E così ieri, colto da una di quelle ispirazioni che è meglio perderle che trovarle, ho deciso di aggiornare il mio sistema – fermo ad Ubuntu 14.04 da due anni, e passare al 16.04, che dovrebbe darmi altri due anni di tranquillità.
Ma aggiornare Ubuntu con la connessione standard dell’Astigianistan profondo è un disastro: scaricare un giga di file di aggiornamento ad una media (molto ottimistica) di 70K al secondo richiede quasi 4 ore, supponendo che la linea rimanga stabile.
Non succederà: dieci o dodici ore, sulla base della mia esperienza, sono più probabili. Facciamo anche sedici.
Ma la settimana che viene terrò il mio corso di Linux, e quindi ho qui una pila di CD di installazione del 16.04 – perché non fare una doppia installazione?
Detto fatto, e ora1 ho due Ubuntu – il vecchio 14.04 e il nuovo 16.04.
E poiché ho due sistemi, ho pensato bene di impostarli in maniera diversa.
Il vecchio sistema rimane il mulo da soma che è sempre stato, utile per farci tutto.
Il nuovo Ubuntu è stato imostato in modalità Fortezza della Solitudine.
Niente distrazioni, niente se non ciò che serve per il lavoro.
Scrivener per Linux (è stata necessaria qualche martellata per farlo funzionare)
LibreOffice 5
ReText per scrivere i post per i blog
Calibre per convertire i file e creare ebook
Artha, il vocabolario/thesaurus per la lingua inglese
Workrave per monitorare e scandire i tempi di lavoro
Firefox, ma solo per consultare Wikipedia e siti di riferimento (niente Facebook!)
Google Earth per i riferimenti geografici
Stellarium per la posizione dei corpi celesti
Kupfer per saltare da una cosa all’altra alla svelta
e no, niente programma di statistica, perché per il momento i miei servizi di analista dati non sono richiesti, se non nella misura in cui possso facilmente gestirli con OpenCalc.
Perché alla fine non è lo strumento che usi, è ciò che sai fare, no?

E abbiamo anche un nuovo desktop
Comunque, ora ho uno spazio dove rinchiudermi e cercare di spingere il mio limite di 5000 parole al giorno un po’ più avanti… il target è 10.000.
Ci stiamo lavorando.
- dopo solo sei ore passate a scaricare gli aggiornamenti minimi necessari per stabilizzare la nuova release. E perché, oh, perché Ubuntu, mi scarichi le icone per smartphone quando lo sai benissimo che io sono su un PC, perché? ↩
12 settembre 2016 alle 9:24 AM
Sullo stato delle infrastrutture è meglio che stia zitto, non vorrei prendermi una querela. Ammiro ed approvo il modello di gestione che hai impostato, cosa che di solito neppure i professionisti dell’IT applicano.
12 settembre 2016 alle 11:10 AM
Ogni paese ha le infrastrutture che si merita.
12 settembre 2016 alle 9:56 AM
Nell’elenco dei programmi ce n’è un paio che non conosco… Ora li devo provare per forza!
12 settembre 2016 alle 11:11 AM
Cosa ti manca?
E comunque se li provi fammi sapere cosa te ne pare.
12 settembre 2016 alle 11:58 AM
Anche io devo trovare il tempo per passare alla ultima lts di Ubuntu, ma al momento non ho voglia di installare di nuovo tutto dal principio.
Per curiosità che programmi usi per analisi statistica su ubuntu? Io uso ROOT e gnuplot, ma stavo pensando di dare un’occhiata a Python/SciPy, che mi hanno detto in diversi essere interessante…
Ho usato anche Matlab, ma non ho avuto una buona impressione, e Maple mi sembra più adatto al calcolo simbolico che all’analisi dati.
12 settembre 2016 alle 1:53 PM
Io uso PAST (un software statistico specifico per le analisi paleontologiche e naturalistiche), che faccio girare su Wine.
Pee cose più semplici uso un foglio di calcolo, e recentemente ho seguito un corso online che utilizzava iPython, e credo che appena avrò il tempo farò qualche esperimento anche con quello.
E poi c’è BUGS/WinBUGS, sul quale devo tornare, perché io continuo a coltivare il sogno di sdoganare la statistica bayesiana fra i paleontologi italiani 🙂
12 settembre 2016 alle 2:56 PM
Ok, grazie della risposta! Darò un’ occhiata ai programmi che hai citato, anche se penso siano pensati per un ambito un po’ diverso dal mio.
12 settembre 2016 alle 3:00 PM
PAST, che oltretutto l’ultima volta che ho guardato era freeware, è molto solido, e si può utilizzare un una quantità di ambiti differenti – semplicemente ha già incluse una serie di routine di analisi che si usano normalmente nelle scienze naturali.
12 settembre 2016 alle 6:24 PM
Qui in Provincia di Cuneo è pure peggio… forse ! 😀
12 settembre 2016 alle 6:47 PM
Non penso sia possibile – ma ormai è comunque palese che senza una presenza industriale massiccia, le compagnie telefoniche non sono interessate a portare l’alta velocità.
24 settembre 2016 alle 6:26 PM
Io viaggio con il wi-fi e spesso e volentieri dopo i temporali le antenne si bruciano e ciao ciao connessione fino al ripristino. Forza e coraggio. Nelle nostre zone è così.
24 settembre 2016 alle 6:33 PM
Ma non ce lo ha ordinato il medico, che sia così – è così perché l’infrastruttura è patetica e nessuno pare averne la responsabilità.
24 settembre 2016 alle 10:42 PM
Ahimè, vero anche questo!