Questo non è il post che avevo in programma1.
Il fatto è che circa un’ora fa ho spedito un curriculum e fatto domanda per un posto di lavoro a Mumbai, come insegnante.
Il mio profilo è atipico per questo ruolo, ma la proposta di lavoro mi è arrivata attraverso un servizio che si specializza in lavori atipici per persone con un curriculum lungo e variegato. Per cui, ci sta dentro.
E come non avere un curriculum lungo e variegato, potrei anche domandarmi, quando si è sulla soglia dei cinquant’anni?
Il fatto è che dopo aver passato due anni “fuori dal giro”, facendo lavori occasionali mentre accudivo mio padre, ora mi ritrovo nella curiosa situazione di essere troppo vecchio, troppo qualificato, senza un lavoro, e con dei conti da pagare.
Perché morire è una faccenda costosa, sapete.
E la situazione si sta facendo difficile, e quindi urge trovare un lavoro.
Qualsiasi lavoro.
L’Italia, in questo mese di ricerche frenetiche di qualunque cosa, mi ha offerto lavori come procacciatore d’affari porta a porta (senza fisso, senza rimborso spese). Su un’area vasta come due province. Per vendere contratti telefonici.
Oppure la vertiginosa cifra di 5 euro ad appuntamento lavorando come telefonista da casa per fare cold-calling: io telefono, se l’interlocutore accetta di incontrare il rappresentante per cui lavoro, lui mi paga 5 euro.
Ad occhio, e sulla base di una rapida ricerca, si potrebbe arrivare a guadagnare anche 20 euro al giorno – e sarebbero tanti – a fronte di otto ore al giorno di lavoro.
E prima che me lo chiediate, sì, è legale.
Ma stranamente, quando scoprono che ho anche dieci anni di esperienza come venditore, con tanto di corso alla Camera di Commercio di Torino, si raffreddano subito, e poi spariscono.
Per il resto, i miei CV spediti – o portati a mano – sono scomparsi nel nulla, senza lasciare traccia.
E poiché ho un dottorato, quattro master e una laurea, non sono qualificato per fare alcun lavoro – perché sono troppo qualificato.
Troppo qualificato è come privo di qualunque qualifica, con la differenza che a chi non ha alcuna qualifica un posto da magazziniere lo si offre. A me no perché per lei sarebbe umiliante.
Senza neanche lasciarmi la libertà di decidere se umiliarmi o meno.
L’Italia, il paese in cui ho studiato e fatto ricerca e insegnato, e lavorato, in una varietà di ruoli e mansioni, in cui ho pagato le tasse, in cui ho fatto il mio dovere civico regalando un anno di servizio al mio paese, mi offre solo lavoro schiavile.
A Mumbai… che per chi se lo fosse perso è in India, è quella che noi chiamavamo Bombay, The Gate of India… a Mumbai, dicevo, mi offrono un posto per insegnare e coordinare i corsi di inglese in una scuola all’avanguardia, parte di un progetto di sviluppo sociale.
Ambiente dinamico, sfide.
Lo stipendio è tra le 70.000 e le 90.000 rupie al mese – attorno ai mille euro, forse un tantino in più.
Che in India sono tanti.
E poi, davvero, se devo fare la fame – e questo appare ormai acertato – non è forse meglio tirare la cinghia in un luogo esotico che mi ha sempre affascinato, piuttosto che in paese che, in poche sentite parole, di me non sa cosa farsene?
Ed è curioso – perché dall’estero tutti i CV inviati hanno ricevuto risposta.
E nessuno si è lamentato per il mio eccesso di qualifiche. Al limite mi dicono che no, non ho le qualifiche che loro stano cercando. E mi segnalano altri posti in cui mandare il mio CV.
Per cui chissà, se non sarà Mumbai sarà la Tanzania, o Sri Lanka, o anche solo le più prosaiche Belfast o Malta.
O al limite in Latveria.
Sempre meglio di questo paese in cui sono, al momento, solo una fonte di imbarazzo.
Perciò ho fatto domanda di lavoro a Mumbai, e mi sono sentito strano.
Come se avesi fatto un primo passo verso l’altrove, e questo altrove sconosciuto fosse comunque preferibile al qui ed ora.
Così, volevo raccontarvelo.
- Avevo messo insieme una piccola panoramica dei libri che sto leggendo dopo le mie camminate, mentre coi piedi a mollo cerco di riportare le pulsazioni cardiache sotto controllo. Libri e articoli sul camminare. Magari domani o dopo, ok? ↩
8 giugno 2016 alle 11:18 PM
In bocca al lupo, Davide.
Mi dispiace leggere storie come questa, purtroppo tanto frequenti. Che te lo dico a fare che le cose non dovrebbero andare in questo modo: lo sai già e l’hai provato (lo stai provando) sulla tua pelle, Però che mi dispiace te lo volevo dire – così, come tu ci hai raccontato di Mumbai. Ti faccio di nuovo il mio in bocca al lupo.
8 giugno 2016 alle 11:24 PM
Grazie.
Finché c’è vita c’è speranza – anche se non, temo, la speranza di cambiare questo paese.
Ma si può sempre provare a cambiare paese 🙂
8 giugno 2016 alle 11:40 PM
Vai!!!!!!!!!!!!!!! Subito! E continua a scriverci da lí! Giuralo!
9 giugno 2016 alle 8:37 AM
L’idea è quella.
9 giugno 2016 alle 5:25 AM
Scappa, roccia. Scappa senza voltarti.
9 giugno 2016 alle 8:38 AM
Purtroppo non potrò fare a meno di voltarmi, perché mio padre mi ha legato a questo paese con una lunga catena fatta di debiti.
