Un post scritto un po’ a casaccio per sfuggire all’insonnia, testando la funzione night light del nuovo Ubuntu, che dovrebbe eliminare dallo schermo le frequenza che interferiscono con lo stimolo del sonno.
E mi fa sentire come se fossi daltonico.
A casaccio, si diceva.
Di tanto in tanto vado a vedere le statistiche “profonde” di strategie – non solo quanti visitatori ho avuto durante la giornata, e cosa hanno letto, ma anche da dove arrivavano, come hannos coperto strategie, e così via.
Dovrebbe aiutare a fare web marketing e promozione.
Del tipo, il grosso dei miei lettori arriva di solito da Facebook – questo potrebbe voler dire che spendere dei soldi (che non ho) in pubblicità potrebbe incrementare il numero di lettori, più ad esempio di quanto farebbe investire in una campagna marketing su Pinterest.
Cose così.
E negli ultimi tempi un dato si è fatto particolarmente rilevante – visitatori che arrivano da link su blog morti, o comatosi.
Non, badate, da blog semi moribondi come strategie1, ma proprio morti.
Blog che non vengono aggiornati dal 2014, ma il cui blogroll continua solerte e dimenticato ad aggiornarsi ogni volta che uno dei dieci o dodici blog in lista posta qualcosa di nuovo – e qualche solitario visitatore vede qualcosa di interessante, e clicca.
Oppure si tratta di link inseriti in post risalenti al decennio passato, in blog che non vedono aggiornamenti dal 2009, ma anche lì, inesorabile il link c’è ancora. Non ci sono più le immagini hyperlinkate, la struttura stessa della pagina è sgranata e mutante, ma il link c’è ancora, e qualcuno, seguendolo, arriva qui.
Se siete arrivati qui in questo modo, voi là fuori, benvenuti. Spero davvero che ciò che avete trovato qui vi sia piaciuto.
Resta il fatto che la nostra blogsfera nazionale mi sembra, in questa luce, una sorta di città fantasma, nella quale pochi avventurosi passano, guardandosi attorno. Visitano il vecchio saloon abbandonato, guardano le finestre con le tavole inchiodate dell’emporio del vecchio Wilson, e poi sentono un suono in distanza, e si domandano se sia il vento, o qualche predatore, o uno spettro dei tempi della corsa all’oro.
Magari alcuni arrivano qui seguendo quel richiamo, o una luce solitaria nel buio.
Ed è curioso, perché strategie era qui nel 2007, quando qui era tutta campagna, ed era qui nel 2012 quando sembrava di essere al centro del mondo, e tutto il mondo passava di qui. Ed è ancora qui nel 2018, ora che il deserto sta riconquistando le strade della blogsfera.
Il treno non è passato di qui, e tutti sono andati nei paesi vicini – Facebook, Instagram, Twitter – perché lì invece il treno ci passava eccome.
E ora Facebook, Twitter, Instagram e tutti quegli altri posti hanno i soliti problemi di tutte le grandi comunità – crimine, prostituzione, corruzione.
Tutti quegli altri posti, intendo, tranne MySpace, che prmai è una comunità di musicisti, e GooglePlus, che è un po’ come Barrytown.
Nessuno sa esattamente cosa succeda a Barrytown.
Però non è che si stia male.
Certo, abbiamo ancora esposta la réclame del Teatro Ottico di Monsieur Reynaud,c oi suoi Fantasmi Luminosi, e vendiamo cose che nessuno è interessato ad acquistare, ma in fondo è OK così. I Fantasmi Luminosi forse siamo noi, o ci proviamo.
Al calar del sole usciamo sul portico, per giocare a dama fra noi e chiacchierare di com’era il mondo una volta, prima che le miniere si esaurissero, e tutti se ne andassero su Facebook. Ci domandiamo quale strano peccato possiamo aver commesso, perché tutti scappassero a gambe levate. Magari una maledizione indiana. O la Guerra. Sì, nulla è stato più lo stesso dopo la Guerra.
Poi scrolliamo la testa e ci diciamo che in fondo qui da noi si sta meglio ora.
Siamo in tanti (strategie ha 541 follower accertati), più di quanto non sembri.
E qualcuno di tanto in tanto passa, e magari si ferma per un po’.
Di tanto in tanto ci si sente osservati.
Si scorge lo scintillio nel sole di una lente di binocolo sulla collina, si sente il motore di un’automobile che si allontana. Qualcuno che osserva, nei boschi, nella sterpaglia.
Ma qui non vengono. Guardano da lontano.
E poiché il sistema è ciclico, è possibile, persino probabile che in capo a qualche ano anche la gente di Facebook abbandoni quelle strade illuminate dove tutti si conoscono e sono tutti soli, e passano il tmepo a cercare di dercidere chi abbia il like più lungo. Dove la gente non ha il tempo di parlare, ma tutti hanno tempo per litigare. Dove non c’è memoria, e tutte le opinioni sono ugualmente valide, anche quelle degli idioti.
