Avrei voluto fare, oggi, un post su uno di questi tre argomenti: a) come si scrive una sinossi che non faccia schifo; b) perché i Kickstarter nel nostro paese sembrano destinati alla catastrofe; e c) come ci si sente a partecipare ad una conversazione nella quale tutti gli altri partecipanti ci ignorano ostentatamente (il che significa, naturalmente, che non stiamo partecipando affatto).
Ma poi ho cambiato idea.
E vi parlo di questo…
Due mesi or sono, ho fatto un esperimento.
Avevo sul mio hard disc tre racconti che erano fermi da anni, e che non avevo mai avuto granché voglia di pubblicare – cose scritte per fare esercizio, cose scritte per gioco o per scommessa. Ben scritte, se me lo dico da solo, ma ormai non più di interesse, per me.
Le ho impaginate, ho messo una copertina, e ho caricato l’ebook su Amazon.
Con uno pseudonimo.
Il prezzo, esattamente quello consigliato automaticamente da KDP per quel genere, e quel numero di pagine.
Niente pubblicità, niente annunci, niente di niente.
In due mesi, cosa è capitato?
Beh, per le prime due settimane nulla.
Poi, dopo circa quindici giorni di assoluta inattività, il mio libro ho venduto quattro copie nel giro di una settimana.
Una in Gran Bretagna.
Una in Germania.
Due negli Stati Uniti.
E poi basta – da circa un mese non ci sono vendite, né alcun segnale che il mio ebook riemergerà dal grande nulla là fuori*.
Quattro copie – circa sei euro.
Nessuna presenza in classifica, nessuna recensione.
Né io mi aspettavo altro.
Abbiamo parlato in passato di cosa sia che vende un ebook.
La copertina, il blurb (o sinossi).
L’autore, se è un nome noto, se ha una fan-base.
Ma, prima di tutto, l’informazione.
Io devo far sapere a chi mi conosce e si fida dell’esistenza di un nuovo libro.
Alcune di queste persone divulgano la notizia condividendola, alcune (si spera molte) di queste persone acquistano l’ebook.
In conseguenza di ciò, l’ebook viene segnalato nel sottopancia delle pagine Amazon – “Chi ha acquistato questo articolo ha acquistato anche…”.
Questo vende altre copie.
L’ebook entra in classifica, altri lo vedono, qualcuno lo compra (ogni volta che segnalo su facebook una mia presenza in classifica, questa segnalazione vende qualche copia).
Qualcuno lo recensisce (in media, uno ogni dieci/venti lettori) – anche questo crea curiosità in altri (anche qui, segnalare una nuova recensione aiuta), e altre copie vengono acquistate, lette, recensite.
La voce si sparge – ne parla un blog, magari una webzine.
Persone che non conoscevano né me né gli altri miei lavori rimangono incuriosite – altre copie vengono vendute.
Il segnale si allarga.
Sono questi segnali, che vendono il libro.
Poi, sì, la copertina, il titolo, la sinossi.
La qualità della scritura, indubbiamente, e della storia – sono quelle, che generano passaparola, recensioni, altre vendite.
Ma se la qualità è il motore, allora la diffusione dell’informazione è la trasmissione, di quel motore.
È ciò che fa girare le ruote.
Senza il segnale, il libro scompare – indipendentemente dai suoi meriti o difetti.
Indipendentemente dalla copertina, o dal blurb.
È tutto nel segnale.
Che deve essere lanciato, e amplificato.
Se non si lancia il segnale, l’ebook muore.
Ho circa sei euro che lo dimostrano.
Ma ora la domanda fondamentale è – una volta lanciato, si può fermare il segnale?
Joss Whedon, lo sappiamo, sosteneva che non è possibile.
Ma è davvero così?
Facciamo un gioco – se avete voglia.
Proviamo a cartografarlo, questo segnale.
Qui, strategie evolutive, è il punto d’origine.
Vi andrebbe di segnalarmi nei commenti dove avete visto recensiti (non mi interessa se positivamente o negativamente) o segnalati i miei ebook?
