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Hobby: Flauti, frullatori e macchine per scrivere

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Allora, questa è una cosa che andrà un po’ a zigzag e finirà col toccare un sacco di cose diverse, ma bene o male parte da quello che io e Fabrizio Borgio abbiamo fatto sabato, e di cui parleremo più estesamente in un altro post.
Ma da qualche parte bisogna partire, e quindi partiamo da qui – sabato io e Fabrizio ci siamo seduti ad un tavolo con due macchine per scrivere meccaniche, e abbiamo scritto due racconti di 11 pagine ciascuno.
Un esercizio divertente e istruttivo, al quale ha fatto seguito una bella chiacchierata con il pubblico.

E fra le cose che son venute fuori c’è statal’idea di imparare a riparare le macchine per scrivere. Che sarebbe un hobby interessante, potrebbe diventare un lavoro alternativo, ed è il genere di cosa che mi fa venire voglia di saperne di più.
Avevamo detto che si sarebbe parlato di hobby, giusto?

15d7c72e53c76d8ad32e16ca19fcb179Ecco, quello di fare un lavoro con le mani è un’idea di hobby abbastanza normale.
Un sacco di hobby comportano attività manuali – dal gestire un orto o un giardino al cucinare al fare la maglia al suonare uno strumento al riparare aggeggi.
Il nostro cervello funziona in maniera curiosa quando ci dedichiamo ad una attività manuale, i due lobi enbtrano in comunicazione armonica e questo cipermette di tenere a bada la depressione, ma non solo: pare che ne derivi un giovamento a livello di salute mentale generale.
Si impazzisce un po’ meno, si rimbambisce un po’ meno.
Si tiene a freno l’Alzheimer.

51jcxs7jHgL._SX384_BO1,204,203,200_Ora, io per hobby sono stato, per alcuni anni, un molto mediocre flautista, e se oggi come oggi non riesco più a suonare perché mi si incriccano le dita, è vero che l’hobby del flauto (su istigazione di Ian Anderson) mi ha portato ad esplorare una quantità di cose diverse – dall’imparare da zero a leggere la musica, visto che a scuola, alle medie, non me lo avevano insegnato, all’imparare a fare la manutenzione dellos trumento, e qualche piccola riparazione.

Certo, riparare macchine da scrivere non è come riparare flauti traversi, come potete immaginare – è casomai più simile a riparare biciclette, che è una cosa che ho imparato a fare nel breve periodo in cui ho provato a fare il ciclista urbano1.804121347b1c3f62cc789fa686238c0b

Insomma, pare che nell’hobby del riparare semplici tecnologie ci si possa entrare da un sacco di porte diverse.

E stavo cercando online dei manuali di riparazione delle macchine per scrivere, un paio d’ore or sono, e per vie traverse sono arrivato a scoprire il Restart Project.
Che è un modo interessante per portare l’eventuale hobby del bricolage e delle piccole riparazioni al livello successivo.

L’idea alla base del Restart Project è quella di non buttare via ciò che si rompe, ma ripararlo.
Che sia un computer, un cellulare, un frullatore…
Si tratta di solito di elettronica o piccoli e garndi elettrodomestici.

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Il Progetto non solo insegna alle persone a riparare i propri oggetti tecnologici guasti, ma organizza degli eventi pubblici, e promuove un ripensamento del nostro rapporto con la tecnologia.
Del tipo: quando si acquista un nuovo elettrodomestico, se ne valuta la durata, la probabilità di guasto, e la facilità di riparazione.

The Restart Project was born in 2013 out of our frustration with the throwaway, consumerist model of electronics that we’ve been sold, and the growing mountain of e-waste that it’s leaving behind. By bringing people together to share skills and gain the confidence to open up their stuff, we give people a hands-on way of making a difference, as well as a way to talk about the wider issue of what kind of products we want.

Aiuta a risparmiare, è eco-friendly, ed è un hobby interessante.
Il tipo di hobby che mio nonno avrebbe capito perfettamente, e mio padre avrebbe considerato una perdita di tempo, perché da una generazione alla successiva il rapporto con gli oggetti era cambiato.

La gente del progetto ha una forte presenza online, e una quantità di informazioni disponibili. Organizzano eventi, fanno formazione, fanno corsi nelle scuole.
Sarebbe bello farlo anche qui2.

E ciò che mi piace, di tutta questa faccenda, è come si sia partiti da una chiacchierata e da un pomeriggio passato a scrivere, si sia passati per l’idea che un hobby è indispensabile per non impazzire, si sia sfiorata l’idea che un sacco di hobby diversi hanno anche una ricaduta meccanica, per poi arrivare a un progetto che ha fra i suoi valori la sostenibilità, il risparmio e un rapporto più sano con gli oggetti.

È il tipo di interconnessioni che funzionano, e fanno pensare.

