Poi dicono, scrivi fantascienza.
Ho conosciuto online una persona che non crede all’evoluzione.
Non che tutti i ragionamenti di Darwin e di tutti gli altri non suonino convincenti, eh… però il fatto è che lui l’evoluzione coi suoi occhi non l’ha mai vista.
Niente è mai evoluto davanti a lui, mentre stava lì ad aspettare.
E certo, lui si rende conto che i meccanismi della selezione naturale son così lunghi che nessuno potrà mai essere testimone dell’evoluzione in atto. Sì, quello l’ha capito.
Ma ciò non toglie che lui l’evoluzione non l’abbia mai vista, e quindi tante grazie, bel modell, grande idea, ma lui non ci crede.
Lui crede che il mondo sia stato creato così com’è da Dio.
È una consapevolezza estremamente dolorosa, per chi si occupa di scienza e per di più dovrebbe/potrebbe occuparsi di comunicazione della scienza, rendersi conto che no, i fatti non pesano.
Le prove sperimentali, gli argomenti documentati, l’esperienza accumulata di generazioni di ricercatori non contano nulla.
Se non vogliono cambiare idea, non la cambieranno.
Ora, ne discutevo con un’amica, la capacità di cambiare idea è, col pollice opponibile, una delle cose che fanno di noi la specie dominante.
La capacità di modificare il nostro modello dell’universo sulla base delle nuove conoscenze è ciò che ci ha portati dalla carrozza a cavalli a camminare sulla luna nell’arco della vita di un sol uomo1.
Ma c’è una seconda rivelazione importante, nella storia dell’uomo che non ha mai visto l’evoluzione: è cortocircuitata l’idea della trasmissione della conoscenza.
Quello che c’è nei libri, quello che ci insegnano, quello che non è immediatamente verificabile da noi, e tangibile, toccabile con mano, è in qualche modo “meno reale”.
Diventa facile a questo punto creare ipotesi più immediate, più credibili, costruite solo sui nostri sensi, perché solo di quelli ci possiamo fidare.
È, se ci pensate, la base del pensiero di coloro che ipotizzano che la terra sia piatta perché loro l’orizzonte lo vedono dritto.
Il sano scetticismo ha lasciato il posto alla diffidenza su tutto, che ha portato all’incertezza assoluta (“chi può dire cosa sia vero?”) al quale si reagisce scegliendo la risposta che ci piace di più, e cercando poi dei dati a conferma, e frequentando solo coloro che la pensano come noi.
È l’inizio della fine.
È rinunciare a ciò che ci rende umani.
E anche questa faccenda del credere solo a ciò che si vede non è poi la parte peggiore, se considerate che conosco una persona che non crede allo spazio.
No no, non fate quella faccia, sul serio – non crede allo SPAZIO.
La luna, le stelle, le galassie… tutte baggianate, come fanno ad essere vere certe cose, ma dai!
Cose buone per far divertire i bambini, ma poi cresceranno e “gli passerà”.
E allora le si domanda se abbia mai alzato gli occhi al cielo, di notte, e visto non dico Betelgeuse, ma per lo meno la Luna.
La Luna, perdio, la Luna, cosa significa “non credo alla Luna”?
La risposta è una scrollata di spalle, e “io ho cose più importanti a cui pensare”.
È la morte di quell’unico fattore umano che è più importante dell’intelligenza, è la morte dell’immaginazione – che paradossalmente porta queste persone a vivere in un mondo assolutamente immaginario.
Un mondo in cui ci sono tizi ridicoli che parlano delle stelle e dei pianeti, li studiano, li fotografano, creano strumenti per esplorarli, e non hanno di meglio da fare, non hanno cose più importanti a cui pensare.
E poi ti dicono, scrivi fantascienza.
- mio nonno, per dire, nato in un’epoca in cui ancora non si vedevano in giro automobili, e che era da poco andato in pensione quando Neil Armstrong fece un piccolo passo sul nostro satellite. ↩
3 agosto 2017 alle 7:13 PM
Perdonami, Davide, ma a parte essere d’accordo con tutto quello che dici, io non credo all’esistenza di un uomo che “non crede allo spazio”. O alla Luna.
3 agosto 2017 alle 8:53 PM
Infatti è una donna.