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* Ed è inutile che lo andiate a cercare – non lo trovereste, e comunque l’ho ritirato da Amazon prima di postare questo pezzo…
5 settembre 2014 alle 11:23 AM
Io e te frequentiamo più o meno i stessi lidi informatici, faccio poco testo.
Però l’esperimento è interessante. Vediamo che salta fuori.
5 settembre 2014 alle 11:31 AM
Fin qui, credo che i risultati siano decisamente indicativi, non credi?
5 settembre 2014 alle 12:08 PM
Amazon, altri blog del blocco C, e… uhm… da nessun’altra parte.
Nope, il segnale non è inarrestabile. -_-
5 settembre 2014 alle 12:15 PM
Mah, diamo fiducia a Hoss Whedon.
Io credo non lo si possa fermare, ma lo si può rallentare, rallentare fino a ridurlo allo strisciare di una lumaca paralitica.
Serve impegno – forse più impegno che per diffonderlo.
5 settembre 2014 alle 12:18 PM
Sicuramente serve un botto d’impegno per rimetterlo in moto, sempre se ci si riesce.
Sarà la giornata uggiosa, ma il mio ottimismo oggi è introvabile 😛
5 settembre 2014 alle 12:58 PM
Se ne parlava altrove – restare ottimisti è estremamente difficile.
E la reazione a questo post non giustifica certamente alcun ottimismo.
Però daì, dargliela vinta…
E poi se smetto di scrivere cosa faccio – apro un chiosco di frittate?
5 settembre 2014 alle 1:15 PM
Come si diceva altrove, no, né lo spazzino né il chiosco. Abbiamo bisogno di qualcosa di meglio.
E quanto al darla vinta al silenzio, col cavolo! 😀
5 settembre 2014 alle 4:03 PM
Ho visto le tue opere segnalate qui e su Karavansara, su qualche blog di quelli che chiami
“amici del blocco C” e sul gruppo De Ebook Mysteriis su cui ci siamo “incrociati” poco fa 🙂
Sulla storia del segnale, la mia opinione è che si fermi alla comunità in cui vive la persona
che lo lancia e non vada oltre. Non parlo solo del tuo segnale ma di tutti, come altri che ho
avuto occasione di “lanciare” (es. la promozione di giochi da tavolo e di ruolo con le 2 associazioni di cui faccio parte).
Quindi la mia genialissima soluzione è allargare la comunità. Il primo di noi due che scopre
come fare, lo segnala agli altri in cambio di una percentuale su ogni nuovo membro, ok? 😉
5 settembre 2014 alle 4:09 PM
C’è chi potrebbe diffondere il segnale, e non lo fa.
Capire perché non lo faccia è essenziale.
Ma naturalmente bisognerebbe avere degli interlocutori.
Che, come questo post sta ampiamente dimostrando, non ci sono.
5 settembre 2014 alle 5:00 PM
dunque…ho visto i tuoi ebook venire segnalati sui due blog (StratEvo e Karavansara), su Facebook e su Twitter. Personalmente, ho segnalato spesso e volentieri alcuni articoli del tuo blog. I tuoi ebook, per un motivo o per l’altro, non li ho ancora letti. Tuttavia, conto di agguantare Buran, Gli Anni del Tuono e Blooper. Se incontreranno il mio favore, utilizzerò lo strumento di diffusione più rapido e generalista che ci sia-Facebook. In fondo, è stato Facebook a trasformare Zerocalcare (non so se avete presente il caso) nella killer application del fumetto italiano, uno capace di vendere 20.000 copie in poche settimane di un volume che trattava traumi dell’infanzia, merendine e sottoculture anni ’80.
5 settembre 2014 alle 5:12 PM
Grazie del contributo, Verro.
Qualunque aiuto è beneaccetto – e finalmente un dato su dove si sono visti (o non visti) i miei ebook!
Grazie!
5 settembre 2014 alle 5:20 PM
@verro: No, Zerocalcare a livello internettiano era comunque di nicchia, nonostante gli spintoni di Makkokx e “La profezia” autopubblicata. E’ diventato fenomeno di massa quando Bao ha pubblicato “La profezia dell’Armadillo” in versione color “16 bit”.
