C’è un libro che ho cercato per molti anni.
Da quando, per la precisione, vidi questa illustrazione in un volume di dipinti e disegni di Jim Burns, il grande illustratore britannico.
Ed è stato bello scoprire che The Godwhale, di J.T. Bass, è stato di fresco ristampato da Gollancz nella collana SF Masterworks, insieme con il suo volume contiguo, Half Past Human.
E così, complice il mio compleanno, ho finalmente messo le mani sul romanzo del dio-balena.
Larry Dever va a fare una corsa in un parco, ed ha un incidente a tal punto orribile da rimanere dimezzato – sì, per salvargli la vita gli devono amputare tutto dall’ombelico in giù*.
E poi lo congelano: in futuro, si spera, esisteranno delle tecnologie capaci di rimetterlo in sesto.
Ma il futuro nel quale Larry si risveglia non è quello che sperava: l’umanità è stata ampiamente modificata geneticamente, tre trilioni di individui vivono in colossali alveari sotterranei mentre l’intera superfice viene coltivata per nutrirli, ed i mari sono morti.
Chi non si adegua, viene ucciso.
E mangiato.
Intanto, molto lontano, Rorqual Maru, una colossale balena cyborg creata in tempi più civili per mietere gli oceani si risveglia, e si mette in cerca dell’umanità.
Della sua umanità.
Quella che può cambiare le cose.
Ed attorno al dio balena, si riunisce una banda di disperati e fuggiaschi fra i quali Larry è uo dei meno traumatizzati, dei meno strani, dei più umani.
T.J. Bass scrisse poco, ma quel poco lasciò il segno – sia Half Past Human (1971) che The Godwhale (1974) venenro candidati al Nebula; i due romanzi formano un dittico (si possono leggere indipendentemente, nell’ordine che si preferisce) ed entrambi hanno caratteri simili: sono asciutti, concisi (non arrivano a 300 pagine), straordinariamente ricchi nel costruire un mondo e nel trascinarci dentro il lettore.
Sono pugni nello stomaco.
Bass, che era un medico, non ha troppe remore nel costruire un futuro bio-modificato con tutti i dettagli orribili in vista.
Il risultato è dolorosissimo – The Godwhale non è una piacevole lettura, non è intrattenimento leggero, non è una cosina da leggere sulla spiaggia.
È una distopia spaventosa e credibilissima, per niente consolatoria, e che tuttavia inietta una strana speranza in un paesaggio desolato e desolante.
The Godwhale piace intellettualmente ma non emotivamente – emotivamente non si può che odiare il mondo che Bass descrive anche perché (come nota Ken MacLeod nell’introduzione all’edizione Gollancz), si tratta di un mondo che è la logica estensione di molte, troppe logiche contemporanee.
È valsa la pena, di restare in attesa per tutti questi anni.
The Godwhale merita il titolo di capolavoro, merita di essere letto e riletto, ed è un romanzo dal quale si può imparare molto.
Su un ideale scaffale dedicato alla fantascienza a tema ecologico, i due volumi di Bass dovrebbero figurare prominentemente.
Non mi risulta che i romanzi di Bass siano mai stati tradotti nella nostra lingua – per quanto mi sembri improbabile.
Sarei felice di sentire nei commenti se qualcuno ha qualche notizia in più.
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* … e che ci crediate o meno, è una vera pratica medica, un tipo di intervento estremo per salvare la vita al paziente.
5 giugno 2014 alle 9:47 AM
No, gli editori italiani hanno completamente ignorato mr. Bass e i suoi capolavori. Ho fatto un veloce controllo e non risulta pubblicato né venduto di seconda mano né ospitato nelle biblioteche nazionali. Magari si potrebbe risolvere il problema pubblicandolo noi in e-book, se ne può parlare, credo.
5 giugno 2014 alle 10:10 AM
L’autore è morto nel 2011, e non so come sia la questione diritti.
Sarebbe interessante (anche se tradurre Bass è un’altra di quelle imprese titaniche), ma temo che dal punto di vista commerciale sarebbe poco vantaggioso.
Comunque grazie per la conferma che, tanto per cambiare, ce lo siamo persi.
5 giugno 2014 alle 3:55 PM
così,tanto per parlare,cosa costerebbe tradurre questi due libri?
sarebbe una eresia far partire un qualcosa tipo kickstarter sotto l’egida della moon base factory?
…e vedere di nascoto l’effetto che fa.
5 giugno 2014 alle 11:12 PM
Un altro autore sconosciuto qui da noi. Davide, la cosa bella del tuo blog è che qui da ts’imparano sempre cose nuove.e