Dicono che postare brani di ciò che si sta scrivendo serva ad aumentare l’aspettativa.
O qualcosa del genere.
Però di tanto in tanto si può fare.
E in questo caso, diciamo che sto per barare – posto di seguito l’incipit della prossima storia che spero di chiudere (ancora 36 ore, se tutto funziona), ma non l’ho scritto io.
E io non so ancora come si intitolerà la mia storia, ma so che comincerà così…
La città e le sue case, dalle fondamenta alla cima, le ho distrutte, le ho devastate, le ho bruciate col fuoco. Il muro e le mura esterne, i templi e gli dei, le torri dei templi di mattoni e di terra, tutti quelli che c’erano, ed erano molti, li ho rasi al suolo e sprofondati nel Canale Arahtu. Nel mezzo di quella città ho scavato canali, ne ho allagato il sito con l’acqua, e ho distrutto le sue stese fondamenta. Ho reso la sua distruzione ancora più completa di quella causata da una inondazione. Affinché nei giorni a venire il sito di quella città, e i suoi templi ed i suoi dei, non possano essere ricordati, l’ho completamente cancellata con quantità d’acqua, e l’ho resa simile a un prato.
E vi lascio immaginare cosa fece agli abitanti.
A parlare è Sennacherib*, figlio di Sargon, re degli Assiri.
Un tipo abbastanza fastidioso da meritarsi l’annientamento da parte di Dio in persona (se dobbiamo credere agli Ebrei) o dagli dei d’Egitto (se dobbiamo credere a Erodoto), e finire accoppato dai propri figli.
La città alla quale Sennacherib ha riservato le simpatiche attenzioni che egli stesso descrive con tanta precisione è Babilonia.
L’anno è nei dintorni del 690 avanti Cristo.
Per scopi puramente narrativi, Sennacherib verrà compresso dal cannocchiale del tempo profondo e compenetrato con un suo allegro antenato di un paio di secoli prima, Shalmaneser, del quale le cronache d’epoca ricordano
fece legare alcuni prigionieri e li fece seppellire sotto ad una montagna di teste mozzate
Parlatemi ancora di com’era bella la vita nei tempi andati.
E per finire, per uno dei miei soliti giochini che a me servono a rendere divertente (per me) la mia scrittura, le nefandezze di Sennacherib e Shalmaneser verranno attribuite al non meno nefando Tiglat-pileser**, che fu re dopo il secondo e prima del primo.
Ora, frullare tre re assiri per fare un solo re assiro è il tipo di cosa che farà inalberare taluni, ma io dopotutto scrivo narrativa, non manualistica – e nell’economia della mia storia il frullato ci sta perfettamente.
Sarà interessante, credo.
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* “il dio della luna ha preso mio fratello al mio posto” – nome inquietante, non trovate?
** E chi saprà dirmi nei commenti qui sotto perché metterci anche il povero Tiglat-pileser è un mio personale in-joke, vincerà una copia in anteprima della storia, in formato elettronico di sua scelta (sì, anche pdf).
Potete rispondere con una sola parola, se volete.
I primi tre che scrivono quella parola (o una delle parole possibili), vincono la storia (appena è finita – ed ora, al lavoro!)
10 aprile 2014 alle 9:58 AM
Non sono bravissima con queste cose però ci provo (la tua storia mi fa gola!)
Diciamo che guardandomi in giro ho trovato una cosa che farebbe al caso mio per un mio inner joke.
La parola è:
Gatto
10 aprile 2014 alle 10:04 AM
Anche a me piace frullare e comprimere insieme più personaggi, ne esce fuori sempre qualcosa di narrativamente molto più forte che non se uno si attenesse alla storia, pure perchè di solito uno ha qualcosa che ci piace ma l’altro ha eventi più interessanti nella propria vita.
Anche io adoro i frullati di personaggi. 😀
E prima volevo dire… guardandomi attorno e non guardandomi in giro…vabbeh…
10 aprile 2014 alle 10:10 AM
Grazie al google fu, dico “orso del geologo strambo”.
10 aprile 2014 alle 11:45 AM
Orologio da polso?
Non so quanto sia personale, ma scopro ora che aveva ben chiaro anche il concetto di densità e pertanto ha la mia stima (non per il resto delle sue imprese). Per inciso, ho dato per scontato che fosse il III, ma forse quello più “pulp” è il primo!
10 aprile 2014 alle 2:11 PM
Trovato solo per “colpa” di Andrea e grazie all’oracolo Gugol. Quindi non so se vale, ma dico “William”.
E torno a rotolare dal ridere, perché questa storia non la sapevo, o se la sapevo l’avevo dimenticata! 😀
By the way, che carini, i re assiri! Coccolosamente coccolosi!
10 aprile 2014 alle 2:38 PM
Se fosse il III io direi come parola “usurpatore”, ma se invece stiamo parlando di Tiglat (eccetera eccettera ) I direi : “Jena”.
11 aprile 2014 alle 9:11 AM
Ma alla fine ha vinto qualcuno?
11 aprile 2014 alle 11:07 AM
E dammi tempo! 😀
Lasciamo che i commentatori commentino, poi i vincitori saranno annunciati… mah, domenica.
11 aprile 2014 alle 9:30 PM
Valgono i tentativi multipli? Se no, come credo, direi “lectore in fabula”, espediente teorizzato (e poi AMPIAMENTE utilizzato) da Eco
12 aprile 2014 alle 5:00 PM
Ma non ho capito, l’inserimento di Tiglatpileser TI DA l’occasione di inserire un injoke, o è DI PER SE un injoke? Nel secondo caso non saprei. Nel primo sparo un TAVOLE DI PIETRA.
12 aprile 2014 alle 8:55 PM
Tiglat Pileser è un injoke.
Domani la soluzione.