51kNydjXs1L._SX258_BO1204203200_Quindi, per concludere – avere un hobby che in qualche modo sia legato al fare cose con le mani (sì, lo so, suona sconcio) non è poi così difficile.
Ed è una parte importante della nostra formazione come persone e come cittadini.
No, davvero.
Pensate a tutti coloro la cui unica risposta a un guasto è buttare via l’oggetto “rotto” e comprarne un altro.

Per cui al prossimo giro credo ci toccherà parlare dell’hobby del Fai Da Te (anche questo suona sconcio), magari con una rapida deviazione verso i lidi di Make Magazine, ma nel frattempo, che ne dite di imparare a riparare macchine per scrivere?
O biciclette.
O frullatori.
Qualcuno là fuori pratica per divertimento qualche forma di “piccola meccanica”? O anche grande?
Pensate che questa del Restart Project sia tutta una truffa o una scusa per quei poveracci che non si possono permettere 800 euro di iPhone nuovo ogni sei mesi?

È Agosto.
Dobbiamo trovarci qualcosa di intelligente da fare, no?


  1. qui fra queste colline non vado in bici, in parte perché è tutto un saliscendi assassino, in parte perché in Astigianistan gli indigeni imparano a guidare sul trattore, e guidano l’automobile allo stesso modo, e andare in bici sulle nostre strade è un modo faticoso per farsi accoppare. Era MOLTO più sicuro affrontare il traffico di Torino all’ora di punta. 
  2. vi ricordate l’idea del corso di scienze usando il crollo della civiltà come ambientazione? Credo che anche un corso di ridefinizione del rapporto con gli oggetti elettrici ed elettronici sarebbe una grande idea. 

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

8 thoughts on “Hobby: Flauti, frullatori e macchine per scrivere

  1. Da negato cronico per qualsiasi attività manuale sono sempre stato restio ad avventurarmi nel regno delle piccole riparazioni, finché non ho cominciato pur io a fare il ciclista urbano. E un po’ per i tempi biblici dei biciclettai anche per una banale camera d’aria (il concetto è che la bici si usa per le giratine della domenica, e quindi non avere fretta, peccato io debba andarci in ufficio…), un po’ per motivi di soldi, un po’ perché fa comodo avere qualche capacità di base se uno riesce a farci un viaggio, in bici, e ha un problema nel mezzo del nulla, lentamente ho imparato da ogni piccola necessità a fare piccole manutenzioni, e lavorare di prevenzione.
    Secondo il principio per cui quello che non c’è non si può rompere, con sempre più fatica mi sono cercato biciclette di vario tipo che non avessero forcelle ammortizzate.
    Poi ho fatto qualche tentativo col legno, ma col suocero falegname fai da te che fa cose meravigliose e che è un talento naturale un po’ passa la voglia. Lo stesso per la musica.
    Però in definitiva sì, su tante piccole cose metterci le mani da soli dà una soddisfazione infinita, e presenta dei vantaggi tali per cui vale la pena almeno provarci, anche se il più delle volte rischia di finire col leggere un sacco per documentarsi e non cavare un ragno dal buco.

    • Ma anche leggere la documentazione può diventare un hobby.
      Conosco gente che colleziona manuali d’istruzioni.
      E credo che il fai-da-te diventi automatico quando si va in bicicletta. Che è poi un altro lato divertente della bici – puoi metterci le mani da solo, senza dover andare per forza da un meccanico.
      Era così anche con le vecchie auto, ma ora con le centraline digitali e i sistemi computerizzati non si può più.

  2. era così – ahimé – anche per lavatrici e lavastoviglie. ma stamani ho a casa un tecnico per mettere mano su entrambe, proprio perché il 90% delle volte si guastano le schede elettroniche, e spesso neanche le apri senza attrezzi apposta.

    un mesetto fa eravamo dai miei suoceri in Piemonte a ripulire una baita chiusa da tre anni, abbiamo buttato fuori tutta la biancheria e lavato alla fonte come una volta, e abbiamo passato un po’ di tempo a ipotizzare una lavatrice a pedali, da tenere in baita, proprio per risolvere sia i problemi di rotture, e rendere meno faticoso il bucato. se abitassimo in zona e non andassimo solo una settimana all’anno mi piacerebbe imbastire un accrocchio del genere. tra l’altro se ne trovano varie versioni buffe, guardando in giro. una cosa molto in stile wallace & gromit.

  3. a questo indirizzo http://WWW.MARINORIPARA.COM trovi il sito di un signore
    che di mestiere fa proprio il riparatore di macchine da scrivere!

  4. Mio padre ha sempre riparato qualsiasi elettrodomestico gli portassero (anche i nostri, ovviamente) e qualcosa riesce a recuperare ancora… Di solito ciò che salta più spesso negli elettrodomestici sono le resistenze! Il vero problema sono i pezzi di ricambio. Ora che può ordinarli online, qualcosa riesce a trovare ma certe volte la spesa è eccessiva, certe volte non si trova quel pezzo. Per riparare bisogna cominciare con il conservare bene tutto quello che può essere recuperato.

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