😛
3 agosto 2017 alle 9:00 PM
XD Oddio, devo abbozzare… Questa situazione ricorda troppo quelle cose tipo “non sarai sconfitto da nessun uomo nato da donna…” E le profezie finiscono sempre a schifo. 😀
3 agosto 2017 alle 8:44 PM
Non crede allo spazio?! Credo che sia un record…
3 agosto 2017 alle 8:46 PM
Ecco, uno che non crede allo spazio potrebbe essere una di quelle cose a cui non credo se non le vedo. 😀
3 agosto 2017 alle 8:55 PM
Per un momento ho pensato che con “non ci credo” intendesse “non me ne interesso” – ma apparentemente è una cosa molto più profonda, e demente.
3 agosto 2017 alle 8:53 PM
Assolutamente folle.
4 agosto 2017 alle 12:52 AM
Lui non crede all’evoluzione (ma poi alla scienza si deve “credere”?) perché non l’ha mai vista, però non ha nessun problema ad accettare il fatto che il mondo sia stato creato da un’entità soprannaturale… perché a questo punto, logicamente, mi viene da pensare che abbia assistito di persona a questa creazione…
Comunque conosco personalmente chi non crede che sia la Terra a girare attorno al Sole, perché vede il Sole che si muove in cielo nell’arco della giornata…
4 agosto 2017 alle 1:18 AM
… e a meno che non viva nelle giungle del Borneo e indossi un astuccio penico, credo sia abbastanza preoccupante 😀
4 agosto 2017 alle 3:34 AM
Mi son fatta la stessa domanda. Ma lui Dio lo ha visto?
4 agosto 2017 alle 8:01 AM
Credo di no, ma coi tempi che corrono non si può mai dire.
4 agosto 2017 alle 1:42 AM
Ma Dio dove l’ha visto? Così, per sapere. Avrei due cosette da discutere, con Dio. Magari lo passo a trovare. (Qui ci starebbe un moccolo, ma non voglio incorrere nella moderazione dei commenti e mi mordo la lingua)
4 agosto 2017 alle 8:01 AM
È stato molto più divertente quando qualcuno gli ha chiesto quale dio intendesse, considerando che ci sono centinaia di miti della creazione.
4 agosto 2017 alle 8:59 AM
Infatti che ci dica dove sta, che nel caso pure io mi metto in fila per chiedere due cosette……
Peraltro viviamo in un mondo in cui, un atleta di livello mondiale, giovane, vincente e conosciuto (almeno nel mondo del basket) pensa che la terra sia piatta e non ha problemi ad ammetterlo pubblicamente:
http://bleacherreport.com/articles/2697993-kyrie-irving-discusses-controversy-surrounding-his-flat-earth-comments
4 agosto 2017 alle 3:09 PM
Già, ed alcuni molto più divertenti e meno pudici del “nostro”, come quello che per protagonista ha il caro vecchio Atum
4 agosto 2017 alle 5:05 PM
Beh, l’hai conosciuta online, questa persona, spero anche quella dello spazio ignoto. La mia speranza è che siano così rare che sia possibile incontrarle solamente in forum ‘terrapiattisti’ o similari.
Creazionisti è pieno il mondo, invece, ci sono legislatori che vogliono imporne l’insegnamento, che ci hanno provato almeno.
La drammatica realtà è che il processo evolutivo si può vedere, almeno così mi dicono. Mi ricordo si possa documentare il cambiamento della colorazione di alcune farfalle con il cambiamento dell’ambiente, ad esempio, col passare dei decenni.
Ma anche senza andare a cercare letteratura entomologica, un buon osservatore può notare come i comportamenti primordiali, anche nell’uomo, puntino ad una sola cosa: far sopravvivere il nostro patrimonio genetico fino alla riproduzione.
Per dire se qualcuno avesse la voglia di investire del tempo per la propria cultura, troverebbe risposte a molte delle domande sull’evoluzione.Ma bisogna averne voglia, appunto..
Dare risposte facili a domande difficili, questo potrebbe veramente essere un ingrediente per il successo, chissà se qualcuno ci ha già pensato.. 😉
4 agosto 2017 alle 5:41 PM
Il caso dele farfalle però non era un vero caso di selezionenaturale 😛
Però sì, esistono esperimenti che permettono di vedere l’evoluzione in azione, ma il tipo dice che non valgonoperché lavorano su microorganismi.
Lui evidentemente vuol vedere evolvere qualcosa di grosso.