Abbiamo ritrovato due dei mazzi di tarocchi della collezione di nostro padre – incluso un bel mazzo, usatissimo, di Tarocchi Piemontesi. Quelli coi quali si giocava a tarocchi al bar.
Tutti gli altri? Scomparsi.
Come ho spiegato in un post qualche tempo fa, mio padre collezionava tarocchi da gioco, e considerava una specie di bestemmia i tarocchi da divinazione.
La diferenza fra i due tipi sta nel fatto che il tarocco da gioco, o tarocco tradizionale, ha “figurati” solo i trionfi (le 22 carte uniche, dal Matto al Mondo) e le cosiddette “carte di corte” per ciascun seme: fante, cavallo, regina e re. Il tarocco da divinazione ha tutte le carte illustrate, e l’illustrazione svolge una specifica funzione nell’impiego “esoterico”.
Abbiamo accennato come almeno una parte dei mazzi da divinazione ora in circolazione traccino la propria origine nei tarocchi Smith/Waite.
Ma non parliamo della collezione di mio padre – parliamo del mio hobby.
Il mio interesse per i tarocchi segue una strada abbastanza tortuosa. Cominciai ad interessarmi alle carte figurate dopo aver letto il ciclo di Amber, di Roger Zelazny – che utilizzò i tarocchi per sviluppare alcuni dei twist della trama generale dei romanzi. All’interno dei romanzi, poi, Corwin e i suoi fratelli usano i tarocchi come strumento per focalizzare le proprie capacità.
In seguito mi capitò di leggere il ciclo del pianeta Tarot, una trilogia di “fantascienza teologica” (il protagonista è un monaco ed ex giocatore d’azzardo) scritta da Piers Anthony alla fine degli anni ‘70.
La trilogia del pianeta Tarot utilizza la simbologia dei tarocchi – e in parte la storia o il mito della loro origine – per strutturare i diversi romanzi. Anthony ci presenta una civiltà galattica che ha come elemento comune le carte figurate (e quindi possiamo comunicare con le culture non umane grazie ai tarocchi), e ciascun capitolo del suo romanzo è ispirato a una carta dei tarocchi.
Interessante.
E poi sì, naturalmente, molto dopo, Alejandro Jodorowski.
Poi, naturalmente ci fu quell’incresciosa faccenda del corso di Geologia…
Uno dei docenti della facoltà di Torino… lo stesso, incidentalmente, che rimase immortalato su nastro magnetico mentre parlava di “quei grandi mammiferi che furono i dinosauri”… costui, del quale non ricorderemo il nome per carità cristiana, era solito riservare con una certa frequenza una decina di minuti alla settimana per ribadire la contrapposizione fra geologi e ingegneri – l’ingegnere, a qualunque sottospecie appartenga, è infatti il predatore naturale del geologo.
Regolarmente, per chiudere con una nota ottimistica la sua tirata, e prima di passare alle snervanti esercitazioni sulle carte geologiche, il nostro docente ripeteva la frase
Ricordatevi che però il geologo sa fare una cosa che l’ingegnere non sa fare: il geologo sa leggere le carte.
Potete presagire dove tutto questo andòa parare.
E così infatti capitò che un giorno, durante una pausa per pranzo, io finissi non in un bar o una pizzeria al taglio, ma in un negozio di giochi di ruolo e di società, per vedere se fosse uscito qualcosa di nuovo per Call of Cthulhu, e mi capitò di adocchiare uno splendido mazzo di tarocchi, con una grafica molto fantasy, e in vendita ad un prezzo che era decisamente entro le mie possibilità, a patto che saltassi pranzo.
Acquistai perciò quel mazzo di tarocchi, e nel pomeriggio, entrando in aula, quel docente mi trovò che stavo rimirando i miei tarocchi nuovi.
“Cosa sta facendo?” mi chiese.
“Sto leggendo le carte,” risposi io.
Dio come si incazzò quel pover’uomo.
Come un furetto, davvero.
Diede in escandescenze per una decina di minuti, e poi durante il pomeriggio mi fu addosso come una maledizione egizia, lui e la carta geologica del Gran Sasso, perché avevo mancato di rispetto a lui ed alla nostra professione.
E a quei grandi mammiferi che furono i dinosauri, probabilmente.
Sono passati quasi trent’anni.
Nel frattempo, sono riuscito anche ad andare contropelo a mio padre, regalandogli a suo tempo un mazzo di tarocchi Lenormand che mi meritò un’occhiata di disgusto e una scrollata di spalle. Mi domando dove siano finiti.
E nel frattempo ho letto un po’ di libri, ho riletto il ciclo di Amber, e ho usato i tarocchi per intrattenere i partecipanti a feste partite col piede sbagliato, per giocare di ruolo, e per fare esercizi di scrittura.
Questa degli esercizi di scrittura è venuta fuori un paio di settimane addietro, mentre si chiacchierava di corsi e workshop con un’amica inglese che scrive, insegna scrittura e arrotonda leggendo le carte. Si cercava, nello specifico, un sistema per fare esercizio ai partecipanti dei nostri corsi mantenendo un certo equilibrio fra controllo e autonomia.
Ci vorrebbero dei prompt, si diceva.
Dei percorsi guidati.
E allora perché non usare i tarocchi?
Dopotutto, ogni carta a una figura molto dettagliata, ha una serie di significati codificati, ed è parte di una sorta di kit portatile per narrare storie.
