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Cacciatori di dei

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God-Stalk-P.-C.-HodgellUna donna con artigli retrattili come un gatto, in fuga da un territorio in cui un potere oscuro muta tutto ciò che vive, e dove tutto ciò che muore risorge, ostile e inarrestabile.
Una città vastissima, nella quale uomini e dei convivono, e una volta all’anno gli dei morti vagano per le strade in cerca di vendetta sull’umanità che li ha abbandonati.
Un’ombra che si estende lenta e inesorabile sul mondo, non più contrastata da chi era stato posto a guardia dell’ordine.

God Stalk, di P.C. Hodgell è stato definito uno dei migliori fantasy degli ultimi trent’anni.
Di sicuro è il miglior fantasy letto nel 2015.

God Stalk uscì nel 1982 per i tipi della Berkley Fantasy, mi fornisce un buono spunto per una riflessione – e un buon proposito fuori tempo massimo.

La riflessione – nel 1982 il template fantasy non era ancora lo standard.
The Sword of Shannara era uscito nel 1977, è vero – creando il modello standard di fantasy tolkienoide che ancora ci infesta.
Ma il secondo romanzo di Shannara, Elfstones quello che in effetti segnala che il clone di Tolkien prodotto da Brooks sta per trasformarsi in un ciclo, è proprio del 1982. Bisognerà aspettare il 1985, con l’uscita di Wishsong per avere una Trilogia di Shannara.
Intanto, fra il ’77 e il ’79, Dungeons & Dragons evolve nella prima edizione di Advanced Dungeons & Dragons. Ed è innegabile che il gioco di ruolo della TSR abbia influenzato pesantemente – almeno quanto il successo dei romanzi di Brooks – lo sviluppo e l’affermazione del template fantasy1.

69173C’è quindi un momento, diciamo fra il 1977 ed il 1985, in cui la narrativa fantasy sta cambiando, rapidamente, ma non è ancora dominata da un modello standard – la banda di eroi, gli elfi, i nani, gli orchi, la quest, l’Oscuro Signore, i nomi pseudoceltici – e gli autori possono ancora fare quello che gli pare senza venire bacchettati dai loro editor.
E varrebbe davvero la pena di esplorarlo, questo periodo di interregno – durante il quale il fantasy sta diventando enormemente popolare, ma non ha ancora un modello unico e ripetibile da applicare pedestremente.
Ed il buon proposito è proprio questo: esplorare in futuro questo periodo, ed i romanzi pubblicati in quegli anni.

E God Stalk è un gran bel punto di partenza.
Scritto con un linguaggio elegante, ricco d’azione, con una protagonista femminile ben delineata e credibile, il primo romanzo di P.C. Hodgell è lontano milioni di chilometri dai boschi incui allignano gli elfi, e dalle armate maleodoranti degli orchi.
Il principale modello è, probabilmente, il Fritz Leiber delle storie di Lankhmar, ma non mancano elementi Dunsaniani e un tocco di C.A. Smith.
E citare questi tre autori è profondamente sbagliato – perché lascerebbe immaginare che il romanzo della Hodgell sia derivativo e poco originale, ma non è affatto così.
È proprio la freschezza delle idee che rende God Stalk una lettura tanto piacevole.
Finalmente, dal passato ormai lontano, un romanzo imprevedibile, che si prende il suo tempo per creare il proprio universo, per lasciar crescere i personaggi. E c’è una storia profonda, c’è un intrigo complesso, c’è una guerra in corso.
Semplicemente, l’ombra lkunga di Tolkien, di Brooks e di D&D non è passata da qui2.

220px-P._C._Hodgell_20060824AGod Stalk seguì Dark of the Moon, nel 1985 – proprio sul confine di quell’interregno di cui si parlava più sopra.
Poi P.C. Hodgell prese il suo dottorato e si dedicò all’insegnamento (sviluppando, tra l’altro, un corso sulla fantascienza), per poi riprendere in mano i personaggi e la serie nel ’94.
Ad oggi, il ciclo dei God Stalker comprende sette romanzi.

Ed è abbastanza ironico che la serie sia stata tenuta in vita – alla morte di vari piccoli editori che l’avevano in carico – dalla Baen Books, tradizionalmente una casa editrice indipendente votata al fantasy più commerciale.
È vero, le nuove copertine non sono all’altezza delle vecchie.
Ma ciò che conta è il testo – che è straordinario.

Ora restano solo altri sei romanzi da leggere – e quasi un decennio di uscite da scoprire.
Sarà divertente.


  1. prima che qualcuno cominci a piangere – l’affermazione del template fantasy non ha segnalato la scomparsa di ogni altra forma di narrativa fantasy… ha semplicemente reso meno economicamente vantaggioso, per un autore o un editore, pubblicare qualcosa di diverso dal template. 
  2. ma non sfuggirà ai più attenti la presenza della razza dei “Kendar” nel romanzo della Hodgell – tre anni prima dell’uscita del primo Dragonlance

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

7 thoughts on “Cacciatori di dei

  1. ciao Davide, dopo aver deciso di cercare God Stalk ti chiedo un cosniglio. Un bel gotico in inglese inedito in Italia?

    • Allora, prima cosa – God Stalk lo trovi insieme con Dark of the Moon, in un singolo ebook a poco più di 5 euro (il paperback viene poco più caro).
      Sul gotico preparo un post ad hoc – sperando di trovare qualcosa di interessante 🙂

  2. Le recensioni e la segnalazione di romanzi interessanti sono le parti che preferisco di questo blog, anche se non sempre poi condivido una volta letto il romanzo. Esiste anche una traduzione italiana di questo romanzo?

  3. Sì, ricordo il racconto nella mitica antologia “Fantasy” della Nord. Questi romanzi ci sarebbero stati bene nella vecchia Fantacollana, ma anche lì “template” prese il largo da Eddings in poi.

  4. Seguendo il tuo consiglio, l’ho letto quasi tutto. E ti ringrazio del consiglio.
    Tutto quello che dici è vero, le idee sono spettacolari e l’ambientazione è molto coinvolgente.
    Quello che mi lascia perplesso è come molte delle buone idee facciano da sfondo per la maggior parte del libro, e la ‘formazione’ della protagonista che si integra nella realtà in cui si trova non è così avvincente come potrebbe essere stato se fosse legata più sottilmente alla grandiosa ambientazione in cui si svolge.

    Chiaramente opinioni da mezzo ignorante quale sono 🙂

    • Credo che dare più spazio al background avrebbe rsallentato la narrazione – che già così ha dei momenti meno che frenetici. E non bisogna trascurare il fatto che esistono parecchi sequel, nei quali l’universo viene ulteriormente esplorato.

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