Torneranno qui?
Non lo so. Non credo.
Troveranno un posto incommensurabilmente più figo, dove c’è tutta la gente giusta, dove si può essere amici, e se non si è amici si cessa di esistere.
Mizar 5. Dove la gente deve urlare per restare in vita, come diceva il poeta.
Ma se siete arrivati qui attraverso un link su un blog morto, davvero, ragazzi e ragazze, siate i benvenuti. Fermatevi quanto vi pare, c’è un sacco di spazio, e se avete voglia, raccontateci da dove venite, e come siete arrivati qui.
I commenti sono aperti.
- opinione letta su un profilo Facebook – sarà per questo che il grosso dei visitatori arriva da lì. ↩
5 Maggio 2018 alle 10:12 AM
Come sai la penso come te.
E non è nemmeno una considerazione soggettiva: i numeri e le statistiche parlano chiaro.
Poi qualcuno mi dice che i blog di politica – per esempio – vanno fortissimo. Peccato che si tratti più che altro di blogzine o di webzine con vere e proprie redazioni (pagate? mah), ottimizzate per raccogliere audience proprio sui social media.
La blogosfera dura e pura, specialmente quella che si occupa di settori di nicchia, sembra davvero una ghost town. E forse ha il medesimo fascino.
Nonostante tutto trovo che per molti creativi, autori compresi, il blog sia uno strumento indispensabile per parlare del proprio lavoro, facendo in modo che ciò che viene detto perduri nel tempo.
Su Facebook, per esempio, avviene l’esatto contrario.
5 Maggio 2018 alle 10:35 AM
Sull’importanza del blog per chi scrive, sono pienamente d’accordo.
E non solo – io credo che un blog sia uno strumento preferibile ai social media per fare qualcosa di costruttivo e di serio. Proprio per la permanenza, e per il diverso rapporto col tempo che il blog può avere.
Un post su Facebook è destinato a svanire dopo pochi minuti. Qui le nostre parole e le nostre idee restano, e tornano ad avere rilevanza ogni volta che un nuovo lettore le scopre, o un vecchio lettore ci torna sopra.
5 Maggio 2018 alle 5:09 PM
Sottoscrivo la tua risposta, parola per parola. Buona domenica! (E poi, io preferisco ancora la parola all’immagine. Sono fuori tempo, lo so.)
5 Maggio 2018 alle 5:56 PM
Mah, fuori tempo – di fatto ci sarebbe spazio per tutti, ma alcune piattaforme semplicemente impongono un certo formato.
Noi comunque si continua così 🙂
6 Maggio 2018 alle 1:49 AM
Non solo i blog. Ogni volta che torno a visitare qualche vecchio forum ancora “attivo” mi attacca la malinconia, specie quelli che ho frequentato per molti anni quando ero più giovane.
Città fantasma calza a pennello.
6 Maggio 2018 alle 4:33 AM
Non sono mai stato un tipo da forum, perciò ho scarsa esperienza, ma non mi sorprende.
L’impressione è che tutti si siano rinchiusi dentro Facebook.
È inquietantissimo.
6 Maggio 2018 alle 12:19 PM
Semplicemente facebook facendo da aggregatore è più comodo. Prima se eri appassionato di modellismo, fotografia ed escursionismo per poter parlare con altri appassionati dovevi registrarti su almeno tre siti diversi. Creare tre diversi profili-nickname e leggere i vari regolamenti per sapere come regolarti nelle rispettive comunità. Oggi se hai un account facebook e cerchi puoi trovare gruppi di appassionati tutti lì a portata di mano. Di contro il modo in cui sono strutturati è più casinista rispetto ad un forum, le discussioni tendono a perdersi facilmente ed il sistema di notifiche è un disastro. Anche se resta più comodo rispetto al tenere sei tab aperti per vedere se qualcuno ha risposto ai tuoi topic.
Non so quanto questo discorso sia trasferibile ai blog ma anche lì vedo che gente commentare più su facebook che sulle pagine degli articoli. Immagino che i motivi siano più o meno quelli.
6 Maggio 2018 alle 1:34 PM
Non bisogna trascurare il fatto che Facebook è molto più “smartphone-friendly” di un forum o di un blog. E sì, confermo che il grosso dei commenti ai post ormai viene postato su FB… di solito senza leggere il post.
8 Maggio 2018 alle 3:52 PM
Blog semimoribondo che però mi fa riempire la casa di libri.
Questo è colpa tua: https://imgur.com/a/fwpi7J6
8 Maggio 2018 alle 4:39 PM
Wow! Bella collezione.
Qualcosa mi dice che ti sono piaciuti 🙂
14 Maggio 2018 alle 11:52 AM
Bellissimo paragone! 😀 😀
E io da amante dei film western, anche se ho smesso da anni di aggiornare il blog, continua a controllare uno o due blog che mi interessano, come se andassi al cinema 😉