Alcune settimane addietro, in occasione di un evento pubblico su dinosauri e fantascienza in cui a parlare di dinosauri e fantascienza serabbe stato uno psicologo, mi è stato fatto notare che è maledettamente difficile trovare un paleontologo, di questi tempi, figuriamoci poi un paleontologo che si occupi di fantascienza.
E vi dirò, fa una certa impressione scoprirsi improvvisamente merce rara.
Ora, naturalmente, la cosa divertente è che la faccenda dei dinosauri e la fantascienza è accaduta proprio mentre stavo revisionando The House of the Gods, che sarebbe il mio romanzo su un mondo perduto nella Foresta Amazonica.
Un romanzo di azione e avventura con i dinosauri.
E sì, fantascienza, perché a questa etichetta ci tengo.
E poiché agli eventi non mi ci chiamano, perché non infliggere a voi un po’ di chiacchiere su dinosauri, fantascienza e come ho lavorato per costruire il mio personale mondo perduto?
Sono merce rara, ma mi si può avere, anche a buon mercato.
Ora, Arthur Conan Doyle ebbe la vita abbastanza facile. Quando scrisse The Lost World, i dinosauri erano un’altra cosa.
L’opinione diffusa – come riportata con precisione da Challenger e Summerlee nel romanzo – era che i dinosauri fossero stati delle creature alla fine del loro percorso bilogico. Una razza moribonda, troppo grossa e troppo lenta, e troppo stupida, per sopravvivere in un mondo in cui stavano venendo alla ribalta i mammiferi.
Se questo era il modello dominante, non era difficile immaginare che esistessero ancora degli angoli del mondo nei quali quelle creature fossero sopravvissute.
E si trattava in effetti di una seria ipotesi, per quanto datata – Thomas Jefferson aveva mandato Lewis e Clark ad esplorare l’ovest del continente nordamericano nella speranza di trovare se non dei dinosauri, per lo meno delle megafaune quaternarie. Jefferson era dopotutto “the Mammoth President of the US” per via della sua passione per la paleontologia e le scienze naturali.
E in effetti nel mio Hope & Glory, le megafaune quaternarie stanno bene e vi salutano tutti, e dopo essere sopravvissute in angoli remoti del pianeta, ora si stanno espandendo. Perché Hope & Glory è una ambientazione di fantascienza steampunk hard, la “hard science” è quella dei vittoriani.
D’altra parte The House of the Gods si svolge oggi – e oggi non crediamo più che una forma di “spossatezza biologica” abbia ucciso i dinosauri.
E in effetti, quando arrivo la Grande Moria, i dinosauri stavano bene e vi salutavano tutti.
Poi…
L’ipotesi più accreditata è che una meteora, o più probabilmente un nucleo cometario abbia impattato il pianeta, causando un inverno nucleare e dellepiogge acide che minarono alla radice la catena alimentare dei principali sistemi ecologici, e addio dinosauri.
Questa viene di solito definita Nemesis hypothesis.
Con l’ipotesi Nemesi ci sono poche probabilità che una colonia di dinosauri sopravviva1.
E allora?
Beh, esiste una teoria alternativa, che si chiama Shiva Hypothesis.2
L’idea è che i dinosauri vennero uccisi dalle esalazioni venefiche delle effusioni vulcaniche in Deccan, in India – vulcani colossali che furono attivi per millenni.
E questa è una idea molto più interessante e flessibile, perché se è di gas che stiamo parlando, allora possiamo chiamara in causa la circolazione atmosferica, la fisica della diffusione dei gas, e la quota.
Una qualche eccentricità della circolazione atmosferica, un altopiano di oltre tremila metri di altezza sul livello del mare e abbastanza vicino all’equatore potrebbe venir risparmiato dal peggio dell’inquinamento. E i dinosauri che ci vivono potrebbero sopravvivere.
Sì, come no – qui parla il paleontologo: scordatevene, c’è una possibilità su un milione. Su un miliardo, meglio.
Ma in effetti c’è uno studio dell’Aeronautica americana, riguardo al fallout nucleare imn caso di guerra, e la possibilità che alcune città americane potessero sopravvivere grazie alla loro posizione geografica ed alla circolazione atmosferica globale.
Certo erano scemenze, ma quando si scrive fantascienza una modica quantità di scemenze aiuta a sospendere l’incredulità.
