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Perché le recensioni non tirano più

16 commenti

article-2223626-15B34CD1000005DC-759_964x517Quando ci troviamo per l’ora d’aria, qui nel Blocco C della Blogsfera, uno degli argomenti dei quali si chiacchiera, seduti al bordo del campo di basket, negli ultimi tempi, è come improvvisamente le recensioni non facciano più tutte le visite che facevano una volta.

Che si tratti di libri, film, fumetti, dischi, tutti concordano sul crollo dell’interesse per le recensioni.
Si salvano le recensioni dei telefilm – che sonouna sicurezza, una rece secca alla settimana, e un bel po’ di polemiche perché pare che i telefilm siano diventati una nuova religione.
Ma anche lì i numeri sono bassi.

Cosa è successo?
Dove son finiti tutti quelli che leggevano le recensioni?
Beh, io ho una teoria.

Ciò che è successo sono i gruppi su Facebook.
No, davvero!

Mi capita di essere agganciato a un certo numero di gruppi che trattano di libri, su Facebook.
E il post standard è

[Titolo del libro]
Visto oggi in libreria.
Vale la pena?

Oppure

[Immagine delle copertine di due libri]
A o B?
Cosa leggo prima?

Oppure

[locandina del film]
Da vedere?

Ed è fatta.
Recensione on demand.
Meglio di un arecensione, in effetti, perché ci risparmia tutte le chiacchiere di qualche blogger imbecille che vuol saperla lunga.
E con il bonus che possiamo raccogliere più opinioni, e poi conformarci tranquilli e felici all’opinione della maggioranza.
Pensarla come tutti gli altri.
Essere parte del gruppo.
Un’illusione di vita sociale.
Una bella tranquillità.

Batte, senza neanche impegnarsi, lo sforzo intellettuale di mettere il titolo che ci interessa nella finestrella di ricerca di Google

[titolo] recensione

oppure

[titolo] recensione negativa

se in fondo non abbiamo voglia che ci piaccia, oppure vogliamo andare controcorrente, oppure

[titolo] spiegazione

se siamo idioti.

Troppo sbattimento.
Meglio chiedere su facebook, vedere cosa pensa la maggioranza, e conformarsi.

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Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

16 thoughts on “Perché le recensioni non tirano più

  1. Trovo particolarmente inquietante quelli che chiedono: “leggo A o B?”
    E lo devono decidere i tuoi amici su Facebook?
    Sarà che ho talmente poco tempo libero che ho l’illusione di gestirlo per conto mio…

    Oltre a Facebook tieni conto delle stelline su Amazon e siti simili. Due parole per giudicare un libro o un film, una manciata di stelline e via.
    Analisi più approfondite annoiano, o infastidiscono. “C*zzo avrà tanto da dire ‘sto blogger, su questo libro? Non capisco se gli è piaciuto…”

    Tristezza.

  2. Dal canto mio, prediligo ancora leggere delle recensioni ben scritte (come quelle presenti sul tuo blog), anche perché in questo modo ho la possibilità di capire se il prodotto è in linea con i miei gusti.
    Per converso, sembra che ormai la gente sia diventata incapace di soffermarsi a riflettere su un determinato argomento per più di pochi minuti, cosa che ho potuto appurare nella vita di tutti i giorni e che sinceramente mi lascia sgomento.
    Ad ogni buon conto, Davide, spero che continuerai a parlarci di libri, come del resto hai sempre fatto in maniera egregia su questo ed altri blog.

