Un paio di giorni addietro un’amica mi ha chiesto di metterle assieme un corso di inglese su misura – una cosa che si possa fare online, nel tempo libero, possibilmente divertendosi.
Irrobustire l’inglese letto e scritto.
Prendere confidenza con l’inglese parlato.
Possibilmente divertendosi.
E non un corso per principianti assoluti, ma una cosa adatta a una personba che un po’ già ne mastica, e vuole migliorare.
Mi è parsa una buona idea, che potrebbe diventare un’altra fonte di introiti in questo deserto lavorativo che chiamiamo Astigianistan: l’inglese è richiesto per lavorare, come ogni altra lingua straniera, e conoscere una lingua straniera ci permette di vedere il mondo attrraverso gli oicchi di un’altra cultura: non solo abbiamo accesso ai loro libri, ai loro film, ma proprio possiamo cominciare a vedere come parlando lingue diversi si pensi in maniera diversa. È utile.
Sorge il problema dei testi.
Ai vecchi tempi, quando lavoravo da Language World a Torino. La scuola avevca una parete coperta di scaffali stracarichi di manuali di inglese. Per tutti i tipi di scuola o livello, per tutti gli indirizzi, per tutti i tipi di esame o certificazione finale.
Quando arrivava un nuovo studente, si cercava sullo scaffale il manuale più adatto, e ci si basa va su quello.
In questo caso, la situazione è diversa, e mi sono perciò messo al lavoro, ragionando su due linee.
Volevo che il corso per la mia amica fosse
- Divertente
- Poco costoso
E lavorando online, ci sono tutti i presupposti perché lo sia. Si possono fare esercizi e poi inviarli via mail, si può fare conversazione con Hangouts o con Skype.
Serve però qualcosa a cui ancorare il lavoro: un testo o due, e poi organizzare degli ascolti.
E così mi è venuta un’idea – perché non usare i pulp?
Al di là del gimmick, del titolo molto vendibile
Imparate l’Inglese con i Pulp!
… c’è una considerazione molto semplice, che riguarda la narativa popolare degli anni ‘20 e ‘30: si trattava di un inglese ampiamente comprensibile.
Sì, OK, è vero, c’era Lovecraft su Weird Tales, che non è che fosse il massimo della scorrevolezza, ma i veri titani del pulp, Talbot Mundy e Harold Lamb, H. Bedford-Jones e G.G. Pendraves… questa era gente che doveva scrivere nella maniera più chiara e lineare possibile, per raggiungere il maggior numero possibile di lettori.
E se pulp fiction resta sinonimo di purle prose, è anche vero che i migliori sapevano scrivere bene.
E un racconto preso da una rivista è meglio di un testo semplificato per le scuole, perché è vivo, reale e ha una sua coerenza interna. Non è un riassunto o un qualcosa di pre-digerito. Ed è meglio di un fumetto perché è un testo – non frasi isolate in un contesto illustrato.
Vero, presenterà delle difficoltà, e magari usando i pulp si andrà a sbattere su dello slang e su dei termini desueti – ma quello è bene, perché ci fornisce qualcosa da fare… esercizi, conversazioni…
Perciò, l’ipotesi è quella di montare un corso strutturato così
- Letture – racconti presi da vecchie riviste pulp, secondo le inclinazioni dello studente (ce n’è poer tutti, dai western alla fantascienza passando per le storie scollacciate)
- Esercizi di scrittura – domande e risposte, riassunti
- Grammatica – dove e quando serve, usando risorse gratuite online
E per l’ascolto?
A questo punto, perché non buttarsi sui vecchi radiodrammi dell’epoca – quella che oggi si chiama Old Time Radio?
Episodi da mezz’ora, con un cast variegato, diverse voci e diverse pronunce, ma sempre con un occhio alla chiarezza della pronuncia, e ancora una volta la lingua viva e reale. Anche di questi esistono una varietà di archivi accessibili gratuitamente, di tutti i generi e di tutti i tipi.
Perciò ora sto usando la mia amica come cavia – e per il momento nonpare abbia subito traumi permanenti.
Tempo di rodare l’idea, e poi dovrò trovare un modo per pubblicizzarla.
A questo riguardo, sono aperto a suggerimenti.
10 aprile 2018 alle 1:08 AM
Una mia amica, per una certificazione – che poi ha preso – guardava i vecchi episodi dei Masters in lingua originale, su un canale Youtube ufficiale: mi ha detto che, in linea di massima, i doppiatori scandivano bene le parole e che il lessico non era del tutto banale.
10 aprile 2018 alle 1:09 AM
Sì, l’intrattenimento popolare di solito è una eccellente risorsa, per imparare le lingue.
10 aprile 2018 alle 10:20 AM
Il mio sogno sono le sessioni di gdr con master anglofono per apprendere le lingue e fare conversazione!
10 aprile 2018 alle 2:08 PM
Ah, non sarebbe una brutta idea.
Ci si può lavorare…
10 aprile 2018 alle 1:01 PM
Idea molto divertente e originale!
10 aprile 2018 alle 2:08 PM
E pare che funzioni (non diciamolo troppo forte).
10 aprile 2018 alle 3:00 PM
Sembra un’idea veramente interessante, sopratutto per chi come me adora le storie Pulp ma l’inglese lo mastica poco.
10 aprile 2018 alle 3:07 PM
Sì, il fatto di poter leggere cose che qui da noi non si sono mai viste è un altro bonus.