Tornando a Conan Doyle, la faccenda dell’esaurimento della “spinta vitale” aiutò l’autore di The Lost World con un’altra faccenducola: l’evoluzione.
Perché se i dinosauri si sono estinti – per lo più – 65 milioni di anni or sono, allora gli eventuali sopravvissuti hann avuto 65 milioni di anni per evolvere e adattarsi. Ma ovviamente, ai tempi di Conan Doyle, un clade che avesse esaurito la sua “energia vitale” non avrebbe più avuto il carburante per evolvere.
Ma noi sappiamo che l’energia vitale postulata in quel modello non esiste.
E allora?
Certo, l’ambiente potrebbe essere così incredibilmente stabile che c’è poca variazione visibile durante il tempo, per ciò che riguarda l’aspetto fisico della creatura. Si vedano, ad esempio, i pescecani, che sonorimasti uguali a se stessi da prima che esistessero i dinosauri. Ma esiste sempre un margine per qualche piccolo aggiustamento. E accumulando i piccoli aggiustamenti per 65 milioni di anni, puòportare a parecchi cambiamenti interesanti e imprevedibili.
E allora io ho usato questo potenziale problema in The House of the Gods per barare – i miei dinosauri non sonoq uelli che trovate nei manuali di paleontologia.
Ci assomigliano, potete risalire ai loro reali antenati, ma sono un po’ diversi.
E hanno poche piume, e molte scaglie – perché io voglio i dinosauri scagliosi.
Tra l’altro, l’idea dei “piccoli cambiamenti” è stata usata da Peter Jackson nel remake – i T rex in **King Kong non sono Tyrannosaurus ma Vastatosaurus.
Come si vede? Ha tre dita anziché due – fra le altre cose3.
Se lo sono inventato apposta.
E così l’ho fatto anch’io – perché copiare da Peter Jackson dicono che porta fortuna4.
E questo è più o meno un riassunto della costruzione concettuale dei miei dinosauri in The House of the Gods.
Ora basterebbe avere dei nazisti da dare in pasto ai dinosauri, e sarebbe un mondo perfetto.
Ma il nostro mondo non è perfetto, e quindi per il mio romanzo ho dovuto cercare altro cibo per dinosauri.
Ma ne parleremo un’altra volta.
- tranne, naturalmente,m quelli nella Terra Cava. ↩
- bisogna puntualizzare che esistono DUE ipotesi Shiva, una delle quali lega le estinzioni di massa col passaggio di un pianeta eccentrico e una che invece le le imputa alle eruzioni lineari in Deccan. Così, ora lo sapete. ↩
- che poi, passare da due dita nel T rex al tre nel V rex è abbastanza improbabile. Non l’avrà letto, Jackson, Il Pollice del Panda di Gould? Io nel mio libro errori del genere non ne ho fatti. ↩
- e considerando che in Hope & Glory compare il ratto-scimmia sumatrese, non è la prima volta. ↩
12 gennaio 2018 alle 8:54 AM
Peccato per il menù di nazisti. Fossi un dinosauro ci rimarrei male!
12 gennaio 2018 alle 9:37 AM
Abbiamo delle valide alternative, nessun dinosauro si è lamentato.
12 gennaio 2018 alle 9:29 AM
Post divertente sin dall’inizio e molto interessante. Ora sono curioso sulla dieta dei bestioni…
12 gennaio 2018 alle 9:38 AM
Ne parleremo.
12 gennaio 2018 alle 9:44 AM
Siiì! Psicologi ruuuuule! (Articolo interessantissimo, comunque :D)
12 gennaio 2018 alle 10:23 AM
Infatti io ora, sulla base del mio dottorato in geologia, aprirò un consultorio.
12 gennaio 2018 alle 7:44 PM
Amaci ❤
12 gennaio 2018 alle 8:26 PM
Non posso permettermelo, non ho una lira.
12 gennaio 2018 alle 11:51 AM
Il tuo romanzo non si trova in italiano?
12 gennaio 2018 alle 5:49 PM
NO, in Italiano non è al momento prevista un’uscita (l’editore, Severed Press, è australiano).
In compenso stiamo facendo il cartaceo.
12 gennaio 2018 alle 7:36 PM
Mi piace mi piace mi piace…. ma non so se ce la farò a leggerlo tutto in inglese…
12 gennaio 2018 alle 8:26 PM
È un inglese molto facile.