  3. E’ ormai un dato di fatto: ormai si ě spostato tutto su Facebook dove molti non vogliono pensare, né perdere tempo. Ormai pubblicare recensioni librarie significa trovarsi un post disertato. Ovviamente continuerò a pubblicarle però è deprimente 😉

  4. Non sono d’accordo con il tono generale di questo post. Perchè mai chiedere una recensione su Facebook dovrebbe tramutarsi nel “conformarsi alla massa” in automatico? Si possono trovare utenti intelligenti (e non soltanto caproni belanti) anche su Facebook. Inoltre, non è affatto detto che le opinioni espresse su un gruppo siano necessariamente uniformi. Potrebbero risultare molto diverse tra loro. Infine, se il meccanismo fosse quello effettivamente descritto nel post, allora i blog non sarebbero esenti dai difetti illustrati. Se un utente legge quattro recensioni dello stesso film su quattro blog caratterizzati da una certa concordanza di gusti generali (perchè i blogger si conoscono fra loro, collaborano a progetti comuni, ecc. ecc., vedasi la sinergia fra i blog di fumettisti come Recchioni, Cajelli e Ortolani), si è conformato “tranquillo e felice” all’opinione della maggioranza?

    • Non lo so, bisognerebbe chiedere a lui.
      In linea di massima, tuttavia, ritengo che in generale una recensione “tradizionale” su un blog possa essere più articolata di una lista di opinioni espresse in poche righe da un certo numero di persone.
      la Mente Alveare ha i suoi pregi, ed i suoi difetti.
      Poi naturalmente, YMMV.

  5. Ovviamente non riesco bene a capire come si possano preferire le instant review però la mia curiosità è: laddove si fanno le review on demand c’è qualcuno che chiede: “che giallo mi consigliate di leggere?” “Quale fantasy potrei leggere questa estate?”.
    Perchè la mia impressione è che si cerchino informazioni di cose che già si è deciso di leggere e sempre meno desiderino scoprire che esistono libri bellissimi che erano sfuggiti (che poi sono le recensioni/segnalazioni che preferisco).

  6. Ho spesso avuto occasione di consigliare film/ libri, o di avviare dibattiti su Fb con interventi tutt’altro che corti, superando anche quota 100 commenti…poi, per carità, quello strumento non è stato ideato per comunicazioni lunghe ed articolate. Tuttavia, si potrebbe parlare di Mente Alveare anche nel caso d’un blog in cui il blogger viene difeso, nelle proprie opinioni, dalla quasi totalità degli utenti. In giro se ne trovano. Probabilmente, le instant review sono la spia di un approccio caratterizzato a superficialità e conformismo. Un approccio che non è associabile ad un singolo social network, dato che lo si può trovare nei più svariati contesti. Come spesso accade, a fare la vera differenza non è (fino in fondo) lo strumento utilizzato, ma l’interlocutore che si ha davanti.

    • Mi incuriosisce il parallelo fra una discussione con centinaia di commenti riguardo alla validità di un libro o di un film e il blogger “difeso” dai suoi utenti…
      Difeso da che?
      E cosa c’entra?
      Non si parlava di recensioni?

      Io non dico che raccogliere opinioni attraverso un social network sia male – semplicemente che chi ha un libro fra le mani e anziché aprirlo e leggerlo chiede ad altri cosa ne debba pensare è un idiota.
      E che la tendenza a usare un instant poll anziché cercare una recensione – o dieci recensioni – è il motivo per cui le recensioni non tirano.
      Come da titolo di questo post.

  7. @verroinsaziabile
    “Se un utente legge quattro recensioni dello stesso film su quattro blog caratterizzati da una certa concordanza di gusti generali (perchè i blogger si conoscono fra loro, collaborano a progetti comuni, ecc. ecc., vedasi la sinergia fra i blog di fumettisti come Recchioni, Cajelli e Ortolani), si è conformato “tranquillo e felice” all’opinione della maggioranza?”