Perché non usare i tarocchi, per un workshop di scrittura?
E poi, visto che la notte passata ero preda dell’insonnia, e che avevo comunque qui un po’ di appunti per i prossimi workshop e tutto quanto, mi sono detto, perché no?
E ho scritto un manuale.
Dodici esercizi per sviluppare idee per nuove storie, per creare personaggi al volo (ottimo per chi gioca di ruolo!), per inserire complicazioni e imprevisti in una storia in corso. Perché no, per sbloccare il blocco dello scrittore – che ricordate, io non credo esista, si tratta solo di continuare a scrivere.
Il risultatro si intitola Scrittura & Tarocchi, 12 Esercizi di Scrittura Creativa, e contiene anche una piccola guida all’interpretazione delle carte (mirata alla scrittura) e dei capitoli un po’ più estesi su come creare un personaggio dettagliato, e come usare i tarocchi per fare worldbuilding. Più altre meraviglie.
Gli umpa-lumpa di Jeff Bezos hanno dato il via libera al volume in circa cinque ore, che è un bel record.
Si vende per pochi danari, e lo trovate qui.
Il cartaceo sarà disponibile a giorni.
1 Maggio 2018 alle 10:37 PM
Ti faccio un appunto sui tarocchi
La divinazione si fa e si è sempre fatta con le minchiate non figurate.
Il mazzo tradizionale da divinazione ha gli arcani maggiori e le carte nobili delle minchiate figurate, le altre no.
I tarocchi con le minchiate figurate sono solo quelli della tradizione di Smith/Waite e di tutti quelli che sono venuti dopo.
Questo perché le minchiate numeriche hanno significato proprio e non figurato.
Giusto per fare il pistino. ^___^
Detto questo io uso i tarocchi da sempre come strumenti per la scrittura e per aiutare i miei scrittori a venire a capo dei loro ‘blocchi’ … che come te penso sia solo la mancanza di voglia di scrivere solo che fa molto più figo chiamarlo blocco dello scrittore. ^__^
Altro strumento che uso molto sono gli storycubes che trovo meravigliosi e il sito https://www.rpgsolo.com/play.php che è di una comodità estrema quando si ha bisogno di una idea veloce.
P.S. si sono anche io uno studioso di tarocchi (dal punto di vista della crescita e indagine spirituale e non da quello divinatorio che mi interessa molto meno) e ho adorato il modo in cui venivano usati nel ciclo di Amber.
1 Maggio 2018 alle 11:34 PM
Grazie per l’appunto.
E per le minchiate.
1 Maggio 2018 alle 11:42 PM
Aggiungo, visto che sei un frequentatore recente di queste pagine, che io di solito non permetto di postare link nei commenti.
Di solito non c’è un secondo avviso 😉
2 Maggio 2018 alle 1:41 AM
“Aggiungo, visto che sei un frequentatore recente di queste pagine, che io di solito non permetto di postare link nei commenti.”
ok
E come lo indicavo il sito?
Mica è una pubblicità, è un tool, pure free
2 Maggio 2018 alle 2:25 AM
Non importa.
Niente link nei commenti salvo casi particolari e molto rari.
Grazie.
2 Maggio 2018 alle 12:30 AM
A proposito di Tarocchi e scrittura… ricordo Il castello dei destini incrociati, che Italo Calvino scrisse per l’editore Franco Maria Ricci, che pubblicò il romanzo in un testo con le riproduzioni dei Tarocchi Viscontei (il primo mazzo, pare, di cui si abbia notizia, relativamente all’Italia).
2 Maggio 2018 alle 12:56 AM
Sì, l’edizione FMR credo sia ormai piuttosto rara. Il romanzo vale decisamente la pena.
(e che io sappia, i tarocchi viscontei sono i primi noti in assoluto)
2 Maggio 2018 alle 3:53 PM
Oltre al “Castello dei destini inrociati”, Calvino ha scritto anche la “Taverna dei destini incrociati”, basata sui tarocchi marsigliesi. Pubblicati in volume unico da Einaudi nel passato millennio.
Se non ricordo male, a quanto dice Calvino, la “Taverna” è stata scritta per prima.
7 Maggio 2018 alle 11:03 PM
è mica reperibile su qualche altro negozio online? che il mio account kindle è su amazon.com e non ne vuole sapere di comprarlo senza fare un casino immondo!
8 Maggio 2018 alle 12:18 AM
No, mi dispiace, è solo su Amazon 😦
8 Maggio 2018 alle 12:19 AM
Ma se il tuo Kindle si ribella, possiamo trovare una quadra – lo carico anche su Gumroad, sempre in formato mobi .
8 Maggio 2018 alle 12:22 AM
Detto-fatto: https://gum.co/ZIZVy
Poi una volta scaricato, lo devi passare al Kindle via cavo, o via mail.
8 Maggio 2018 alle 12:30 PM
Grazie mille, arraffato! (Ho un debole per i tarocchi, che anche io uso per profezie inquietanti ad amici di passaggio e giochi di ruolo. Purtroppo nessun mio insegnante ci dice mai di leggere le carte, però.)
8 Maggio 2018 alle 4:37 PM
Per esperienza personale, avere insegnanti che ti dicono di leggere le carte non è sempre così divertente.
E grazie, e buona lettura!