Siamo alla fine degli anni ’60.
Un giovanme americano, Anthony Blake, in vacanza in un non meglio identificato paese sudamericano viene arrestato e incarcerato per spionaggio.
Chiuso in cella con un altro prigioniero, Blake usa la propria passione adolescenziale per i giochi di prestigio e l’escapologia per organizzare una fuga. Lui e il suo compagno riescono a raggiungere la libertà – ma il compagno di cella muore, lasciando a Blake una fortuna in denaro. Blake torna in USA, e avvia una carriera come prestigiatore.
Ma non può resistere quando qualcuno in difficoltà, o accusato ingiustamente, chiede il suo aiuto.
Che come premessa per una serie TV non è poi neanche male, no?
Sì, ok, ricorda un po’ Il Conte di Montecristo, ma non è male…
È curioso che questa storia che comincia in prigione mi sia tornata in mente ieri durante l’ora d’aria qui nel Blocco C, parlando dell’Incredibile Hulk.
Sì, Hulk – nella fattispecie quello interpretato negli anni ’70 da Lou Ferrigno.
La parte di David Banner in quella popolare serie era interpretata da Bill Bixby.
E prima di vestire i panni (regolarmente stracciati) di Banner, Bixby era stato, a cavallo fra il 1973 ed il 1974, Anthony “Tony” Blake – The Magician.
Ora, forse non tutti sanno che io da ragazzino facevo i giochi di prestigio – avevo trovato una grossa (beh, ok, avevo nove anni, mi pareva enorme) scatola di trucchi appartenuta a mio zio, abbandonata in soffitta a casa di mia nonna… e mi ero dato da fare.
Molto da fare, considerando che l’unico pezzo mancante nella scatola era il manuale di istruzioni per i trucchi.
E The Magician, che se non fosse per l’ambientazione moderna sarebbe un eccellente pulp anni ’30, mi è rimasta impressa per l’eternità.
Ed è interessante notare come la serie ci tenga a sottolineare che il protagonista è un semplice mago da palcoscenico – i suoi sono trucchi, illusioni, abili manipolazioni… non c’è nulla di sovrannaturale, in questa serie.
Bixby fu una scelta perfetta, per il ruolo di Blake – un veterano della TV e spesso spalla di Elvis Presley nelle sue uscite cinematografiche – Bixby era infatti anche un prestigiatore (e un più che discreto esperto di manipolazione – carte, monete, palle da bigliardo…). E durante la serie – che ebbe vita breve, una sola stagione di 21 episodi – non usò controfigure ed eseguì tutti i propri trucchi in scena, davanti alla telecamera.
La serie, pur se costruita su una premessa semplice e solida (un mago da palcoscenico che fa l’inestigatore), non ebbe particolare fortuna all’epoca. Continui cambi di cast e di format, di set e di location, non permisero al personaggio di “agganciare” il pubblico. Uno sciopero degli sceneggiatori nel ’73 complicò le cose. A metà stagione, Blake, che all’origine viveva su un aereo privato (“è come una casa mobile, solo molto più veloce”) si trasferì in pianta stabile a San Francisco al Magic Castle – noto club di prestidigitazione. Gran parte dei comprimari fissi scomparvero insieme col cambio di residenza. Cambiò persino la sigla.
Dovettero persino cambiare il nome al protagonista – che nel pilot si chiama Anthony Dorian, ma il vero Anthony Dorian, prestigiatore, minacciò di fare causa.
Pessimo – il pubblico non riuscì ad affezionarsi al personaggio.
Forse, se la serie avesse mantenuto il suo aspetto più pulp – i pulp erano zeppi di maghi investigatori – invece di incunearsi su una formula di routine da poliziesco televisivo, le cose sarebbero andate diversamente.
O forse no.
Come abbiamo visto qualche tempo fa, la BBC sta andando avanti da due decadi con un concept molto simile.
Senza più una serie, Bill Bixby si mise a cercare qualcosa d’altro.
Gli avevano offerto un altro ruolo, in effetti – quello di Bruce Banner in una serie basata su un fumetto Marvel. Bixby all’origine aveva dato picche, ma visto che a tutti gli effetti non c’erano possibilità di resuscitare The Magician, dopo qualche tempo passato come guest star in altre serie, alla fine accettò la parte.
Continuò però a interessarsi di magia da palcoscenico, presentando una serie di trasmissioni televisive dedicate alla prestidigitazione.
21 giugno 2016 alle 9:43 AM
Un ricordo remoto che mi hai risvegliato!
21 giugno 2016 alle 10:05 AM
È a questo che servono certi post…