Immagino abbiate letto della faccenda del World Fantasy Award, che d’ora in poi non sarà più rappresentato dalla caricatura di H.P. Lovecraft.
Conosco persone che hanno salutato questa decisione come l’alba di un nuovo giorno, la promessa che il razzismo (di cui H.P. Lovecraft a quanto pare fu un portavoce di punta) verrà eliminato dal fantasy.
Quando ho smesso di ridere, mi è tornato in mente un vecchio romanzo del compianto P.J. Farmer.
Il romanzo si intitola Traitor to the Living, e ha una trama un po’ intricata che comunque non serve riassumere.
Basti sapere che viene creata una machina che permette di entrare in contatto con le anime (diciamo così) dei trapassati.
E quando finalmente qualcuno riesce ad avere in linea Gesù Cristo, il Figlio dell’Uomo si dice alquanto infastidito del fatto che il suo messaggio sia stato diffuso fra i gentili e le donne, visto che lui lo aveva inteso come esclusivo per il popolo eletto, vale a dire gli ebrei maschi. E si dice anche abbastanza scocciato (e tutt’altro che caritatevole) nei confronti di San Paolo di Tarso, che avrebbe plagiato e distorto il suo messaggio.
Questo per dire che di solito la gente che è vissuta nel passato è gente orribile.
E non solo gli scrittori.
Gli scrittori sono gente orribile perché vivono raccontando menzogne allo scopo di intrattenere il pubblico. Mentono per divertimento e per denaro.
Se poi sono vissuti nel passato, sono doppiamente orribili.
Intrattenevano idee politiche e teorie sociali che noi troviamo odiose.
Possedevano schiavi.
Adoravano divinità esecrabili.
Erano sporchi e malsani.
Si abbandonavano a pratiche sessuali inammissibili.
Per cui potrebbe capitare che, conoscendoli di persona, ne resteremmo abbastanza delusi.
Anche se li idolatriamo.
Anche se li consideriamo Dio.
H.P. Lovecraft era un razzista – credo che chiunque abbia letto le sue storie e le sue lettere se ne sia reso conto.
È un dato di fatto.
Ciò rende le sue opere meno significative?
Difficile.
Avrebbe potuto fare a meno di essere razzista? Probabilmente sì.
Di sicuro, il suo razzismo era molto meno giustificato, culturalmente, rispetto a quello, chessò, di Edgar Allan Poe1, ma si tratta di una questione di prospettiva storica.
Le posizioni odiose di HPL erano tali in un ambiente che cominciava a considerarle tali (me nel quale le leggi di segregazione razziale erano ancora una realtà) – Poe viveva in una società nella quale il razzismo era la norma.
In realtà, io sono molto più interessato a quanto, del razzismo di Lovecraft, sia stato fondamentale nello sviluppare la sua personale filosofia dell’orrore cosmico.
Che è poi ciò che è davvero importante, no?
L’opera, non l’autore.
Se Lovecraft fosse stato un progressista ben integrato nella propria società anziché un provinciale bigotto e alienato (e affascinato dal cosmo e dalla scienza – che strana contraddizione, non trovate?), avrebbe scritto ciò che scrisse?
Questo è un bel dilemma.
E se la filosofia dell’orrore sovrannaturale lovecraftiano è davvero impossibile senza l’elemento odioso del razzismo… allora, cosa?
Rimuovere il faccione caricaturale di Lovecraft dal WFA non risolve alcun problema2.
È un segnale, ma non so quanto sia sano, come segnale.
Di sicuro, la diatriba che pare si stia scatenando è abbastanza ridicola.
E ci si domanda chi sarà il prossimo, se Mark Twain o John R.R. Tolkien.
Gli uomini e le donne che vissero nel passato sono persone orribili.
Ma non è forse un po’ stupido pretendere che qualcuno che è morto da secoli si conformi alle nostre attuali, transitorie e discutibili convinzioni?
O davvero credete che noi non si stia vivendo nel passato di qualcun altro, e che in futuro diranno di noi che eravamo persone orribili, che facevano cose esecrabili?
- davvero credete che Poe, un americano bianco del New England nella prima metà dell’800, non fosse razzista? Davvero? ↩
-
ma solleva casomai il problema della statuetta dell’Oscar – un maschio caucasico, che quindi implicitamente esclude le donne e le persone di colore. Toccherà cambiare anche quella no?
