Allan Quatermain è un uomo di mezza età con un figlio grande.
Fafhrd e il Gray Mouser cominciano a vivere avventure da ragazzi, ma invecchiano e (forse) muoiono.
La cosa non è poi così inspiegabile.
L’eroe onnicompetente che popola i pulp deve avere un carico di esperienze alle quali attingere – anche Doc Savage, il più giovane e competente fra gli onnicompetenti, è ben oltre la trentina.
Per i lettori – ed il pubblico – della vecchia narrativa di genere, era normale avere a che fare con personaggi “vecchi”.
E talvolta anche grassi.
Tutto questo mi fa pensare alla ventata di giovanilismo che sta attraversando la letteratura di genere – e l’intrattenimento di genere.
Ho visto in TV degli Sherlock Holmes che non avevano ancora apparentemente l’età per radersi*.
E proprio ieri un amico osservava come il nefasto J.J. Abrahams abbia rimpiazzato l’etica dell’esplorazione di Star Trek con battaglie spaziali e sesso alieno, e abbia riempito l’Enterprise di ragazzini – che si comportano ed agiscono da ragazzini.
L’idea, mi si dice, è dare al pubblico di riferimento – i ragazzini – personaggi nei quali potersi facilmente riconoscere ed immedesimare – dei ragazzini.
Allo stesso modo, devono essere dominanti le ambientazioni contemporanee – perché il passato li disorienta, poveri piccoli.
È probabile che ci sia anche la crescente venerazione per la gioventù di una cultura che va progressivamente invecchiando.
Certo è curioso, ed anche un po’ triste.
Persino il povero Ender – personaggio di Orson Scott Card che ho sempre detestato – si è visto ritoccare l’età.
A salire, questa volta, e non a scendere.
Per non disorientare il pubblico di riferimento che deve, dopotutto, potersi immedesimare.
E non vorremmo che faticasse troppo.
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* Paradossalmente, l’Holmes di Robert Downey Jr. è al momento il più maturo sulla piazza; ma in realtà è Sexton Blake.
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11 novembre 2013 alle 8:59 AM
E come dicevamo, a chi ha passato i 30 anni viene di solito affidato il ruolo di antagonista, e se è ancora più anziano quello del vecchio che vuole soffocare i giovani.
L’esempio eclatante è per l’appunto quello dell’ultimo Star Trek, dove la Federazione affida una nave interstellare che costa miliardi di dollari, in una situazione tra l’altro molto tesa a livello diplomatico, a un equipaggio costituito interamente da giovani che si comportano come adolescenti.
11 novembre 2013 alle 9:28 AM
Personaggi senza età vs adolescenti
11 novembre 2013 alle 10:05 AM
Vendono eroi coetanei dei ragazzini che appartengono all’unica fetta di mercato che spende ancora soldi per film e, incidentalmente, libri.
11 novembre 2013 alle 10:31 AM
Vero. Segnalo al volo Gibuti, di Elmore Leonard, dove il coprotagonista è un 72enne in grande forma, in chiara controtendenza.
11 novembre 2013 alle 12:02 PM
Cionondimeno, sia il ‘Sherlock’ della BBC che Start Trek di JJ Abrams sono – con le dovute proporzioni – spettacolari 🙂
IMHO.
11 novembre 2013 alle 1:08 PM
Qualcosa però sta cambiando, ne è un esempio il Nuovo Doctor Who. Dopo anni in cui il personaggio è stato progressivamente ringiovanito (l’ ultimo Matt Smith era quasi un bambino) adesso il ruolo è stato affidato al bravo e maturo Peter Capaldi. È troppo poco per parlare di inversione di tendenza ma è già un segnale.