La controprova? Al comicon di Napoli (maggio 2012) quando Zerocalcare in linea “teorica” era già una star dei webcomics ma non aveva ancora pubblicato con Bao, allo stand a farmi fare l’autografo eravamo io…e Zerocalcare.
E questo 2 anni fa, non 10.
A riprova che il segnale può essere forte quanto volete, ma se alle spalle non c’è qualcuno di grosso…
5 settembre 2014 alle 5:37 PM
Altro dato interessante.
Grazie Sommo.
5 settembre 2014 alle 8:15 PM
Io forse faccio poco testo perché non sono su faccialibro, il che limita molto il mio accesso al Segnale (mi piace, la maiuscola :D).
Tuttavia… Questo blog, Karavansara (ovviamente) e gli altri blog che bazzico, molti dei quali credo facciano parte del famoso Blocco C. Io sul mio blog ho segnalato quasi tutto ciò che ho letto di tuo, visto che mi è sempre piaciuto… Fin qui tutto normale.
Però ho una curiosità da aggiungere: io ti ho “conosciuto” perché ho letto commenti poco lusinghieri su di te in un blog che bazzicavo per farmi due risate pur non trovando affatto simpatico il proprietario (no, stavolta non è Baionette :D)… Siccome trovavo le sue recensioni di autopubblicati… Beh, discutibili, almeno quanto la sua scrittura, ho pensato: “Se a lui non piace, magari a me piace!” 😀
Bingo.
Qualcuno diceva “anche male, purché se ne parli”, no?
5 settembre 2014 alle 9:15 PM
Nel corso degli anni, i miei detrattori hanno portato decine di lettori su questo blog – e ancora li portano.
Mi domando quale possa essere il blog incriminato – ma se ha fatto un così buon lavoro, speriamo che continui 😉
6 settembre 2014 alle 11:00 AM
Io ho visto i tuoi ebook perchè da anni seguivo questo sito e qui ci sono arrivato molto tempo fa perchè cercavo sulla rete chi altri scrivesse di kata kumbas, cosa che con gli ebook non centra nulla.
Pichè seguo strategie evolutive conosco anche il blog che parla di aculeo e amunet e la loro pagina facebook.
Nel mio blog ho parlato di alcuni tuoi ebook, ma poichè sono una perona “pigra” che per 5 giorni alla settiamana sta ai limiti della sua provincia a fare contabilità, in genere mi dedico alla rete solo al sabato e la domenica e molto poco a quella italiana, quindi non saprei dire chi altri parli di te 🙂
6 settembre 2014 alle 11:05 AM
P.S. Ah sì c’è karavan shara ma poichè è tuo è un po’ un loop dal mio punti di vista di ingegnere
6 settembre 2014 alle 11:17 AM
O almeno questo direbbe il profano, il marketing invece direbbe che seve ad aggredire il blog inglese un’altro tipo mercato. (scusate per i tre commenti ma oggi non sono molto sveglio)
6 settembre 2014 alle 3:05 PM
Grazie, Ursha.
Sì, il blog in inglese sta lentamente ma inesorabilmente diventando un’entità a se stante e indipendente.
E divertente, grazie al cielo!
7 settembre 2014 alle 11:28 AM
Ci sono poi anche le valutazioni (le stelline per intenderci) e le recensioni su Goodreads; più che altro sempre da parte del “blocco C”, ma non esclusivamente! Insomma, a grandi linee pare che oltre alla domanda “dove sono le segnalazioni” ci sia anche quella “chi le fa”.
8 settembre 2014 alle 10:15 AM
Io navigo poco per piacere. Ho visto segnalazioni dei tuoi libri solo qui (ma conta che questo e’ il blog che frequento di piu’, e ci vengo circa una volta ogni settimana) e su fb ( dove vado quando sono troppo stanco per una fruizione attiva, ecco il perche’ di solito non inoltro o appongo il mio like). In questi mesi sto anche leggendo poco e nulla off paper. Almeno per piacere.
8 settembre 2014 alle 10:16 AM
Grazie, Ldr.
Capisco e condivido la stanchezza – e la preponderanza di testi elettronici in questi giorni 🙂
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