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Un file dagli archivi: Ombre Elettriche

9 commenti

ombre eletriche finalC’è un nuovo, vecchio racconto disponibile su Amazon.
Si intitola Ombre Elettriche, viaggia al vertiginoso prezzo di 99 cent, e francamente non saprei come classificarlo.
Ci sono i fantasmi – i fantasmi affamati del folklore cinese.
C’è la politica, c’è una atmosfera più o meno noir.
C’è una misteriosa organizzazione.
L’ambientazione è contemporanea.
È horror? È fantasy? È qualcosa di diverso?
Diciamo che potrebbe esere un urban fantasy, o un fantasy contemporaneo.
O qualcosa del genere.
Narrativa d’immaginazione, insomma.

“Ombre Elettriche” non è una stroria nuova – ha più di dieci anni – e mi venne suggerito da una di quelle strane coincidenze che capitano a volte.
Nel 2003 mi ritrovai a leggere, contemporaneamente, due libri che credevo ben distinti e diversi, e che invece si rivelarono le due facce della stessa medaglia.
Red Dust“, di Ma Jian, è l’autobiografia di un poeta e scrittore cinese che, avendo partecipato al movimento della Tiananmen, si ritrovò ricercato dalla polizia, e per alcuni anni visse vagando per le campagne cinesi. Per mantenersi, vendette poesie, come una specie di cantastorie itinerante.
“China Pop”, di Jianying Zha, è un saggio sugli effetti delle soap operas, dei tabloid e della letteratura popolare sulla cultura cinese contemporanea. Il volume descrive anche come, nei mesi successivi agli eventi della Tiananmen, molti intellettuali riuscirono a tornare nelle grazie del governo cinese – diventando autori di sceneggiati che “spingevano” i nuovi valori che il Partito riteneva importanti per lo sviluppo della società cinese. Facendo propaganda, insomma, al ritmo di ottimi stipendi e abbondanti privilegi.

hungry-ghost-festivalLa disparità delle vicende narrate nei due libri mi diede da pensare.
Cosa ne poteva pensare chi aveva vissuto ai margini per anni, di chi si era prostituito per quello stesso governo che aveva precedentemente criticato? In che rapporti si trovavano, ora, quegli ex (?) amici, quegli ex compagni di lotta politica, trovandosi improvvisamente sui due lati opposti della barricata?
Da qui, il passo successivo – perché comunque io scrivo storie di genere: cosa avrebbero detto le vittime, i giovani (o meno giovani) che nelle rivolte avevano perduto la vita, all’idea che il loro ideale fosse stato tradito in nome del denaro?

Pareva una buona idea per una storia di spettri cinesi – ma non alla maniera di Tsui Hark.
Perché nonfarla allora alla maniera di John Brunner?

6364“Ombre Elettriche” è costruito come un dossier, con stralci di documenti, frammenti di scene, brani di dialogo.
Resta al lettore il compito di mettere insieme i pezzi, ricostruire cosa stia succedendo.
Mi dicono che non è così che si scrive un racconto.
Ma di solito chi lo dice non ha mai scritto neanche una lista della lavanderia – pur avendo letto un manuale a riguardo.

Mi dicono anche che il lettore va preso per mano, imboccato, stramazzato di spiegoni, sennò si perde, resta disorientato.
Ma io non scrivo per scimpanzé: i miei lettori cerco di rispettarli – e questo significa anche dare loro il credito di una intelligenza, e della capacità di fare la propria parte, di mettere insieme i pezzi del puzzle senza il mio aiuto.

Uscito originariamente sul secondo volume dell’antologia Alia,”Ombre Elettriche” avrebbe dovuto essere il primo episodio di una serie imperniata sulla fantomatica Unità 23, che da sempre si occupa del sovrannaturale per conto del governo cinese.
Una seconda storia venne delineata e abbozzata, ma non andai mai oltre.
Questa versione è stata ampliata, ripulita, e ristrutturata, ma resta sostanzialmente la stessa storia del 2003.

Piacerà al pubblico?
Staremo a vedere.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

9 thoughts on “Un file dagli archivi: Ombre Elettriche

  1. Consideralo già acquistato. Punto.

  2. Preso, sarà la lettura della serata.

  3. molto bello, pone questioni e spunti di approfondimento ogni mezza pagina. merita una seconda lettura, per levare le gambe dagli spunti e fissare meglio le immagini del racconto.

    lascia un po’ con la voglia di capirci di più, su questa unità 23, ma è un gioco che giochi spesso e che con me vince facile, quello di lasciare una porta aperta da qualche parte.

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