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Dall’Ucraina con furore (o qualcosa del genere)

8 commenti

Viy-Forbidden-Empire-2014-PosterDa quando il racconto Viy venne pubblicato da Nicolai Gogol nel 1835, la trama sul confronto fra un seminarista e una strega con la pessima tendenza a non restare morta ha ispirato una quantità di adattamenti.
Fra questi, il più fedele è probabilmente quello del 1967 prodotto dalla Mosfilm, il più improbabile è quello girato in Corea nel 2008 col titolo di Evil Spirit ed il più vicimno a noi è La Maschera del Demonio di Mario Bava, del 1960.
Ma nel 2005, due cineasti russi decisero di fare un nuovo adattamento dell’opera di Gogog, questa volta con un taglio più fantasy che horror, ed una impostazione “all’americana”. L’idea era di farlo uscire nel 2009, per il centenario di Gogol.

Definire “travagliata” la lavorazione della pellicola sarebbe un assoluto understatement – tra riscritture, ritardi ed altre disavventure, annunci di uscite e cancellazioni, il film venne completato solo nel 2014, e distribuito in maniera abbastanza avventurosa nel 2015 con il titolo, per il mercato Europeo, di Forbidden Empire.
E chissà poi perché.

La trama: Siamo nel 1701 e Jonathan Green è un cartografo inglese che, in fuga da un potenziale suocero ostile 1, si imbarca in un lungo viaggio di esplorazione. Il suo scopo è rivoluzionare la cartografia utilizzando strumenti d’avanguardia.
Ma una volta arrivato in Ucraina, Green inciampa in qualcosa che pare contraddire il suo materialismo scientifico: un villaggio di cosacchi è assediato dal male, perseguitato da una maledizione, e luogo di misteriose sparizioni e omicidi.

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Viy (il titolo originale della pellicola) è stato criticato negatrivamente per la sua trama sgangherata.
Trasformando la storia di Gogol nell’antefatto della vicenda, gli sceneggiatori si allontanano dal nucleo orrifico del racconto, e cercano di costruire una metafora sullo scontro, da una parte, fra fede cristiana e fede tradizionale, e dall’altra fra la fede in genere e il materialismo scientifico.
La metafora non funziona granché, ed è un peccato, perché sul piamno strettamente visivo, Viy è assolutamente spettacolare: la miscela di effetti digitali ed effetti meccanici riesce a rendere le scene centrali della pellicola insolite e sorprendenti, e in questo senso anche la trama non proprio lineare aiuta.

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A rendere l’intera faccenda ancora più strana c’è la curiosa miscela di orrore (visivamente molto inquietante) e di commedia (spesso molto sciocca), che funziona (quasi sempre) e rende il film piuttosto diverso dallo standard.
E la cornice, con la fidanzata e il suocero di Green che seguono lo svolgersi della vicenda attraverso le sue lettere (inviate mediante piccione viaggiatore) pare abbastanza superflua.

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Eppure è divertente2, con dei tocchi steampunk-oidi che purtroppo non vengono sviluppati maggiormente.
Jason Fleming, unico attore riconoscibile per il pubblico occidentale, ha la giusta miscela di prestanza fisica e straniamento, e regge bene tanto la scene orrifiche che i momenti più ridicoli3.
Se Hollywood ci ha dato film abbastanza discutibili ma visivamente impressionanti su Van Helsing, sui Fratelli Grimm e su Hansele & Gretel, la Russia con Viy sembra aver dimostrato di essere capace di reggere il confronto.
Ora è in preparazione un secondo episodio – Gogol è stato abbandonato, ela prossima avventura del cartografo Green si svolgerà in Cina.
Promette bene.
Speriamo non ci tocchi aspettare dieci anni anche questa volta.


  1. Jonathan si è fatto beccare a letto con la fidanzata prima delle nozze. 
  2. come erano divertenti certe pellicole della Hammer che questo film ricorda, o come era divertente Ravenloft, il gioco di ruolo del quale questo film è certamente il miglior “adattamento” inconsapevole. 
  3. meraviglioso il suo “I’m a British citizen!” come tentativo di difesa di fronte a un linciaggio. 

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

8 thoughts on “Dall’Ucraina con furore (o qualcosa del genere)

  1. Il trailer è “potente”. Peccato per i punti deboli che hai sottolineato, ma probabilmente vale il tempo di una visione

  2. Ciao Davide, sono Umberto complimenti per il sito veramente ben fatto .
    Per quanto riguarda questo film , lo sapevi che ne esistono 2 versioni completamente differenti?.
    In pratica stessi attori stesse scene, ma completamente rimontato!!! e con due titoli differenti!!!
    Ho scoperto questa cosa su un sito internet per pura coincidenza gia’ parecchi mesi fa…
    Fammi fare un po’ di ricerche e poi ti faccio sapere.

    • Sì, avevo sentito delle due versioni rimontate, ma mi sono accontentato di ciò che sono riuscito a trovare in una lingua comprensibile – credo che la versione alternativa, che dovrebbe durare una mezz’ora in più, sia disponibile solo in russo stretto.

  3. Dunque… ti mando un po’ di link…
    http://www.quietearth.us/articles/2015/05/FORBIDDEN-EMPIRE-is-a-Fun-Incoherent-Fantasy-Romp
    http://www.quietearth.us/articles/2015/05/Trailer-for-Long-Awaited-Viy-Remake-FORBIDDEN-EMPIRE
    http://www.quietearth.us/articles/2008/04/30/Could-Russia-be-the-next-haven-for-trend-setting-horror–Check-out-Viy

    A quanto mi pare di capire, la prima versione del film (risaslente addirittura al 2008!) era sicuramente una versione molto dark e poco ironica, quest’ultima invece e’ piu’ fantasy e divertente.
    Non ti far fregare dal fatto che nell’articolo si parla di remake, e’ proprio lo stesso film ma praticamente rifatto!!!
    A questo punto però non ho capito bene se entrmbi i film siano usciti sul mercato, boh!
    Sai se si puo’ trovare sub ita nei meandri della rete?

    • Non so nulla di sottotitoli, mi dispiace.
      E sulla effettiva distribuzione: la versione di cui parlo io è stata distribuita attraverso canali streaming.
      Dell’altra non so assolutamente nulla.

  4. Finalmente l’ho visto, (grazie della segnalazione, se no l’avrei perso) in inglese e senza sottotitoli, per cui è molto probabile che qualche passaggio me lo sia perso. Però visivamente è strepitoso, bellissimi i costumi, e tutti quegli oggetti fantascientifici per l’epoca a partire dalla carrozza. Il protagonista è simpatico, oltre che prestate, ha più passato tempo in acqua e nel fango che seduto a consultare le sue carte. Charles Dance, il suocero, è il fantasma dell’opera nel rifacimento di Tony Richardson, invecchiato certo ma ancora gagliardo. Mi è piaciuto molto, ma avrei gradito anche una versione più dark e meno “Pirata dei Caraibi” alludo all’umorismo. Non mi perderò certo la continuaizone in Cina, anche se mi piacerebbe vederlo al cinema in italiano. Che dire un hurrah per l’Ucraina. 🙂

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