Ma fuggire sì, appena possibile.
9 giugno 2016 alle 6:31 PM
Non credo ci sia estradizione per reati fiscali, in India.
9 giugno 2016 alle 6:32 PM
Non tentarmi.
9 giugno 2016 alle 7:21 AM
L’india può essere un paese fantastico. E con quattro soldi potresti fare viaggi fantastici che ispirerebbero una tonnellata di storie.
9 giugno 2016 alle 8:39 AM
Sì, come dicevo, se devo morire di fame, voglio morire in un posto che non ho mai visto ma ho sempre desiderato vedere.
Ece ne sono tanti, di posti così.
Staremo a vedere.
9 giugno 2016 alle 7:49 AM
Triste… ma auguri, dovunque tu vada. Ciao!
9 giugno 2016 alle 8:40 AM
Grazie. Ciao!
9 giugno 2016 alle 9:52 AM
Bella sfida, tosta soprattutto. Se dovessi partire, spero che sia un posto carino dove vivere 🙂
Magari, ogni tanto potresti raccontarci qualcosa di Mumbai – l’India mi ha sempre incuriosito, a partire dalla sua religione – o di qualsiasi altro posto in cui dovessi approdare in cerca di maggior fortuna.
A ogni modo, ti auguro il meglio 😀
9 giugno 2016 alle 11:46 AM
Grazie.
9 giugno 2016 alle 9:54 AM
Leggere questi post è sempre triste ma finché c’è vita c’è speranza in fondo. Quindi in bocca al lupo qualsiasi sia la tua strada 🙂
9 giugno 2016 alle 11:46 AM
La strada sembra la prospettiva più probabile 😛
Grazie.
9 giugno 2016 alle 10:07 AM
In bocca al lupo, anche io ho lasciato l’italia, per una destinazione Europea molto meno esotica, ed in una situazione molto più facile, di partenza e di arrivo. Non sono mai stato in India, e non ci andrei a vivere, ma non essendoci mai stato cosa vuoi che ne sappia? 😀
Spero che vada bene la applicazione in India, anche se non ti dovessi trasferire, fa bene al morale vedersi offrire un posto di lavoro.
Comunque, nel caso ti venga offerto un lavoro – che appunto ti auguro – e nel caso tu valuti di andare, considera il valore di quei 1000 euro paragonandoli alla qualità di vita attuale tua, non quella di un indiano medio 🙂
Mi spiego con un esempio, non ho idea di come funzioni il sistema sanitario indiano, ma con 1000 euro di stipendio puoi accedere a servizi medici di buon livello? L’assicurazione medica è compresa o a parte? ecc.. 🙂
Comunque vada, la situazione è affascinante.
in bocca al lupo
9 giugno 2016 alle 11:48 AM
Grazie.
L’India è una ipotesi.
Oggi partono altri due CV per Hong Kong e per l’Australia rispettivamente.
Come dicevo, anche andare a potare siepi in Latveria, sarebbe comunque preferibile a ciò che mi sta offrendo la nazione in cui sono nato.
9 giugno 2016 alle 10:51 AM
Morire è veramente una faccenda costosa….che ti devo dire, spiace sentire che non si lasci nemmeno la scelta di umiliarsi o meno come dici tu. Ma se uno deve essere fonte di imbarazzo, allora meglio levare le tende. Incrociamo le dita.
9 giugno 2016 alle 12:02 PM
Incrociate tutte e dita incrociabili 🙂
9 giugno 2016 alle 9:14 PM
L’Italia ormai è un paese irredimibile e senza futuro. Una persona con la tua cultura e competenza in altre nazioni sarebbe portata sul palmo di una mano, altro che il venditore porta a porta.
Vai Davide e non ti voltare indietro. Ora o mai più, che ancora sei in possesso delle forze fisiche e mentali per intraprendere questo passo, dopo potrebbe essere troppo tardi.
In bocca al lupo, ti auguro di trovare il meglio.
Alessio
9 giugno 2016 alle 10:07 PM
Grazie, Alessio.
ciò che per il momento manca, e mi impedisce di chiudere bottega domattina e andarmene (e sì, lo farei ad occhi chiusi) sono le forze economiche.
ma ci sto lavorando, nonostante l’ostruzionismo del sistema.
10 giugno 2016 alle 2:21 AM
Ho scoperto questo sito solo alcuni mesi fa. Ora lo controllo spesso, perché è una splendida risorsa per gli appassionati di narrativa fantastica. Purtroppo ho letto anche delle tue vicende personali. Da ex archeologo e dottore di ricerca che oggi lavora alle Poste, comprendo bene l’amarezza che c’è dietro quello che scrivi. Tieni duro e continua a insistere, in un modo o nell’altro alla fine la si spunta. Intanto, grazie per questo blog.
10 giugno 2016 alle 8:31 AM
Grazie a te per il tempo che dedichi a leggermi.
E sì, in un modo o nell’altro se ne esce.
13 giugno 2016 alle 6:07 AM
Ciao Davide,
Hai provato il sito Simply hired.. E pieno di Jobs per archeologi…
http://www.simplyhired.com/search?q=title:(archaeologist)
Inoltre Io vivo in Cina da 10 anni circa… Conosco un po’ di gente se ti interessa, un lavoro nella zona, fammi sapere non assicuro nulla, ma tentar non nuoce
13 giugno 2016 alle 8:49 AM
Grazie – a Simply Hired avevo dato un’occhiata, ma ahimé io sono un geologo e paleontologo, non un archeologo.
E grazie per l’offerta di aiuto – mi farò sentire.