E che dire della supposta argentata dell’Hugo? ↩
12 novembre 2015 alle 1:39 PM
Questa va di pari passo con le polemiche sulle candidature agli Hugo che vanno avanti da un paio d’anni.
12 novembre 2015 alle 1:44 PM
Beh, quella dell’Hugo è stata una manipolazione ridicola, una scoperta manovra commerciale mascherata con una sottile patina ideologica.
12 novembre 2015 alle 1:56 PM
Che poi Lovecraft nella media delle persone orribili doveva essere tra i peggiori. All’epoca erano pochi gli scrittori che promuovevano la propria persona, e lui è stato fortunato. Oggi avrebbe fatto molta fatica a emergere, me lo immagino sui social a condividere status pesantemente depressi dalla mattina alla sera.
12 novembre 2015 alle 2:01 PM
Mah, Lovecraft non era particolarmente depresso – leggendo le sue lettere emerge come una persona curiosa, con molti interessi, e anche con un certo senso dell’umorismo e dell’autoironia.
Non fu certamente una personalità semplice, la sua.
12 novembre 2015 alle 2:30 PM
se c’è una cosa più odiosa del bigottismo è il nazi-progressismo
12 novembre 2015 alle 2:32 PM
Decisione ridicola…Lovecraft era un uomo della sua epoca- intendiamoci, non condivido il razzismo- ma io di Lovecraft leggo le sue opere, le apprezzo, questo vuol dire solo che quando parliamo dovremmo saper separare la “persona” dall'”opera”.
Ed anche imparare a contestualizzare le cose.
12 novembre 2015 alle 2:39 PM
Contestualizzare non pare vada più di moda – un ulteriore esempio del presente esteso in cui pare ci vogliano far vivere.
12 novembre 2015 alle 2:59 PM
Fa piacere notare come più avanzino gli anni più gli anglo peggiorino 😛
12 novembre 2015 alle 3:00 PM
Noi abbiamo solo il solito ritardo fisiologico di un paio d’anni…
12 novembre 2015 alle 3:05 PM
Per cose del genere un paio d’anni sono pochi, dovremmo prendercela ancora con più calma.
12 novembre 2015 alle 4:34 PM
Giusto di questi giorni la polemica fanatici cristiani vs Starbucks.
premessa: questanno le coppe invernali di starbucks sono rosse come al solito, ma senza fiocchi di neve, ne’ babbi natale, ne’ ghirlande.
Fanatico Cristiano: e’ un attacco contro il Natale.
Omino di Starbucks: e’ per rispettare la diversity.
No seriamente, un fiocco di neve?
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12 novembre 2015 alle 3:33 PM
Se bisogna procedere per simboli, esistono vari popoli che cagionano soprusi alle minoranze etniche e alle donne senza bisogno di icone (al limite le sfoggiano nelle poche manifestazioni di piazza autorizzate). E vivono benissimo!
Sostituiamo queste statuette oppressive con tanti bei dildi. Il dildo è l’unico premio coerente: utile alle femministe, dannoso e offensivo per coloro che prediligono il denaro o “roba concreta” alla fama, feticcio falso ed effimero.
12 novembre 2015 alle 3:46 PM
Sono sempre molto in contraddizione quanto vanno valutate opera e autore. Da un lato direi che l’opera (contestualizzando sempre, mai leggendola con la “testa” di oggi, ma questo è un concetto difficilissimo da far passare ai talebani della lettura) andrebbe vista come entità a sé stante.
Dall’altro ci sono casi in cui la persona forse oscura l’opera. Ho ancora sentimenti ambivalenti per esempio sulle recenti novità emerse sul ruolo di Marion Zimmer Bradley negli abusi infantili. Non ho mai amato la donna MZB (che attraverso le sue introduzioni trovavo di rara antipatia), ma ho adorato il ciclo di Darkover.
E ora che pensarne?
12 novembre 2015 alle 3:50 PM
Il caso Bradley è diverso perché non è possibile tentare di giustificare il suo comportamento, ad esempio, affermando che si trattava di una pratica comune della sua cultura di appartenenza.
