strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Scrittura – una lista di cose

1 Commento

Ve la ricordate la vecchia storia che chi scrive scrive, tutti gli altri parlano di scrittura?
Bene, parliamo di scrittura.

jdm-crimezineLa cosa si sta diffondendo qui nel Blocco C della blogsfera – ha cominciato Alessandro Girola, poi lo ha fatto Marco Siena: un riassunto per punti di alcuni elementi che consideriamo fondamentali, o caratteristici, della nostra scrittura.

Come idea – e in questo concordo con Marco – non per esporci, ma per confrontare modus operandi e strategie.
Per imparare.
Alex ha messo giù venti punti, Marco trenta.
Vediamo ora cosa riesco a fare io.

Perciò, siete ancora in tempo, se siete di quelli che scrivono, allora piantatela di frignare e tornate a scrivere.
Se siete dei wannabe che parlano di scrittura, cliccate qui di fianco…

  1. non ho orari specifici di scrittura, piuttosto faccio cose diverse in momenti diversi – delineo al mattino, scrivo di notte, revisiono al pomeriggio… se riesco – altrimenti, si fa quel che si può
  2. una parte consistente della mia scrittura si svolge nella mia testa, a letto, tra le sei e le sette del mattino
  3. in linea di massima cerco di pensare alle storie in termini di struttura, per cui speso faccio mappe, scarabocchi e altre cose strane
  4. preferisco scrivere senza avere gente attorno, ma se devo, posso scrivere ovunque
  5. come ho già raccontato fino alla noia, scrivo la prima stesura in Gedit e poi revisiono in LibreOffice
  6. ho la mano pesante: consumo tastiere come se fossero biscotti. Per questo preferisco le vecchie tastiere meccaniche, che sono infinitamente più robuste
  7. scrivo sia in italiano che in inglese – può capitare che io scriva in inglese e poi traduca in italiano; non è mai successo il contrario
  8. normalmente ho tre o quattro lavori in corso, fra articoli e racconti – saltare da un lavoro all’altro aiuta quando ci si trova bloccati su una storia… si passa ad un altro testo, e via
  9. scrivo prevalentemente dalla novella al racconto breve, tra le 2000 e le 20.000 parole. Questo per motivi pratici (si finisce prima, è più facile vendere), oltre che per inclinazioni personali
  10. non butto via praticamente nulla di ciò che scrivo, ma solo una storia su tre, in media, arriva alla revisione ed alla stesura definitiva
  11. la stesura definitiva di solito è più breve della prima stesura: in fase di revisione elimino il 30% di ciò che ho scritto, e aggiungo almeno un 20% di nuovo materiale, ma non è una regola matematica
  12. collaboro con degli eccellenti editor e beta reader, dei quali mi fido ciecamente – hanno tutti una cosa in comune: nessuno di loro mi ha mai mandato di sua iniziativa una mail con l’elenco degli errori riscontrati nel mio ultimo lavoro; collaboriamo per scelta, non per stalking
  13. scrivo narrativa di genere – il genere è la tribù alla quale appartengo, è il mio pubblico di riferimento
  14. tutte le mie storie hanno, nel bene e nel male, anche una colonna sonora e una galleria d’immagini di riferimento
  15. la fase di documentazione è essenziale per le mie storie, ma poiché faccio narrativa d’immaginazione, non manualistica, mi riservo il diritto di ignorare, modificare o inventare i fatti in funzione delle mie necessità
  16. ci sono un sacco di quelli che io chiamo “giochini” nelle mie storie – citazioni, riferimenti obliqui, in-jokes. Coglierli non è essenziale per la comprensione della storia, ma chi li coglie ne ricava, spero, un extra
  17. credo che solo gli scrittori stupidi abbiano lettori stupidi, e di conseguenza sono fermamente convinto che il lettore possa e debba fare la propria parte, il che significa che non sempre spiego esplicitamente tutto ciò che caccio nei miei racconti
  18. ritengo che l’autore non debba mai giustificare le proprie scelte – il che spiega perché non rispondo a certe domande dei lettori (per quanto io ami parlare di me stesso, come avrete intuito)
  19. d’altra parte, aggiungo sempre una postilla alle mie storie, non per giustificare alcunché, ma  per raccontare qualche dettaglio sullo sviluppo e sulla scrittura – una abitudine presa, credo, dai romanzi di Piers Anthony
  20. ho un notes con la copertina tigrata sul quale annoto le buone idee (e chi me le ha date, per poterlo ringraziare in postilla)
  21. ovviamente odio le recensioni negative del mio lavoro, ma
  22. preferisco una recensione onestamente negativa al benevolo paternalismo di certi recensori che dicono sempre bene, ma in maniera assolutamente insultante
  23. una buona storia deve lasciarmi qualcosa, fosse anche solo la soddisfazione di avermi fatto scordare i miei guai quotidiani per un paio d’ore, che io l’abbia letta, o che io l’abbia scritta
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Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

One thought on “Scrittura – una lista di cose

  1. Pingback: Scrittura: I 13 punti | Taccuino da altri mondi

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