Gli anglosassoni dicono che chi vive in una casa di vetro non dovrebbe tirare pietre.
Strana gente.
Il fatto è che la traduzione fa un po’ perdere ritmo al proverbio, lo annacqua, lo sgasa… il sapore diventa piatto.
È uno dei rischi che si corrono con le traduzioni.
Molti anni or sono, Philip K. Dick si inventò un gioco – un gioco, badate bene, che all’epoca lui poteva solo immaginare, perché la tecnologia alla base di questo gioco all’epoca non era disponibile.
Descritto in Galactic Pot Healer (Giù nella cattedrale, qui da noi) il gioco consiste nel passare un breve testo ad un traduttore automatico, facendo più passaggi, per lingue diverse, fino a ritornare alla lingua di origine.
I giocatori devono indovinare la frase originale.
Negli anni ’90, morto Dick ma divenuta disponibile la tecnologia, noi ci giocavamo usando un programma che si chiamava Italian Assistant.
Machine translation è il nome di questo tipo di tecnologie.
Oggi c’è Google Translate.
Com’è un testo machine translated?
Ora, potrei stralciare brani da testi criminalmente buttati fuori a prezzi stravaganti dopo una veloce passata in Google Translate, ma credo sia più semplice – e legale – passarvi un mio testo.
Quello che segue è l’incipit di The Hand of Isfet, il racconto dal quale prende il titolo della prima raccolta di avventure di Aculeo & Amunet.
Originariamente il testo era in inglese, e scritto bene (su questo dovrete fidarvi della mia parola, o comprarvelo e verificare).
L’ho semplicemente copiato e, per il vostro diletto e la vostra edificazione, passato attraverso Google translate.
L’effetto, badate, non è pessimo – ma si tratta anche di un testo molto breve1. Fa schifo, insomma, ma non tantissimo.
“Sei sicuro di questo tizio?” Chiese Amunet, affrettandosi per tenere il passo con l’uomo al suo fianco.
Lui annuì.
La mascella sfocato set, con la testa coperta da un panno blu, in stile piratesco, Aculeo mantenuto la scansione della folla mentre attraversavano il mercato.
Alessandria era bianco e vivace sotto il sole del mattino, e il mondo intero sembrava arrivare sul mercato in questo giorno.
La donna sbuffò. “Questo greca di tuo,” tentò di nuovo lei. “Egli ti devo?”
Si strinse nelle spalle, aprendo la strada per un uomo che porta un cammello stanco cercando.
«Allora come stiamo pagando per il passaggio?”
Agitò le mani di dissipare la nube di mosche dopo il cammello.
“Lavoreremo nostro modo di Massilia,” ha detto.
Lei rise. “Certo, ci guardano, siamo entrambi marinai esperti ….” Una vecchia donna da una bancarella di frutta si voltò e la guardò. Amunet la ignorò.
“O si aspetta da me”, l’egizia continuai, “per divertire l’equipaggio in cambio di passo?”
Le prime due righe funzionano.
Poi cominciano i problemi.
Lo sfocato set, la scansione.
Poi c’è questo Greca di tuo, e ormai è andata.
Come noterete, i problemi di Google Translate sono due: un lessico limitato e la tendenza, mano a mano che procede nella traduzione, a usare sempre più spesso la struttura della lingua d’origine.
un uomo che porta un cammello stanco cercando
Uh?!
Avrete anche notato che riconoscere un testo machine translated non è particolarmente complicato – basta aver fatto la prima elementare.
E ora vi starete domandando, dove sto pensando di andare a parare?
Cominciamo col dire che non ho nulla contro Google Translate o altri servizi del genere – sono utilissimi per farsi un’idea di un testo… una pagina web, un tweet, uno status su Facebook, una mail.
Mentre stavo scrivendo la versione definitive di The Ministry of Thunder, la funzione di traduzione di Google è stata indispensabile per reperire alcune fonti iconografiche storiche – foto della vecchia Shanghai – che erano etichettate esclusivamente in cinese e quindi irreperibili con una normale ricerca Google.
Google Translate non è tuttavia uno strumento capace di tradurre un testo lungo e complesso con una qualità tale da renderlo pubblicabile e vendibile.
Ora vedete, sarà che in questi giorni c’è il Salone del Libro, sarà che si avvicina la silly season, ieri mi è capitato di sentire un piccolo editore2, lamentare come gli altri pubblichino ciofeche, e per di più mal tradotte.
E non si può dar torto a questa, come osservazione generale.
Si pubblicano un sacco di ciofeche, e molte traduzioni sono discutibili.
Alcuni editori più di altri.
Ma è altrettanto discutibile, io credo, buttarla sul patriottismo e sul prodotto nazionale – un po’ come il Buy American col quale l’amministrazione Reagan cercò di arginare l’avanzata dei giapponesi sui mercati USA – e l’intera faccenda si tinge di ridicolo quando il patriottico editore pubblica sul mercato anglosassone testi palesemente machine translated.
Che contengono fino a 4 errori di grammatica a paragrafo.
Alcuni, ammettiamolo, molto molto più comici di lavoreremo nostro modo di Massilia.
People in glass houses should not be throwing stones.
Qualora doveste imbattervi in un testo tradotto a macchina e venduto su Amazon, che sia in italiano o in inglese, segnalatelo – si tratta del genere di porcheria che danneggia l’intero mercato, spesso danneggia l’autore (che talvolta non sa valutare in quale maniera sia stata fatta la traduzione per cui paga), e danneggia terribilmente i traduttori, già di per se una categoria bistrattata.
Proprio per queste proporzioni da piaga egizia, Amazon3 ha tutto l’interesse a rimuovere questi testi.
Fanno male agli affari.
E sono una orrida presa in giro nei confronti dei lettori.
Che sareste voi.
15 Maggio 2015 alle 5:53 AM
Dannato pressapochismo…
15 Maggio 2015 alle 8:44 AM
Come forse sai, conduco una personale crociata contro i libri machine translated su Amazon. Ne segnalo uno o più al giorno. Purtroppo devo dire che le mie segnalazioni finora hanno avuto riscontro solo in un terzo scarso dei casi. Evidentemente servono segnalazioni multiple da più utenti… Oppure non tutti i responsabili dall’altra parte del filo sono in buona fede.
15 Maggio 2015 alle 10:39 AM
Mi domandavo appunto se fosse sufficiente una singola segnalazione.
Qualcosa di affine succede son le recensioni farlocche – ci sono casi in cui una singola segnalazione è sufficiente, e casi in cui decine di segnalazioni vengono ignorate.
Amazon si muove in maniere misteriose (e spesso abbastanza dubbie).
16 Maggio 2015 alle 8:06 AM
L’ha ribloggato su Flavio Firmo's Blog.