    Si chiama marketing. ^_^

  8. Questa mi sembra proprio una valutazione sconfortante, ma tremendamente vera

  9. @davide c’entra come esempio di “mente alveare”, ovvero di conformismo diffuso. Che è poi quello di cui parlavi anche tu nel post: non si produce un pensiero proprio e ci si adegua alla maggioranza. Quanto al “difeso da che”, accade talvolta che un blogger si costruisca un “seguito” di utenti che sostengono a spada tratta la validità delle sue opinioni (che il blog tratti di cucina, politica, arte, letteratura..) contro qualsiasi parere difforme, a tal punto da precipitare nel conformismo. Ho fatto quel parallelo per ricordare che il problema d’un certo livello di conformismo (del quale, secondo me, il declino di recensioni articolate e, soprattutto, portatrici di visioni differenti l’una dall’altra è soltanto una conseguenza) si annida ovunque nella Rete, tanto nei blog quanto nei social network di massa come Facebook. Detto ciò, non credo che chiedere consigli su un libro prima di leggerlo sia da idioti. Chiedere la spiegazione sì, è disarmante. Ma dato che il tempo della vita è limitato, e non potremo mai leggere tutte le cose che vorremmo, chiedere consigli mi sembra un buon modo per provare a risparmiare tempo. Fermo restando che la decisione ultima sul cosa leggere rimane sempre a noi. Infine, dal mio punto di vista non noto un declino così significativo di recensioni articolate…noto invece una loro, diciamo così, strozzatura: le fasce di utenti più giovani cercano ancora recensioni piuttosto lunghe ed articolate, ma esclusivamente su prodotti mainstream. Il blog di Roberto Recchioni rappresentava un buon esempio di questo fenomeno: raggiungeva un numero di visite molto elevato, proponendo recensioni articolate….su film dallo spessore pari a un foglio di carta. Con tutta la buona volontà, far passare come bisognoso di un’accurata recensione un film come GI Joe mi pare troppo. Perciò, più che di scomparsa delle recensioni, parlerei di una loro ghettizzazione -si sprecano fiumi di parole su prodotti dal contenuto poverissimo, che sarebbe possibile liquidare in due righe.

    @sommobuta è marketing, ma lo è solo fino ad un certo punto. Se da un lato i blogger da me citati vengono invitati alle prime ufficiali di determinati film, e pagano la marchetta con recensioni chilometriche e concordanti fra loro, dall’altro vengono invitati perchè, tramite le loro opere e la loro attività precedente di blogger, hanno contribuito a costruire un gusto comune, rispondente all’immaginario presente in quei film (o libri, o fumetti). Un gusto che, in certi gruppi, va decisamente per la maggiore, arrivando talvolta a sfociare nel conformismo.

  10. Io nonho mai inteso il concetto di “mente alveare” come segno di conformismo – piuttosto come la possibilità che la comunicazione istantanea fra una quantità elevata di intelligenze possa portare a un risultato superiore alla somma delle sue parti.
    Che, come ho detto nel mio commento qui sopra, ha i suoi pregi ed i suoi difetti – l’importante è come la si usa, come la si avvicina.
    Quanto alla necessità o meno di recensire un titolo piuttosto che un altro, o la necessità di ottenere informazioni in fretta perché la vita è breve… l’una cosa non esclude l’altra.
    D’altra parte, rimane libertà del recensore recensire quel che gli pare – così come del pubblico di informarsi come preferisce.
    Affermare la superiorità di uno di questi diritti rispetto all’altro è quantomeno dubbio.

  11. Mi fa piacere sapere di essere “nato” da un anno e costituire già una specie in via d’estinzione. Allegria a palate 🙂

  12. Grazie per la precisazione sul concetto di “mente alveare”, avevo dato al termine un significato diverso da quello inteso da te.

  13. Quanta verità!
    E per quanto riguarda i libri crolla anche in modo proporzionale l’interesse a farsi recensire, prediligendo altre forme di visibilità.

  14. C’è anche da dire che il numero di recensioni in rete è cresciuto esponenzialmente, eh, così come sono nati nuovi siti analoghi ad Anobii o Goodreads. E’ anche un semplice sbilanciamento del rapporto domanda/offerta.

    Si nota anche per le recensioni dei film su youtube, tanto per fare un parallelo.

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