Che si potrebbe invece dire per Lovecraft, o certamente per personaggi appartenuti ad altre epoche.
La Bradley era una nostra contemporanea, e ha infranto delle leggi e dei codici comportamentali ben definiti. Non c’è prospettiva storica che tenga.
E concordo, separare l’opera dall’autore è spesso difficile, difficilissimo – ma ci si può almeno provare.
12 novembre 2015 alle 7:20 PM
È il problema dello scegliersi i numi tutelari per ogni cosa: è un’ideaa divertente, ma nessuna persona reale sarà (presumo) tanto perfetta e “spendibile” eticamente da non scontentare qualcuno. E va bene, ma a quel punto bisognerebbe prenderne atto e dire: l’abbiamo scelto perché scriveva – in questo caso – opere di valore, non perché aveva posizioni oggi, più di allora, discutibili su etnie straniere.
L’unico modo per avere il proprio totem per tutte le occasioni è quello di inventarne uno apposta e non dargli alcuna personalità: le persone reali hanno sempre un lato spregevole per qualcuno, perciò un bel giro di caratteristiche amorfe è ciò che serve.
Fino a quando non si ottiene la mascotte del Greendale Community College nella sitcom Community 😛
http://community-sitcom.wikia.com/wiki/Greendale_Human_Being
PS: comunque noi italiani non dovremmo leggere nulla di Lovecraft, in certe sue storie dipingeva gli italiani come superstiziosi e ignoranti. Sì, era sarcasmo 😛
12 novembre 2015 alle 9:13 PM
C’è qualcosa di molto medievale in questa sorta di eterno presente che ignora totalmente la prospettiva storica e assolutizza i valori attuali… o quelli che pretendono di essere tali.
13 novembre 2015 alle 12:46 PM
Il tema é sempre attuale e sempre affilato. I filosofi greci erano pederasti, i romani schiavizzavano e torturavano, le menti eccelse del medioevo leccavano culi porporati per evitare la cottura alla brace, eccetera.
C’è anche chi difende quest’attualizzazione dello scrittore – o più generalmente del personaggio degno di nota – portando avanti esempi coevi di altri personaggi “dalla visione più moderna”. Il punto é: in che modo un artista può creare qualcosa che sia perennemente coerente con il pensiero comune, e comunque continuare a vivere nel suo tempo e nella sua cultura? Dovremmo davvero avere un’arte fatta di strutture elementari ma politically correct?
13 novembre 2015 alle 3:26 PM
A questo punto screditiamo anche Dante Alighieri.
Eliminiamo tutte le “via Dante” d’Italia poiché era bigotto, antisemita e omofobo?
Il vecchio nasone era semplicemente figlio del suo tempo, proprio come Lovecraft.
L’unico motivo per cui approvo la rimozione del busto di Lovecraft come premio è il fatto che sia oggettivamente un soprammobile orribile ed antiestetico. Non ce lo vedrei molto bene sopra la cassettiera di mia madre.
13 novembre 2015 alle 3:28 PM
Tua madre scrive fantasy?
13 novembre 2015 alle 4:34 PM
In realtà no, li legge soltanto.
La sua saga preferita si intitola “La Sacra Bibbia”. Libro carino eh, ma non ne ho mai gradito il protagonista. In compenso il finale è un gran bel colpo di scena, ma vorrei evitare di far spoiler
13 novembre 2015 alle 4:01 PM
Fortunatamente sono una lettore che riesce quasi se non sempre a scindere l’autore dall’opera. Purtroppo ai giorni nostri il concetto di “contestualizzazione storica” si è persa, perché crediamo di essere l’era più avanzata e luminosa possibile (come se lo storia fosse una scala a chiocciola che ci porta sempre più in alto e i primi gradini fossero solo uno schifo da dimenticare, cosa di cui non sono convinto).
Ognuno è quel che è nell’epoca in cui si trova. Ho letto un interessante articolo in cui si affermava che Mozart Senior non aveva un genio solo in casa (il piccolo Amadeus appunto) ma due, in quanto anche la figlia era un fenomeno della musica. All’epoca Mozart Senior, non avendo molti soldi, investì nel talento del maschio e fece sposare la femmina. Adesso grideremmo allo scandalo, all’epoca era la decisione di un padre medio.
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