Allora, ne ho parlato di là su Karavansara, perché non parlarne anche qui?
Tutto comincia con un libro, un libricino di una settantina di pagine, scritto da Dean Wesley Smith, che si intitola Writing a novel in seven days – a hands-on example, e che fa esattamente ciò che dice: si tratta della radiocronaca di un esperimento fatto dallo scrittore americano, uno dei prolifici fautori della scrittura come duro lavoro, un paio di anni or sono.
Sette giorni, 42.000 parole, che sarebbe il numero minimo perché il manoscritto venga considerato nella categoria “romanzo”.
Lo schema è semplice:
giorno 1 – 3000 parole
giorno 2 – 4000 parole
giorno 3 – 5000 parole
giorno 4 – 6000 parole
giorno 5 – 7000 parole
giorno 6 – 8000 parole
giorno 7 – 9000 parole
= 42.000 parole
Bello liscio.
Il trucco è farlo, come nel caso di Smith, senza alterare significativamente la propria routine quotidiana.
E senza lascirci la pelle.
Ora, io una cosa del genere – anche se non così strutturata – l’ho già fatta.
Nell’Aprile del 2012 – 40.000 parole, direttamente in inglese, in sei giorni.
All’epoca il piano era semplice: 8 ore di scrittura al giorno.
Mi venne detto che avrei dovuto scrivere per 12 ore, per riuscirci, e comunque avrei fallito, perché mi mancava l’allenamento.
È bello avere dei fan.
E invece ci riuscii – e Beyul Express, scritto fra il 25 aprile e il primo maggio 2012, lavorando otto ore al giorno, nel 2014 divenne la prima parte di The Ministry of Thunder, che potete acquistare e leggere sia in formato cartaceo che in formato digitale.
Sì, diciamo che fu necessario un certro lavoro di revisione, ma davvero le prime 35/40.000 parole di Ministry sono Beyul Express, come scritto di getto nel 2012.
Ora però sono passati cinque anni, e nell’ultimo anno ho mantenuto una media di scrittura molto alta per i miei standard – circa 80.000 parole al mese. E il proposito è quello di accelerare, migliorando al contempo la qualità.
Per cui ora diciamo che l’allenamento non è più un problema.
Perciò la domanda è – riuscirò a scrivere una storia di 42.000 parole tra il 24 di aprile e il 30 dello stesso mese?
Senza alterare significativamente la mia routine quotidiana?
Io credo proprio di sì.
Il piano di spostarsi momentaneamente a Torino è slittato di un paio di settimane per problemi diversi, e quindi perché non sfruttare questa settimana extra per fare qualcosa di divertente?
E magari di remunerativo?
E dato che ormai è parecchio che ho promesso a un amico un rural horror ambientato in Astigianistan, studiato per acchiappare l’immaginzione dei lettori di lingua inglese e portare un po’ di curiosità e di turismo in queste terre, credo proprio che sarà quello che farò la settimana che viene.
L’idea – ancora una volta sulla base delpiano di lavoro del manuale citato qui sopra – è quella di scrivere ad un livello sufficiente per dare buona la prima – niente riscritture, solo una bella revisionata e messa a punto, magari un passaggio con un paio di beta reader, e poi si pubblica.
La storia si intitolerà Better Never Told, che sarebbe una citazione da Omero, perché noi valiamo. La storia sarà un tentaivo di scrivere un folk horror all’italiana senza per altro andare a fare bracconaggio nei boschi di vecchi amici come Fabrizio Borgio o Danilo Arona. Fare qualcosa di diverso, per ampliare la nostra tradizione per la paura.
Sarà divertente, anche se dovessi fallire.
Credo che bloggherò sullo stato dei lavori, così, tanto per vedere che effetto fa.
Così poi, magari, proprio come fece Dean Wesley Smith, potrei riunire i post in un ebook, ampliarli, e venderli come manuale.
C’è il rischio che abbia più successo del romanzo.
E se poi la cosa dovesse funzionare, potrei fare un secondo giro, a maggio, questa volta in italiano – in italiano dovrei essere molto più veloce.
Stiamo a vedere cosa succede.
Comunque vada, sarà divertente.
22 aprile 2017 alle 3:42 PM
Casa comune comune paura comune passione!
22 aprile 2017 alle 3:53 PM
“Una faccia, una strizza” (quasi cit.)
Viviamo in una terra che favorisce l’orrore, la paranoia e la disperazione.
E che ci dà anche delle idee per scrivere 😀
24 aprile 2017 alle 12:24 PM
Perfetto 😁
Pingback: 42.000 parole in sette giorni | Flavio Firmo
24 aprile 2017 alle 3:13 PM
aspetto di leggere il risultato!
24 aprile 2017 alle 3:28 PM
Si inizia a scrivere al tramonto – vi terrò informati 🙂