… perché poi restava un problema.
Nel senso che ok, Clean Reader cambia le parole, per “proteggere” (le virgolette sono d’obbligo) i lettori più sensibili.
Così anche i bambini delle elementari potranno leggere Bukowski senza traumi.
O qualcosa del genere.
E degli effetti di tutto ciò abbiamo già discusso.
Restavano due elementi interessanti, dei quali sarebbe valsa la pena discutere un po’ di più.
Uno esplicito: i creatori di Clean Reader sono dichiaratamente cristiani.
Un fatto che ha destato la perplessità di un paio di commentatori, nel senso che, ok, cristiani, e allora?
E poi c’era un problema implicito.
Da dove vengono i soldi?
Perché Clean Reader è una app gratuita, sulla quale i due creatori hanno investito una quantità di tempo e denaro.
Chi ci guadagna?
Beh, scavando proprio un minimo viene fuori un interessante fattore che lega questi due punti – cristianesimo e quattrini.
E voi già lo sapete che quando si mescolano religione e quattrini le cose assumono un aspetto spiacevole.
Ciò che io non sapevo – e che ho scoperto attraverso il blog dell’autore Percival Constantine – è che Clean Reader non è solo un’app per la lettura, non è un semplice filtro.
È anche uno storefront1.
In altre parole, si connette a una piattaforma e vi permette di acquistare direttamente dal tablet i libri che vi interessano.
In particolare, Clean Reader è in partnership con Page Foundry, una piattaforma indipendente che distribuisce ebook attraverso app per dispositivi mobili.
Ecco da dove vengono i soldi.
E in questo, badate bene, non c’è nulla di male – è chiaro e normale che chi si impegna a sviluppare un software, possa poi trovare un modo per ricavarne un introito.
Non è questo il problema.
I veri problemi sono altri, e sono due.
Il primo è quello che segnala appunto Percival Constantine – nel momento in cui io distribuisco i miei ebook attraverso Page Fundry2, e questi diventano disponibili su Clean Reader, potrebbe sembrare che io appoggi il progetto Clean Reader.
Che io abbia implicitamente dato la mia autorizzazione, ok, ragazzi, il mio libro è pieno di parolacce ma potete leggerlo ugualmente cambiando quello che non vi garba.
Questo è spiacevole.
Sarebbe stato casomai consigliabile chiedere agli autori se volessero che i loro libri venissero venduti da Clean Reader.
Badate venduti, non filtrati.
Il secondo problema è che Clean Reader a questo punto si configura come piattaforma di vendita “cristiana” (ancora una volta, le virgolette sono d’obbligo) – e viene implicitamente presentato come tale.
Ciò che acquistate attraverso Clean Reader acquisisce quella che per alcuni potrebbe sembrare una implicita certificazione: è ok, o se al limite non è ok, l’app lo fa diventare ok.
E a questo punto la fede degli sviluppatori cessa di essere una cosa da embé? fatti loro, no?, e diventa uno strumento di marketing.
E questo è, a mio parere, estremamente discutibile.
Non solo quindi stiamo parlando di un’applicazione informatica che censura ciò che leggete – parliamo di una applicazione informatica che censura ciò che vi vende, e che ve lo vende (o prova a vendervelo) facendo leva sulla vostra fede.
Ora pare che molti autori stiano chiedendo di ritirare i propri titoli dallo store di Clean Reader.
Resta il fatto, che l’intera faccenda non è solo estremamente inquietante, ma anche ideologicamente piuttosto discutibile.
Non che ci aspettassimo nulla di diverso, naturalmente.
28 marzo 2015 alle 2:21 PM
Mi piace ma non mi piace! Ovvero doveroso post di critica e informazione che mostra un altro stralcio di un mondo futuro che guarda pericolosamente indietro e mi sembra fare un paio con le censure di libri nelle librerie del Veneto e assessori che regalano bibbie agli studenti
28 marzo 2015 alle 2:22 PM
Sì, un gran minestrone di cose che c’entrano poco le une con le altre, ma che qualcuno tenta di utilizzare per i propri fini meno che eleganti…
28 marzo 2015 alle 3:07 PM
Discutibile? Sei fin troppo buono. E’ una strategia, ben finanziata e strutturata. Legale, nessun dubbio su questo, ma il meccanismo di base mette paura.
28 marzo 2015 alle 3:55 PM
Certo.
E spalanca una quantità di altre possibilità, se possibile ancora più sinistre.
28 marzo 2015 alle 8:28 PM
Poi si stupiscono se uno tifa per l’estinzione